Mardi Himal: l’ultima frontiera del Trekking in Nepal

Mardi Himal: l’ultima frontiera del Trekking in Nepal

Mardi Himal: l’ultima frontiera del Trekking in Nepal 1024 682 Sonia Sgarella

Ci sono montagne difficili, che vengono corteggiate per anni prima che l’alpinista ne riesca a conquistare la vetta; ci sono montagne ancora inviolate, alcune perché situate in zone della terra impervie o poco esplorate, altre in territori pericolosi o politicamente instabili; altre ancora forse perché semplicemente poco attraenti; e poi ci sono loro, le vette inviolabili, quelle inaccessibili, sulle quali all’uomo non è concesso mettere piede per rispetto alle credenze locali.

Dimore divine, la casa degli spiriti, ecco il pretesto che rende queste vette sacre e inattaccabili: il Kailash, in Tibet, per fare l’esempio più famoso, il Gangkhar Puensum, in Bhutan, il più alto ma forse il meno conosciuto e poi ancora lui, la “coda di pesce”, il Machhapuchhare, in Nepal.

Mardi Himal

6.993 metri d’altezza e una forma slanciata che desta meraviglia negli occhi di chiunque la guardi: il Machhapuchhare, a ragion dovuta, è considerata non solo la più sacra tra le vette del Nepal bensì anche una delle cime più spettacolari del mondo. Salirci non è possibile ma se è vero che avvicinarla si può, sapete qual’è il modo migliore per farlo? Si chiama Trekking del Mardi Himal!

Mardi Himal

Un percorso aperto solo da pochi anni e ancora sconosciuto alla maggior parte dei viaggiatori i quali, dovendo scegliere, preferiscono optare per la vicina Pooh Hill o per il Campo Base dell’Annapurna. Niente da dire riguardo a questa decisione ma se siete alla ricerca di un itinerario poco battuto, più selvaggio e che in pochi giorni vi porti ad un’altezza di 4.500 metri, al cospetto della montagna più sacra del Nepal, eccovi allora serviti su un piatto d’argento: avete trovato quello che fa per voi!

Mardi Himal

Lo chiamano il trekking “sulla cresta” perché per la maggior parte del tempo ci si trova a camminare sulla cresta delle montagne che separano la valle di Pokhara da quella del fiume Modi Khola, dapprima immersi in una foresta densa e lussureggiante e in seguito, oltre la linea degli alberi, su un terreno sempre più alpino ricoperto da piccoli arbusti. Le sistemazioni saranno forse più spartane rispetto a quelle degli itinerari più gettonati ma che cosa importa…da qui si torna a casa con in tasca un’esperienza meravigliosamente autentica!

Mardi Himal

Cosa aspettate allora? Non ci vorrà molto perché le agenzie comincino a puntare su questo nuovo percorso, perché l’affluenza di persone incominci ad aumentare con il passaparola e perché vengano rilasciati i permessi per la costruzione di nuove strutture. Da quel giorno – come è normale che sia – probabilmente non sarà più la stessa cosa. Approfittatene adesso che siete ancora in tempo!

Quello che innanzitutto dovrete fare se interessati a questo trekking, sarà tenervi almeno 6 giorni a disposizione. Udite udite però, esiste anche un’altra possibilità, più dispendiosa, potenzialmente più pericolosa ma di certo super adrenalinica: salire a piedi e scendere in parapendio! Ebbene sì, avete capito bene: trattandosi di un itinerario che si estende su un cresta affacciata verso la valle di Pokhara, con un solo volo potreste risparmiare due giorni di cammino in discesa. Anche in questo caso però, seppur non la distanza, potrebbe essere il meteo ad imporvi di aspettare le condizioni più favorevoli.

Qualunque cosa decidiate di fare, evitate quindi di incastrare gli impegni come dei campioni in una partita di tetris e ricordatevi che per raggiungere i 4.500 metri il vostro corpo potrebbe avere bisogno di un giorno in più di acclimatamento. Se avete dei dubbi che riguardano questo tema leggete l’articolo L’ABC del trekking in Nepal: semplici regole per stare bene.

