Annapurna

Trekking in Nepal: Circuito dell’Annapurna e Lago Tilicho

Trekking in Nepal: Circuito dell’Annapurna e Lago Tilicho 1024 682 Sonia Sgarella

Voce del verbo yakkare = muoversi come uno yak: un incedere lento e costante, pesante e imperterrito, perseverare in modalità slow motion, lavorare sul risparmio energetico, fare in modo che il corpo si muova per inerzia sperando che la mente tenga a bada sé stessa e che vi porti a destinazione, possibilmente senza troppa fatica.

Circuito Annapurna

Ah quanto sono sarcastici i nepalesi: nepali flat, killing up, killing down, dhal bhat power 24 hours e adesso ci sta pure che sopra i 4.000 metri non si parli più di trekking, bensì di yakking! Ma quanto hanno ragione! 🙂 Ho ancora impressa davanti agli occhi quell’immagine emblematica: noi – io, Maddalena e Mattia – seduti nella tiepida sala da pranzo di un lodge di Thorung Phedi sorseggiando un hot ginger lemon e loro – il mondo fuori dalla finestra – che si muove al rallentatore in salita verso l’High Camp.

A 4.500 metri non bisogna disperdere le energie; l’obiettivo è cercare un passo lento e cadenzato, lasciare che sia il respiro a comandare il movimento e concentrarsi sugli istanti presenti senza pensare alla meta. Ricordatevi: la vera sfida non è arrivare ma è farlo in forma come quando si è partiti! Fare yakking, non trekking! Le prestazioni di velocità, se proprio dovete, risparmiatele  piuttosto per la discesa, quando vi servirà scaricare un po’ di tensione dalle ginocchia.

Circuito dell'Annapurna e Lago Tilicho

Volete sapere dove è stata scattata questa foto? Lungo quello che da decenni (venne aperto al turismo dal 1977) viene considerato come uno dei trekking più belli del mondo: il Circuito dell’Annapurna signore e signori, un susseguirsi continuo di paesaggi mutevoli e, a mio modesto parere, in una posizione d’eccellenza tra i migliori trekking del Nepal!

Dal verde lussureggiante di un’antica foresta pluviale all’arido colore dell’Altopiano Tibetano nel deserto del Lower Mustang, passando – e questo a mio avviso non dovrebbe assolutamente mancare – per uno specchio d’acqua incontaminato tra i più alti del mondo; il tutto sempre e ovviamente incorniciato dalle vette leggendarie dell’ Annapurna II, III e IV , del Gangapurna, Tilicho, Chulu, Pisang, Dhaulagiri, Manaslu; insomma, dalle vette più alte del pianeta!

Circuito dell'Annapurna

Dhaulagiri @ 8.167 m.

E’ vero, negli anni – avrete sentito dire – ne hanno deturpato in parte la bellezza costruendoci la strada lungo parti del tracciato dove prima si poteva solo camminare ma il cuore del percorso è ancora intatto ed è proprio lì che ci si dovrebbe recare: da Chame a Jomson, passando per il Thorung La e per il Lago Tilicho!

Circuito Annapurna

Mettetelo in conto: gli spostamenti in autobus fino a Besisahar, in jeep fino a Chame e in jeep o in autobus da Jomson a Pokhara non sono cosa da poco – se non abituati o predisposti potrebbero mettere a dura prova la vostra resistenza psico-fisica – ma, una volta incominciato il cammino credetemi, sarete pronti ad ammettere di essere disposti a farlo di nuovo. Da Jomson comunque – volendo e tempo permettendo – è possibile fare rientro a Pokhara in aereo con un volo diretto di 20 minuti, forse una valida alternativa ad 8 ore di calvario su strada sterrata.

Con qualunque mezzo decidiate di spostarvi comunque fate in modo di percorrere l’itinerario da est a ovest, in senso anti orario e  questo perché l’ascesa al Thorung La (5.414 metri) vi risulti più gestibile dato il minor dislivello.


Il mio itinerario

1. Da Chame  ad Upper Pisang – 16 km – 765 D+ – 175 D-

È così, il primo giorno di cammino di solito è quello che offre meno attrattive in termini paesaggistici: le montagne più alte sono ancora troppo lontane per essere ammirate in tutta la loro imponenza – anche se l’emozione nello scorgerle è tanta – e la strada carrozzabile ancora troppo vicina per darvi l’idea di essere immersi in un ambiente naturale incontaminato; il primo giorno, inoltre, è quello di ricerca dell’assestamento fisico: ci si deve abituare alla presenza costante di uno zaino sulle spalle,  leggero o pesante che sia, alle scarpe, che forse non mettevate da un po’ o che – grandissimo errore – non avete neanche mai messo.

Circuito Annapurna

Vi trovate catapultati in un ambiente nuovo, entusiasti ma anche inconsciamente preoccupati, con varie domande che vi frullano nella testa tra le quali “chissà se ce la farò?”.  Andate tranquilli, è normale che sia così: godetevi anche questi momenti e provate poi a ripensarci alla fine del viaggio…vi verrà da sorridere!

Leggi anche L’ABC del trekking in Nepal: semplici regole per stare bene

Questa prima giornata, in termini di difficoltà non è certo una delle più impegnative, ma proprio perché siete freschi e forse digiuni di camminate da qualche tempo, si farà comunque sentire. Mettiamola così comunque: partire da Chame (2.670 m.) vuol dire risparmiarsi la parte più calda del percorso e quindi faticare sì, ma non più di tanto..

