Nonostante il termine “grotte” possa far pensare a luoghi foggiati dalla natura, nel caso specifico dell’India è necessario cambiare prospettiva e ridefinirle come veri e propri monumenti elaborati dall’uomo: templi e monasteri scavati nella roccia, sparsi un po’ per tutto il territorio indiano ma con una grande concentrazione sull’Altopiano del Deccan.
Qui, la morfologia del territorio, caratterizzato da basse colline granitiche, si presta infatti perfettamente a simili scavi ed ha costituito nei secoli un rifugio ideale per quei monaci che, impossibilitati a condurre l’abituale vita itinerante durante la stagione delle piogge, decisero di fermarsi in questi luoghi e adottare un regime di vita sedentario e comunitario.
Inizialmente – almeno la maggior parte – di stampo buddhista, alcuni di questi magnifici complessi templari verranno in seguito ampliati e convertiti a luoghi di culto hindu e jaina, contribuendo ad arricchire il programma artistico e architettonico ancora oggi in perfetto stato di conservazione.
Partiamo allora alla scoperta delle grotte del Deccan, nello stato del Maharashtra che ha per capoluogo la città di Mumbai, punto da cui partiremo per poi spostarci nell’entroterra e, passando per Lonavala, arrivare fino ad Aurangabad.
1-Grotte di Elephanta
L’unico, tra i cinque complessi templari, ad essere interamente dedicato ad una divinità hindu, in questo caso a Shiva. Elephanta è il nome che venne dato dai portoghesi ad un isolotto che si trova ad una decina di kilometri al largo di Mumbai e facilmente raggiungibile per mezzo dei traghetti che partono dal famoso “Gateway of India”, la porta d’ingresso alla città, commissionata dal governo britannico durante il periodo di occupazione.
Probabilmente risalente al VI secolo d.C., il complesso ospita un gruppo di templi scavati nella roccia cui si accede salendo una lunga scalinata. Nella grande sala centrale, ornata da una serie di meravigliosi pannelli scolpiti, che ripropongono immagini legate al mito del dio, troviamo il grande capolavoro di questo sito, ovvero l’immagine di Shiva a tre volti.
Alta più di cinque metri, quest’immagine maestosa è stata riconosciuta come la rappresentazione della teologia di Shiva che viene qui raffigurato come Tatpurusha (“spirito supremo”) nel volto centrale, come Aghora, ovvero come manifestazione spaventosa nell’immagine di destra e come Vamadeva (“Dio fascinoso”) – corrispondente a Parvati, la sua sposa – nel volto di sinistra.
2-Grotte di Bhaja
Uno degli esempi più antichi, situato presso il villaggio di Bhaja, nei dintorni di Lonavala, sulla strada che collega Mumbai a Pune. Risalente agli inizi del I secolo a.C. , questo antico centro monastico scavato nella roccia – poco frequentato dal turismo internazionale – annovera tra le sue strutture un chaityagriha, ovvero una sala di culto, e alcuni vihara visitabili, le residenze per i monaci.
Mentre il chaityagriha – letteralmente la “casa del chaitya“, ovvero dello stupa, oggetto della devozione buddhista – presenta una pianta absidale a tre navate, il vihara (“monastero”) è costituito da una sala quadrangolare lungo i cui lati si aprono le piccole celle dei monaci.
Lo stupa risulta semplice, privo di decorazioni, così come è tipico di quelle sale di culto che sono state scavate nella cosiddetta fase Hinayana del buddhismo quando ancora l’immagine del Buddha non veniva rappresentata in forma antropomorfa.
All’esterno la scultura imita la struttura di un palazzo con tanto di balconi e personaggi che si affacciano a guardare verso la valle. In una sala accanto poi una profusione di stupa di varie dimensioni fa pensare che in questo luogo venissero sperimentate tecniche di scavo e scultura che faranno poi scuola nei secoli successivi.
3-Grotte di Karla
A dieci minuti da quelle di Bhaja si trovano le grotte di Karla databili verso il 120 d.C. Anch’esse arroccate in cima ad una collina raggiungibile per mezzo di una scalinata, sono degne di nota per via delle proporzioni grandiose del loro chaityagriha.
La facciata, preceduta da un ampio vestibolo, presenta un programma scultoreo spettacolare nonché una grande finestra ad arco perfettamente conservata. All’interno, che si estende nella roccia per circa cinquanta metri e che è reso grandioso da una serie di colonne che delimitano lo spazio della navata principale, un imponente stupa è sormontato da un parasole di legno, lo stesso usato per i costoloni fissati sulla volta a botte della struttura.
All’esterno e risalente a tempi molto più moderni è oggi presente il tempio dedicato ad Ekvira, una manifestazione locale della Grande Dea (shakti).
4-Grotte di Ellora
Ed eccoci raggiunto l’apice della scultura rupestre in India e nel mondo. Il sito di Ellora, facilmente raggiungibile da Aurangabad, è sicuramente il complesso più esteso dell’intero Paese, contando in tutto trentaquattro grotte, all’interno delle quali vengono rappresentate le tre maggiori religioni dell’India moderna, ovvero buddhismo, induismo e jainismo.
Non solo grotte tuttavia: ad Ellora troviamo anche uno dei più maestosi templi hindu scavato nella roccia, una straordinaria scultura che prende il nome di Kailasanatha, ovvero “Signore del Kailash”, la montagna sacra di Shiva.
Risalente all’VIII secolo circa, il tempio, la cui altezza totale raggiunge circa i trenta metri, è stato scolpito a partire dalla cima della collina e mano a mano scendendo verso la base, dove maestose sculture di elefanti sostengono idealmente la struttura, completamente ricoperta di decorazioni.
5-Grotte di Ajanta
Posizionate a ferro di cavallo lungo un tratto del fiume Waghora, ad un centinaio di kilometri da Aurangabad, le grotte di Ajanta si suddividono in quattro chaityagriha e venticinque vihara, alcuni dei quali, con il tempo, diventarono anche luoghi per celebrare funzioni e cerimonie.
Mentre alcune grotte appartengono ad un periodo più antico, compreso tra il II secolo a.C. e il I d.C., la grande fioritura del sito si avrà negli ultimi decenni del V secolo, quando il Buddhismo Mahayana, ispirerà la maggiore profusione di sculture.
Ma sarà la pittura murale a rendere famoso questo luogo che custodisce alcune tra le opere più vaste e ambiziose di tutta l’India, rimaste nascoste nell’oscurità fino a che il sito venne riscoperto nel 1819 da un soldato della cavalleria britannica durante una battuta di caccia alla tigre.
Quanta passione metti nel commentare i luoghi che hai visitato!!!!!Complimenti sei una vera viaggiatrice e sarei veramente felice di poter fare un bel viaggio con te!!!!
Per ora posso solo ringraziarti per essere stata un’ottima accompagnatrice nel breve viaggio a Monaco e Norimberga!!!!