Mettiamo comunque il caso che per una prima volta vogliate contare solo sulle vostre gambe e rimandare – chissà ad una seconda – l’esperienza del paragliding; eccovi allora qua sotto il percorso dettagliato con tutte le varianti possibili. A questo farà poi seguito il mio tinerario personale, modificato appositamente per poterci aggiungere il trekking al Campo Base dell’Annapurna (clicca qui per leggere il post).

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1.Pokhara – Pothana o Pitam Deurali

Il vero punto d’inizio dell’itinerario chiamato del Mardi Himal è il piccolo agglomerato di lodge conosciuto con il nome di Pitam Deurali. All’altezza del Trekkers Inn Lodge, una delle uniche due tea house presenti in questo punto, troverete un cartello ad indicare la via per “Mardi Route (Forest Camp)”.

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Per arrivare a Deurali non dovrete fare altro che seguire lo stesso itinerario descritto nell’articolo Trekking al Campo Base dell’Annapurna. Partendo da Pokhara considerate quindi circa 1h. di viaggio in taxi fino a Kande (2.000 rupie) – villaggio situato ad un’altezza di 1.770 m. – e da lì mediamente 2h. per Pothana, passando per l’Australian Camp.

Fermatevi a Pothana per la prima notte oppure proseguite altri 45 minuti fino a Deurali ma solo se sicuri di avere una stanza prenotata per voi. Arrivare a Deurali così alla cieca – per via della scarsa disponibilità di alloggi – comporta infatti il rischio di non trovare posto e di essere costretti a fare marcia indietro, di nuovo fino a Pothana.

L’idea di proseguire oltre non è da prendere neanche in considerazione e questo per due motivi: perché da lì al Forest Camp vi divino altre 4/5h. di cammino e perché, se anche ci doveste arrivare, il dislivello tra gli 800 m. di Pokhara e i 2.550 del campo , non darebbe il tempo al vostro corpo di acclimatarsi in maniera ragionevole. A Pothana il numero di lodge è ampiamente superiore per cui meglio prendere le cose con calma ed evitare di strapazzarsi troppo già dal primo giorno.

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2.Forest Camp, Rest Camp o Low Camp

Da Pitam Deurali il percorso prosegue in leggera salita attraverso una densa e tranquilla foresta e, nonostante alcuni passaggi siano un po’ più ripidi, in linea di massima non si tratta di un itinerario difficile. Attenzione però: lungo il percorso le uniche due strutture che incontrerete saranno un tempietto in cima ad una scalinata – con vista su Ghandruk e la punta del monte Dhaulagiri – e una piccola dhaba nella località di Dhan Kharka (2.425 m.). Solo qui, dopo circa 3h. di cammino, troverete in vendita snack e bevande; assicuratevi quindi di essere partiti al mattino già con una buona scorta di acqua.

In un’altra ora ecco che arriverete così al primo dei quattro “Camp”, quello conosciuto con il nome di Forest o Kokan (2.550 m.). Io, partendo poco prima delle 8 da Pothana, ho raggiunto il Forest Camp alle ore 13 e lì mi sono fermata a mangiare. Il posto è carino, consistente in sole 3 tea house situate nei pressi di una bella spianata circondata dalla foresta lussureggiante, con l‘unica pecca quella di non avere però nessuna vista sulle montagne che invece potreste guadagnarvi continuando fino al Low Camp.

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Ora dovrete scegliere quindi se fermarvi o proseguire oltre. Da qui a 30 minuti incontrerete prima il Rest Camp (2.600 m.) – con una sola tea house dotata di acqua calda per la doccia – mentre, continuando per un’altra ora e 45 minuti, arriverete ai circa 3.000 m. del Low Camp. L’ideale sarebbe sempre quello di non osare troppo in termini di altezza per dare al corpo il tempo di acclimatarsi, ma è vero anche il fatto che, nel prendere le proprie decisioni, bisogna inoltre valutare le condizioni meteorologiche. Nella sezione “il mio itinerario” vi dirò quali sono state le mie scelte, spiegandovene anche le motivazioni.

