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Trekking in Nepal: tutto quello che c’è da sapere

Trekking in Nepal: tutto quello che c’è da sapere 1024 682 Sonia Sgarella

Sono alcuni decenni ormai che il Nepal, vantando ben otto delle quattordici vette più alte del globo e alcuni tra i paesaggi più suggestivi al mondo raggiungibili soltanto a piedi, è considerato patria indiscussa del trekking. Fare trekking in Nepal – non c’è dubbio – è una tra le esperienze di viaggio più appaganti che il continente asiatico possa offrire.

Non tutti però hanno ben chiaro che cosa voglia dire veramente fare trekking in Nepal. In tanti sarebbero pronti a rinunciare in partenza per la sola convinzione di non esserne adatti. Ma siete proprio sicuri che il trekking in Nepal non faccia per voi? Continuate a leggere questo articolo e solo alla fine potrete darvi una risposta. Con molte più probabilità starete già cominciando a pianificare il vostro viaggio!

Per comodità del lettore ho diviso l’articolo in più sezioni, ognuna delle quali tratta un tema a sé stante.

NEPAL, E’ ORA DI ANDARCI!

  • Decisamente l’autunno ma anche le altre stagioni non vadano poi così male. Ottobre e novembre sono i mesi migliori per percorrere quasi tutti gli itinerari di trekking e ovviamente ciò significa anche di maggior affluenza, con il turismo che tende a diminuire verso la fine di novembre. La tendenza è quella di mattinate limpide e probabili coperture nuvolose nel pomeriggio. La visibilità delle montagne è al massimo del suo splendore, è raro che piova e le temperature, piacevoli di giorno, si mantengono tollerabili anche durante la notte.

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    La primavera è anch’essa una stagione molto gettonata. In questo periodo la fioritura dei rododendri è qualcosa di magnifico, un’esplosione di colori che regala calore e vitalità al paesaggio. Non per altro il rododendro (Laligurans) è stato eletto a fiore nazionale del Nepal.

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    La stagione dei monsoni che va da giugno a settembre è invece forse la peggiore in termini di visibilità. I sentieri in questo periodo dell’anno sono coperti di fango e scivolosi, c’è alto rischio di frane e a farvi compagnia lungo i percorsi ci saranno ad attendervi le care amiche sanguisughe. Meglio evitare dunque ma se proprio siete in zona e non volete rinunciare al trekking puntate verso il Mustang, Upper e Lower.

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    L’inverno infine non sarebbe poi così una brutta stagione in termini di visibilità, se non fosse però per il freddo e per la neve che rende inaccessibili i passi più alti. Un trekking a quote più basse risulta fattibile ma è certo che dovrete coprirvi per bene!

  • Esistono ad oggi possibilità di trekking che spaziano dal grado più facile, quello A, a quelli più difficili, i livelli D ed E. Tutti gli itinerari offrono opportunità di godere dei magnifici panorami himalayani e di entrare in contatto con le popolazioni che abitano i villaggi in quota per cui la scelta del livello che corrisponda maggiormente alle vostre condizioni fisiche vi garantirà in ogni caso un’esperienza unica.

    – Grado A (Facile): Ghorepani/Poon Hill Trekking, Ghandruk Trekking, Jomson Muktinath Trekking, Helambu Trekking, Shivapuri Trekking….

    Percorribili da chiunque si trovi in buone condizioni di salute. I dislivelli da coprire sono moderati, l’altezza supera in poche occasioni i 3000 metri e i percorsi sempre ben marcati – spesso scalinate. In media si tratta di 5/6 ore di cammino al giorno.

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    – Grado B (Moderato): Annapurna Base Camp (ABC) Trekking, Langtang Trekking, Circuito del Manaslu…

    Oltre al buono stato di salute e all’abitudine a camminare per più giorni consecutivi, per questi trekking è necessaria una dose supplementare di energia ed entusiasmo. Gli itinerari raggiungono altezze che si avvicinano ai 4500 metri e i dislivelli +- 1.000 metri, l’inevitabile pegno da pagare per incontri ravvicinati con i magnifici picchi himalayani.

