Una “goccia nell’oceano”, la “lacrima dell’India”, l’isola di “Lanka”, forse più piccola di altre ma con un tale concentrato di attrattive che non basterebbero sei mesi per poterla esplorare da cima a fondo. Esperti di arte templare e di architettura coloniale, botanici, biologi, naturalisti, amanti dell’ozio, della vita da spiaggia, del surf o delle immersioni, escursionisti o ciclisti ma anche aspiranti medici ayurvedici e pellegrini, qui davvero ce n’è per tutti!
I romani la conoscevano con il nome di Taprobane, i mercanti musulmani la chiamavano Serendib, “l’isola dei gioielli” e gli inglesi Ceylon ma da sempre l’isola è nota ai singalesi semplicemente come “Lanka”, “l’isola”. Un melting pot di culture che si sono sommate nei secoli, scontrandosi a volte purtroppo in maniera sanguinaria (vedi gli ultimi episodi terroristici di aprile 2019) ma anche inconsapevolmente fondendosi l’una nell’altra e dando vita oggi ad un connubio di tradizioni e credenze che – ci si augura – un giorno potranno convivere in pace ed armonia.
Se dunque lo Sri Lanka rientra nella lista dei paesi che vorreste visitare, è sicuro che la roccia di Sigiriya sarà una delle vostre mete principali. La Machu Picchu d’oriente, una formazione rocciosa alta 370 metri con affreschi che ne decorano le pareti a strapiombo e antiche rovine sulla sommità. Un luogo imperdibile, Patrimonio dell’Umanità dal 1982, un complesso affascinante capace di soddisfare gli interessi di chiunque la visiti, appassionati di storia, amanti dell’arte o turisti occasionali. Eppure mi è capitato di incontrare decine di persone pronte a sostenere che il sito fosse deludente, poco entusiasmante, persone forse sature delle troppe meraviglie del mondo. Non fidatevi, lasciate sempre che siano i vostri occhi a giudicare.
Una massa rocciosa costituita da un accumulo di magma indurito – fuoriuscito da un vulcano scomparso ormai da tempo – spunta maestosa dall’immensa distesa verde che ricopre l’intera regione, ricca di foreste lussureggianti: Sigiriya, “la rocca del leone”, fu molto probabilmente la sede di un complesso monastico, di un luogo destinato alla meditazione nonostante ci sia ancora chi preferisca credere che si trattasse invece di una residenza inespugnabile fatta erigere durante il regno di Kassapa (477-495 d.c.).
Un luogo estremamente suggestivo soprattutto se visto da lontano. Il posto migliore per iniziare la vostra visita non è quindi la roccia stessa bensì la poco frequentata, se non addirittura sconosciuta Pidurangala Rock, situata a pochissima distanza dalla prima. Per raggiungerla vi basterà una breve camminata che dall’ingresso principale di Sigiriya costeggia il fossato esterno a sinistra. Seguite quindi le indicazioni. Accedete dal piccolo monastero alla base (a pagamento) e salite seguendo il tracciato costituito in buona parte da scalini.
Raggiunta la cima vi sorprenderà una vista spettacolare che sarete solo voi e pochi altri ad ammirare. Prendetevi tutto il tempo che vi serve per contemplare il paesaggio perché Sigiriya è meglio visitarla nel tardo pomeriggio. Arrivando al mattino infatti, trovereste una luce poco favorevole alle foto e la maggior parte dell’ascesa la fareste al sole.
Cosa ne dite? Un’altra delusione o l’ennesima meraviglia del mondo? A voi la parola! E per gli amanti delle piccole e grandi imprese, leggete anche l’articolo Il Picco di Adamo: la notte di un pellegrino in Sri Lanka, un’esperienza davvero da non perdere!
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