Una collina vulcanica di circa 800 metri che si innalza solitaria nel bel mezzo di una campagna polverosa e sconfinata; un’antica cittadella islamica costellata di raffinate moschee e monumenti funerari,per secoli dimenticata: sono questi gli splendidi siti conosciuti localmente con il nome di Pavagadh e Champaner, entrambi meritatamente e a ragion dovuta inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dall’Unesco.
Vi riporto di nuovo nello stato del Gujarat, a circa un’ora e mezza dall’attivo centro abitato di Baroda (Vadodara) che pur non presentando nessuna attrattiva particolarmente interessante, costituirà quasi necessariamente la vostra base di partenza, se non altro per la vasta offerta di sistemazioni.
Per la visita di Pavagadh e Champaner considerate di impiegare un’intera giornata per cui recatevi in mattinata nella sorprendentemente moderna stazione degli autobus – dove già il giorno prima avrete chiesto conferma degli orari – e salite sul primo autobus in partenza diretto nella zona del parco archeologico. Il tragitto – non chiedetemene il motivo – avrà un costo di 35 rupie per l’andata e 50 per il ritorno.
Una volta arrivati a destinazione, uscendo dal bus stand locale, svoltate a destra e continuate lungo la strada principale in direzione della Jami Masjid, la “Grande Moschea”. La troverete dritta davanti a voi, all’altezza di una grande curva. Guardatela ma non entrateci ancora. Prendete piuttosto prima il sentiero di campagna che si dirama immediatamente alla sua sinistra e mentre godrete di una spettacolare prospettiva della collina di Pavagadh, fate tappa alla Kevda Masjid.
Immersa in un pacifico e silenzioso ambiente rurale e praticamente dimenticata dal turismo locale di pellegrini in visita alla collina, poco interessati ai vicini edifici storici, questa prima magnifica moschea con annesso cenotafio, è il luogo perfetto da dove cominciare la vostra esplorazione e, nella solitudine più assoluta, iniziare ad immergervi nella storia di questi luoghi incantati.
Champaner, fondata nell’VIII secolo dal più prominente dei sovrani della dinastia Chavda – lo stesso che fondò la città di Patan, passata poi nelle mani della dinastia Solanki – e successivamente governata dal gruppo Rajput dei Chauhan, raggiunse il suo massimo splendore solo quando, nel 1484, Mahmud Begda, dopo 20 lunghissimi mesi d’assedio, ne fece la capitale del suo regno, il nuovo Sultanato del Gujarat.
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Purtroppo Muhammadabad – così venne rinominata sotto il suo governo – non ebbe lunga vita: troppo presto, dopo solo 23 anni di regno, venne infatti rimpiazzata nel suo ruolo da Ahmedabad. Il destino di Champaner era quindi ormai già segnato quando Humayun, l’imperatore Mughal, la saccheggiò di tutto quello che era rimasto lasciando che questa antica meraviglia cadesse in rovina per sempre.
La Kevda Masjid, che venne dunque costruita durante il regno di Mahmud Begda (1458-1551 d.c.) , rappresenta ancora oggi una perfetta sintesi di architettura indo-islamica, ricca di squisiti disegni geometrici e floreali che vennero presi a modello in altri esempi architettonici dello stesso genere. Al tempo della sua costruzione la moschea era dotata di tre cupole a sovrastare la grande sala della preghiera ma purtroppo quella centrale ha subito un crollo ed è oggi mancante.
Ritornate ora sul sentiero di campagna da cui siete arrivati e girando intorno alla Kevda Masjid, in altri dieci minuti di cammino, raggiungerete la Nagina Masjid dove, questa volta a farla da padrone, più che la moschea, è il vicino cenotafio le cui facciate, colonne e nicchie sono di nuovo meravigliosamente decorate con motivi floreali e geometrici.
Se vi siete quindi goduti abbastanza la pace di questi primi due luoghi, siete ora pronti a fare ritorno verso la Jami Masjid, la moschea più imponente dell’area archeologica. Situata al di fuori di quello che rimane delle antiche mura di fortificazione della cittadella, la “Grande Moschea”, si classifica a livello architettonico come una delle più raffinate di tutto lo stato del Gujarat. Personalmente non mi sono trovata d’accordo con questo giudizio. Sarà per l’atmosfera silenziosa e d’incanto che le circondava ma ho trovato, nonostante le dimensioni meno imponenti, molto più suggestive la Kevda e la Nagina Masjid per le quali oltretutto non viene richiesto neanche il biglietto d’accesso.
Essendo l’area di Champaner protetta dall’Unesco, il costo dell’entrata che viene venduto all’ingresso della Jami Masjid ammonta infatti a ben 250 rupie. Il biglietto cumulativo sarebbe teoricamente valido per tutti i monumenti del parco archeologico ma viene controllato solo in questa occasione e presso la Shaher ki Masjid, anch’essa visibilissima dall’esterno. Detto sinceramente, dovessi tornare indietro, mi limiterei a guardare la Jami Masjid da fuori, senza entrare, considerato anche il fatto che, pur trattandosi di monumento archeologico, l’accesso alla sala delle preghiere non è consentito alle donne!
Terminate quindi il percorso esplorando le rovine della cittadella e le stradine del villaggio che si è sviluppato al suo interno, il tutto fino a raggiungere la Shaher ki Masjid, la moschea che venne architettata per l’utilizzo della famiglia reale e dei nobili del Sultanato del Gujarat.
Per quanto riguarda il tempio sulla collina di Pavagadh, io purtroppo non ho avuto tempo di visitarlo per via di un autobus notturno già prenotato e in partenza il giorno stesso. Dalle rovine di Champaner comunque sono in partenza delle shared jeep che vi porteranno fino all’accesso dell’ovovia la quale vi permetterà di raggiungere facilmente – evitandovi due ore di cammino – il tempio posto sulla sua sommità e dedicato a Kalikamata, ovvero alla Dea Kali. Risalente al X-XI secolo, trattasi di uno dei più antichi della zona, meta di pellegrinaggio da ancora prima che venisse fondata la città di Champaner. In una giornata limpida la vista dall’alto dev’essere incredibile!
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