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3.High Camp

Dal Low Camp al lodge Badal Dhanda Top View – ancora in fase di rifinitura al momento della mia visita (novembre 2017) – ci vogliono circa 50 min. Scattate le foto di rito con lo sfondo delle montagne, potete quindi proseguire per altri 40 min. – attraverso la foresta di rododendri – fino all’agglomerato di lodge conosciuto con il nome di Upper Badal Dhanda (3.289 m.)

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Da qui la vegetazione si va sempre più diradando essendo ormai arrivati al limite della linea degli alberi, trasformandosi definitivamente in bassa sterpaglia mano a mano che vi avvicinerete alla soglia dei 3.700 m. dell’High Camp. Il sentiero da Badal Dhanda in poi si snoda dapprima sul versante di una collina per poi farsi sempre più scosceso sulla cresta della montagna, regalando viste mozzafiato sia sul Machhapuchhare che dell’Annapurna South.

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I passaggi stretti al lato di burroni da centinaia di metri possono essere pericolosi in caso di svarioni o di sbilanciamento e richiedono quindi la vostra massima attenzione. Salite con calma, fermatevi a prendere fiato, a ridare stabilità al corpo ogni volta che lo riteniate necessario e in circa 3/3,5 h. dal Low Camp avrete finalmente raggiunto l’High Camp, quello più alto (3.700 m.).

Mardi Himal

Incredibile pensare che fino a pochi anni fa tuto quello che avete percorso non era altro che un tracciato per lo spostamento degli yak e che come tale in effetti sembra ancora oggi. Al momento all’High Camp esistono solo due lodge ma il progetto è quello di ampliare l’offerta nei prossimi anni.

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4.Upper View Point – MBC – Low Camp, Rest Camp, Forest Camp o Sidhing

Ormai che avete fatto 30 dovete fare per forza anche 31! Raggiungere l’Upper View Point(4.300 m.) può costituire una bella sfida per chi soffre di vertigini ma ne vale veramente la pena. Per affrontare questa salita di 1/1,5 h. e prevedere di arrivare in cima giusto in tempo per il sorgere del sole, la cosa da farsi sarebbe quella di partire quando ancora fuori è buio ma, a meno che non stiate viaggiando con una guida che conosca il percorso, NON fatelo! Alcuni passaggi possono infatti risultare difficili da identificare e potrebbe quindi essere rischioso avventurarsi da soli.

Mardi Himal

Arrivati in cima lo spettacolo è uno di quelli epici con il Machhapuchhare in primo piano che mostra agli spettatori il suo profilo migliore; non solo, da qui si intravede gran parte del percorso per il Campo Base dell’Annapurna, il Mardi Himal Base Camp (4.500 m.) – che potrete raggiungere continuando sulla cresta per altri 30 min circa – e la valle di Pokhara.

Mardi Himal

Ritornati all’High Camp per una bella colazione, potete quindi caricarvi delle vostre cose e ripartire in discesa, laciando che siano le vostre gambe a decidere fino a dove arrivare . Considerate il fatto che, se quella dall’Upper View Point è la vostra prima vera discesa, non solo le gambe ma anche le vostre ginocchia potrebbero essere già abbastanza provate da non riuscire a portarvi lontano più di tanto. Cercate quindi di preservarle anche per il giorno seguente aiutandovi con i bastoncini!

Mardi Himal

Se siete diretti di ritorno a Pokhara, appena sotto al Low Camp troverete le indicazioni per Sidhing (1.900 m. -3,5 h.). Seguitele e quindi fermatevi lì una notte; se siete invece diretti a Landruk – per proseguire poi verso L’Annapurna Base Camp, Ghandruk e Ghorepani – oppure se volete fare ritorno a Pokhara di nuovo via Pothana, potete allora proseguire anche fino al Rest Camp o al Forest Camp.

Mardi Himal

Alba dal Rest Camp

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5.Landruk o Pokhara

Da Sidhing le jeep dirette a Pokhara partono di solito al mattino presto ma non avendo preso questa direzione non vi saprei dire con certezza né il loro costo, ne quanto tempo ci impiegano.