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    – Grado C (Faticoso): Annapurna Circuit Trekking, Everest Base Camp (EBC) Trekking, Upper Mustang Trekking…

    Trattasi di trekking che prevedono il superamento di passi ad oltre 5000 metri di quota. Su questi itinerari è molto importante dare il tempo al corpo di acclimatarsi e fare attenzione a qualunque avvisaglia che possa essere ricondotta al Mal di Montagna (Acute Mountain Sickness).

    – Gradi D/E (Impegnativo):  Ganja La Pass Trekking, Dhaulagiri Trekking…

    La caratteristica principale di questo tipo di trekking è che si tratta di lunghi percorsi ad altezze elevate dove l’unica possibilità di sistemazione è il campo tendato. In questo caso sono richieste ottime condizioni di salute ed esperienza pregressa.

  • Il Mal di Montagna è la reazione patologica del nostro corpo alla bassa pressione atmosferica e alla conseguente minore capacità dell’emoglobina di legarsi all’ossigeno presente nell’aria man mano che ci si spinge ad altezze più elevate. Può succedere a chiunque di soffrirne sopra i 2500 metri e questo indipendentemente dall’età, dal genere e dal grado di allenamento. Tra i sintomi vi sono mal di testa, nausea, mancanza di appetito, spossatezza, tachicardia, difficoltà di respirazione. In tali casi è fondamentale agire prontamente onde evitare che il Mal di Montagna si trasformi in edema cerebrale o polmonare.

    Scendere ad altezze inferiori è la prima cosa da fare: non costringete il vostro corpo a continuare.

    Prevenire il Mal di Montagna comunque è sempre meglio che doverlo curare: salite lentamente di quota dando tempo al vostro corpo di acclimatarsi all’altezza.

  • La maggior parte degli itinerari di trekking rientrano nell’area di una determinato progetto di conservazione, di un parco nazionale o di una zona ad accesso limitato per cui sarà quasi sempre necessario essere muniti di un permesso appropriato. Tali permessi sono acquistabili direttamente in loco e vi verranno tassativamente controllati nei punti di entrata ed uscita dall’area in questione.

    Di seguito le tariffe delle zone che ho visitato personalmente:

    Annapurna Conservation Area: 2000 rupie (20$)

    Leggi anche Poon Hill Trek: il mio itinerario di cinque giorni 

    Leggi anche Nepal: trekking al Campo Base dell’Annapurna 

    Langtang National Park: 3390 rupie (34$)

    Leggi anche Trekking in Nepal: la Valle del Langtang dopo il terremoto

    Shivapuri Nagarjun National Park: 560 rupie al giorno

    Leggi anche What to do (cosa fare) a Kathmandu e dintorni

    Sagarmatha National Park: 3000 rupie (2018)

    Leggi anche Trekking al Campo Base Everest: tutto quello che c’è da sapere

    Oltre ai permessi regionali sarà poi necessario ottenere una TIMS (Trekkers Information Management System), ovvero una tessera in cui vengono registrate le informazioni riguardo al vostro percorso, il tutto per una questione di sicurezza. Se vi siete organizzati tramite agenzia vi verrà rilasciata una tessera di colore azzurro al costo di 1000 rupie. Se invece preferite organizzarvi in maniera indipendente la tessera sarà di colore verde, avrà un costo di 2000 rupie e sarà vostro compito recarvi negli uffici appositi per farvela rilasciare.

    Per ottenere i permessi e la TIMS vi verranno richieste due fototessere e una fotocopia del passaporto. Nel caso in cui abbiate prenotato tramite agenzia, dovrete consegnare il tutto a loro perché svolgano le pratiche al posto vostro.

  • La dimensione del vostro zaino dipenderà sicuramente dalla durata dell’itinerario ma ancor più dovrebbe dipendere dal vostro fisico: se non siete abituati a trasportare grossi pesi è inutile che pensiate di poterlo fare proprio adesso. La dimensione ideale sarebbe quella di uno zaino da 35/45 litri, quanto basta per trasportare l’essenziale necessario. Se proprio però non ce la fate a partire con poca roba, valutate l’opzione di ingaggiare un portatore. I costi per la categoria si aggirano intorno ai 15/20$ al giorno.

    Detto questo, un buon equipaggiamento corrisponderà di certo ad un trekking soddisfacente mentre cose inutili o inadeguate potrebbero rivelarsi più compromettenti di quello che pensiate. Per questo è fondamentale portare con voi:

    Scarponcini da trekking: l’importante è ovviamente che calzino comodi e che li abbiate testati camminandoci in precedenza. Partire con un paio di calzature nuove di zecca potrebbe infatti rivelarsi l’errore più grande che possiate commettere. Sugli itinerari più bassi possono andar bene anche un paio di scarpe basse da trekking

    Un paio di ciabatte da indossare nelle Teahouse e che vi servano sia per la doccia, sia per evitare di dovervi allacciare le scarpe o gli scarponi ogni volta che vi servirà andare in bagno, soprattutto se di notte. Un paio di ciabatte da piscina in plastica sono l’ideale in quanto parzialmente chiuse e possibili da indossare anche con i calzettoni di lana, molto meglio che non le classiche infradito

    Calze adatte alle varie quote

    Guanti

    Cappelli: uno con visiera e una berretta calda da utilizzare anche di notte se necessario

    Scaldacollo

    Primo strato: maglie tecniche a maniche sia corte che lunghe. Alle quote più basse avrete possibilità di lavarle e stenderle ad asciugare

    Completo termico: da utilizzare come pigiama  o da aggiungere come strato se avete freddo;

    Secondo strato: un paio di capi

    Pantaloni: due paia per il trekking, uno più leggero per le quote più basse e uno più pesante per quelle più alte oppure due leggeri e uno strato termico da utilizzare all’occorrenza. Portatevi poi un pantalone comodo da indossare a riposo

    Terzo strato: un piumino e una giacca goretex da abbinare all’occorrenza

    Sacco a pelo: che raggiunga temperature di comfort -6/-10 per i trekking in Teahouse. In ogni stanza sono solitamente presenti delle coperte che potrete usare come aggiunta. Può capitare tuttavia, soprattutto durante l’alta stagione sui sentieri più battuti e a alle altezze elevate (dove ci sono meno alloggi) che non ce ne siano a sufficienza per tutti

    Coprizaino impermeabile

    Torcia frontale

    Occhiali da sole

    Protezione solare, crema idratante e burro cacao

    – Carta igienica, salviette umide, gel igienizzante e assorbenti: la carta igienica è spesso di facile reperimento anche in loco ma i prezzi, così come quelli di tutti i prodotti, sono direttamente proporzionali all’altezza

    Prodotti da bagno in piccole dosi

    Asciugamano in microfibra

    Kit di primo soccorso che contenga farmaci per la dissenteria e Diamox nel caso in cui andiate a quote elevate

    Spry per il naso: per evitare di passare notti insonni qualora vi doveste beccare un raffreddore

    Borraccia di metallo e purificatore per l’acqua: la borraccia di metallo (meglio se trasportabile a tracolla) dev’essere la sostituita delle bottiglie di plastica che a queste altezze costituiscono un’importante fonte di inquinamento. Il costo di una bottiglia d’acqua in montagna inoltre può raggiungere le 250 rupie (contro le 25 rupie di Kathmandu) per cui ha molto più senso premunirsi di gocce o di pastiglie per purificare quella che prenderete dal rubinetto. Nelle zone più battute dal turismo troverete la possibilità di riempire la vostra borraccia con acqua già purificata al costo di 70/80 rupie

    Apparecchiatura fotografica

    Power Bank: le prese si trovano spesso in aree comuni e a volte è richiesto un pagamento per la ricarica

    Snacks 

    Bastoncini da trekking (opzionali)

    Un libro o le carte da gioco: per passare un po’ il tempo quando alle 18.30 avrete già finito di mangiare

  • Mi stupisce davvero costatare quante poche parole positive siano state spese sull’alloggio in Teahouse. “Basic” è la parola più frequente che viene utilizzata per descriverle e ho capito, non saranno certo hotel a cinque stelle ma vogliamo considerare il contesto in cui si trovano? Dispersi tra le montagne a giorni di cammino dalle città principali, là dove il trasporto di qualunque materiale è un’impresa epica: come minimo questi lodge bisognerebbe catalogarli come fantastici, una manna dal cielo, un lusso inaspettato così come dovrebbero esserlo considerati anche i rifugi sulle nostre Alpi.