La deviazione per Landruk la troverete scendendo lungo lo stesso sentiero che avete fatto per salire, poco dopo il Forest Camp sulla destra. La discesa è in picchiata – una famigerata killing-down – e il percorso di circa 1,45 h. può risultare complicato e sicuramente scivoloso in caso di pioggia. Ebbene queste sono le occasioni in cui ringrazio di essermi portata dietro i bastoncini, un supporto che invece non utilizzo mai durante le salite.

Avvicinandosi a Landruk il terreno irregolare lascia finalmente spazio ai gradini: siete giunti in uno dei villaggi più belli di tutta la zona! Da qui, se avete fretta, potete saltare direttamente su una jeep che vi riporti a Pokhara (45$), oppure fermarvi una notte e quindi proseguire verso nuovi orizzonti, tra cui Pothana, Ghandruk o Jhinudanda (vedi post sull’ABC)

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Il mio itinerario e qualche fatto generale

Nel decidere quali sarebbero state le tappe del mio itinerario un ruolo importante l’ha svolto, non soltanto la questione acclimatamento, ma di certo anche il meteo: soleggiato e limpidissimo dal calar del sole fino al primissimo pomeriggio, umido e nuvoloso durante il resto della giornata. Di seguito e per ogni tratta vi spiego quindi la motivazione principale che mi ha fatto propendere per una o per l’altra località, il nome delle tea house in cui sono stata e la spesa giornaliera per vitto e alloggio.

Giorno 1: da Pokhara a Pothana – Motivazione: acclimatamento e mancanza di alloggio presso Pitam Deurali. – See You Lodge – 1.670 rupie in stanza singola e doccia.

Giorno 2: da Pothana al Low Camp – Motivazione: evitare di prendere troppo freddo rimanendo fermi al Forest Camp già da dopo pranzo e raggiungere un punto più alto che ci avrebbe permesso quindi di accorciare la giornata successiva, garantendoci di camminare in cresta in condizini di piena visibilità. – Hotel Laligurans – 1.530 rupie in stanza singola, no doccia.

Giorno 3: dal Low Camp all’High Camp – Motivazione: acclimatamento. Avere una mezza giornata intera di riposo è l’ideale per preparare il corpo alla salita del giorno successivo. – Hotel Trekkers Home – 1.810 rupie in stanza tripla, no doccia. Il cibo qua è davvero spettacolare e in più ho bevuto il ginger lemon tea più buono di tutto il mio soggiorno!

Mardi Himal

Potato Rosty with cheese and egg – 500 rupie

Giorno 4: salita all’Upper View Point e discesa fino al Rest Camp – Motivazione: evitare di buttare via mezza giornata dispersi tra le nuvole e al freddo dell’High Camp. Ripartendo al mattino subito dopo la colazione abbiamo di nuovo camminato in discesa lungo la cresta in condizioni di piena visibilità. – Rest Camp Guest House – 1.180 rupie in stanza singola, no doccia e no pranzo.

Giorno 5: dal Rest Camp a Landruk – Motivazione: proseguimento da lì verso L’ABC. – Captain Laligurans – 2.110 rupie in stanza singola, si doccia e 1 birra Everest (550 rupie).

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Fatto n.1: su ogni cartello, menù, mappa o guida che sia, è molto probabile che incontrerete altezze diverse che riguardano le stesse località; che dire, non sarò di certo io a definire quale sia quella giusta ma, per quel che riguarda il mio articolo, ho preferito utilizzare quelle riportate sui menù delle tea house.

Fatto n.2: all’interno delle tea house lungo questo percorso si usano ancora le stufe a legna per il riscaldamento delle sale da pranzo. Nonostante le sistemazioni siano ancora leggermente più spartane rispetto a quelle dei circuiti più famosi, i proprietari dei lodge si stanno adoperando per promuovere questo nuovo circuito e si prevedono rapidi miglioramenti già nel prossimo futuro.

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