    Poon Hill trek

    Le regioni dell’Everest, dell’Annapurna, del Langtang e del Manaslu prevedono la sistemazione in Teahouse. Questi lodge, alcuni dei quali per dimensioni non hanno niente da invidiare alle guest house di Kathmandu, offrono semplici stanze ordinate a due o tre letti, nella maggior parte dei casi singoli ma a volte anche ad una piazza e mezza. I letti sono provvisti di copri materasso, cuscino e piumone, il tutto apparentemente piuttosto pulito. I piumoni vi terranno bene al caldo se utilizzati in aggiunta al vostro sacco a pelo ma se usati da soli (con solo un sacco lenzuolo) potrebbero non essere sufficienti.

    Langtang Trek - Lhasa Hotel @ Langtang

    Le pareti dei lodge sono molto sottili, spesso fatte di compensato o di pietra. Se avete il sonno leggero vi converrebbe portarvi dei tappi per le orecchie. Il bagno e la doccia sono quasi sempre in comune (ma esistono anche sistemazioni con bagno privato) e in molti casi entrambi si trovano all’esterno dell’edificio. Nella maggior parte dei casi si tratta di turche senza sciacquone (per “tirare l’acqua” si usa il secchiello) ma vi capiterà anche di trovare bagni all’occidentale. E’ sicuro che non troverete mai la carta igienica per cui portatela con voi!

    Poon Hill trek - See You G.H.

    La maggior parte dei lodge dispone di acqua calda, anzi bollente, che viene prodotta con i pannelli solari o con il gas. In alcuni casi, soprattutto se la doccia funziona a gas, vi verrà chiesto un contributo extra per poterne usufruire.

    Langtang Trek - Ganesh G.H. @ Rimchen

    In tutti i lodge troverete una stanza comune utilizzata come sala da pranzo e non su tutti gli itinerari, riscaldata con una stufa a legna. Sistemate qualunque cosa bagnata nei pressi della stufa perché si asciughi. 

    Langtang Trek - Lhasa Hotel @ Langtang

    I proprietari del lodge si aspettano che consumiate i pasti da loro. Il menù (che è sempre molto simile con la sola differenza del prezzo che aumenta con l’altezza), è sorprendentemente ricco e potrete scegliere tra piatti sia della cucina locale che di quella internazionale, spesso compresa anche la pizza.

    Langtang Trek - Lhasa Hotel @ Langtang

    Sul cosa sia meglio scegliere dipende da quanto siete affamati: i momo (ravioli ripieni) sono sempre 10 e potrebbero non soddisfare il vostro appetito così come le zuppe, a meno che non siano con i noodles. I piatti di riso e noodles sono spesso porzioni abbondanti, un ottimo rapporto qualità/prezzo ma solo con lui, con il piatto nazionale, il mitico Dhal Bhat verranno ad offrirvi il bis! Fate dunque le vostre valutazioni.

    Se siete amanti della birra preparate un’ampia scorta di contanti perché arriverete a pagarla anche 750 rupie (7$). In generale comunque l’assunzione di alcool non è raccomandata.

    Poon Hill trek

    Nella maggior parte delle Teahouse potrete comprare anche degli snack ma sempre per via del costo vi conviene fare rifornimento prima di partire. Lo stesso vale per l’acqua.

  • Partire con un’assicurazione di viaggio adeguata nel caso del Nepal è fondamentale. Qualora dovesse succedervi qualcosa durante un trekking e l’unica maniera di raggiungere l’ospedale più vicino fosse in elicottero questo potrebbe infatti costarvi una fortuna.

    ATTENZIONE: la maggior parte delle assicurazioni copre il trekking fino ai 4.000 metri per cui se avete intenzione di andare oltre cercate un’assicurazione adeguata. Io di solito mi affido a World Nomads che copre i trekking fino a 6.000 metri.

    Ricordatevi: con le montagne non si scherza!

  • Pur non esistendo una regola che obblighi ad assumere una guida per il trekking il mio suggerimento è che evitiate di viaggiare da soli. Nonostante il Nepal sia un paese relativamente sicuro ed amichevole nei confronti del viaggiatore e la maggior parte degli itinerari siano ben marcati, le montagne rimangono pur sempre un ambiente ostile e la presenza di una guida o di un compagno di viaggio potrebbe essere fondamentale – nella peggiore delle ipotesi – per salvarvi la vita.

    Dalla distorsione di una caviglia al Mal di Montagna, trovarsi da soli in certe situazioni non è piacevole e, il tutto, solo per aver voluto risparmiare una cifra irrisoria. Ingaggiare una guida nepalese oltremodo sarà il vostro gentile contributo all’economia locale.

    Affidatevi ad un’agenzia che vi fornisca una guida professionale in possesso di una licenza rilasciata dal Dipartimento del Turismo nepalese. Chiedete che questa licenza vi venga mostrata.

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    Esistono anche agenzie specializzate in tour al femminile che vi contratteranno una guida donna. Il costo per una guida femmina risulta a volte leggermente più alto rispetto a quello di una guida uomo ma è ovvio che il vostro contributo in questo caso non sarà solamente economico. Sarà soprattutto sociale.

    Attenzione: per la vostra sicurezza è fondamentale che la guida abbia alle spalle un’agenzia registrata la quale garantisca per lei e che possa agire prontamente in caso di vostro bisogno. Avere in mano un indirizzo e delle ricevute, inoltre, è molto importante qualora dobbiate dimostrare qualcosa alla vostra compagnia d’assicurazione.

    Assicuratevi che l’agenzia sia regolarmente registrata presso il Governo del Nepal e presso la Trekking Agencies Association of Nepal (TAAN). Per fare questo consultate il sito www.taan.org.np e fate la vostra ricerca.

  • La cosa più conveniente per chi abbia un pochino di tempo da perdere è sicuramente quella di fare tutto sul posto, ovvero, una volta arrivati a Kathmandu o a Pokhara, passare in rassegna qualche agenzia e vedere quello che offrono. E’ vero anche però che la maggior parte delle persone tutto questo tempo da perdere non ce l’ha a disposizione o che preferisca comunque, anche a fronte di un prezzo leggermente più alto, affidarsi a qualcuno direttamente dall’Italia, sia essa un agenzia incontrata online oppure la sottoscritta (leggi anche Chi Sono)

    Il prezzo ovviamente può variare molto a seconda della zona che sceglierete per il vostro trekking, soprattutto se per arrivarci è necessario prendere un volo interno (per esempio per il Trekking al Campo Base Everest) o se l’area rientra tra quelle “Restricted” per cui vi sono dei permessi maggiorati da pagare (nel caso dell’Upper Mustang per esempio si parla di un permesso di ben 500$!).

    Il costo di una guida professionista si aggira intorno ai 35$ al giorno, quello di un Porter circa 15/20$.

    Il costo del cibo lo vedrete aumentare con l’altezza: momo, riso e noodles costano in media 400/500 rupie al piatto mentre il Dhal Bhat arriverà fino a 600/700 rupie. Le bevande calde si aggirano intorno alle 100/150 rupie mentre la birra arriva a costare fino a 750 rupie. Il costo della camera varia a seconda della struttura e della zona: dai 200 per un letto in camera condivisa ai 1000 per il bagno in camera (non sempre disponibile).

    Poon Hill trek

    Sul discorso mance non esiste una regola fissa ma le mance sono estremamente apprezzate.

    Portatevi contanti a sufficienza per coprire tutte le spese non incluse nel vostro pacchetto e una scorta extra per qualunque evenienza. 

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