Dopo circa 1h30 di cammino da Chame, in parte su strada sterrata e in parte su sentiero, raggiungerete l’apple farm di Bhratang. Un’apple farm in Nepal?? Ebbene sì, piantagioni di mele come in Trentino!!! Era infatti il marzo del 2015 quando un intraprendente proprietario terriero acquistò dall’Italia 60.000 alberi da mela e decise di piantarli proprio lì, nel luogo dove oggi sorge la più grande produzione di mele di tutto il Nepal.

Continuando un’altra ora si arriva a Dhukar Pokhari, un piccolo agglomerato di tea houses coloratissime perfetto per fermarsi a mangiare. Da qui potreste decidere di continuare lungo la strada carrabile verso Lower Pisang ma certo non si tratta della miglior decisione; l’opzione migliore è invece quella di proseguire lungo il sentiero verso Upper Pisang e da lì, incominciare a godere dei panorami incredibili che vi si apriranno di fronte agli occhi.

Circuito dell'Annapurna

..la vedete anche voi una faccia nella montagna???

Circuito dell'Annapurna

Ad Upper Pisang (3.350 m.) stanno aprendo numerose nuove tea houses – io sono stata per esempio nel nuovissimo Hotel Mountain Bridge – per cui non fate caso alle guide datate che ne menzionano soltanto quattro. A sovrastare il villaggio, il monastero buddhista merita sicuramente una visita; mettetelo in programma prima che diventi buio.

2. Da Upper Pisang a Manang – 18 km – 840 D+ – 615 D-

Ebbene qui la storia comincia a farsi un po’ più impegnativa sia in termini di distanza che in termini di dislivello ma tranquilli, il giorno dopo avrete modo di riposare a Manang! Il percorso ufficiale e decisamente più panoramico è quello che da Upper Pisang prosegue in salita verso Ghyaru (2h. 320 D+), un paesello interessante incorniciato dai terrazzamenti per la coltivazione prevalente di orzo e grano saraceno.

Tante delle antiche abitazioni sono state abbandonate dalla popolazione (che negli anni si è trasferita a Pokhara o a Kathmandu) ma vi capiterà sicuramente di incontrare ancora qualche donnina che da qui ha deciso invece di non andarsene – e che continua quindi ancora a lavorare nei campi, con gli abiti tradizionali e la pelle bruciata dal sole.

Da Ghyaru ci si allontana ancora in salita fino a raggiungere i 3.750 m. di un piccolo passo che vi regalerà immagini memorabili dei suoi dintorni, per poi cominciare a discendere verso Ngawal (1h15, 3.680 m.), un buon punto di ristoro per fermarsi a rifocillare lo stomaco. Lungo tutto il percorso le viste sull’Annapurna II, IV e III e sulla valle del fiume Marsyangdi continuano ad essere semplicemente sublimi!

Annapurna II @ 7.937 m.

Ora, da Ngawal a Manang avete di nuovo due possibili opzioni: una alta più lunga (4h) e una bassa più breve (2h30); noi abbiamo optato per quella più breve, ovvero per un tratto di strada sterrata (da dove non passa praticamente nessun veicolo) che prosegue in discesa fino a Munji e quindi da lì, un po’ su sentiero e un po’ su strada, fino a Manang (via Braka).

Braka @ 3.470 m. e Ngawal @ 3.680 m. 

Braka (3.470 m.) – trovandosi circa alla stessa altezza di Manang – potreste considerarla come un’altra opzione di sosta per la prima notte di acclimatamento – e proseguire poi a Manang soltanto per la seconda. Da Braka è per esempio immediato accedere al sentiero che conduce all’Ice Lake (4.600 m. – 4/6 ore a/r), una tra le escursioni possibili da compiere in mezza giornata durante la mattinata successiva. L’alternativa – così come abbiamo fatto noi – è invece appunto quella di continuare direttamente a Manang e lì fermarsi due notti.

3. Acclimatamento a Manang (3.519 m.)

Manang è il villaggio più grande dell’omonimo distretto e conta certamente un numero sufficiente di tea houses da poter garantire alloggio a tutti i viaggiatori anche in periodi di alta stagione.

Costruita sul bordo di una panoramica parete sedimentaria che si sgretola verso valle laddove il fiume Marsyangdi ne ha scavato il suo ampio letto, Manang costituisce per la maggior parte dei trekkers diretti verso il Thorung La, una tappa fondamentale di acclimatamento alla quota e offre quindi al turista qualche occasione in più di svago e ristoro, tra cui un paio di caffetterie, alcuni negozi e un locale che propone la visione di film a varie ore del giorno.

Circuito dell'Annapurna

In quanto a passeggiate nei dintorni consigliate sempre per aiutare il corpo ad acclimatarsi – la regola vuole che sia meglio dormire più in basso rispetto al punto più alto raggiunto in giornata – la più gettonata è sicuramente quella al laghetto del Gangapurna (che svetta con i suoi 7.455 m. dall’altro lato della valle) e al punto panoramico situato circa 200 m. più in alto. Lassù troverete anche una piccola tea house che oltre a bevande calde di vario tipo vende anche qualche souvenir a prezzi ancor più convenienti che non in paese (dove comunque si riescono ad ottenere dei buoni affari).

Un’altra possibilità un po’ più impegnativa – io non ci sono stata ma dovrebbero essere circa 2h – potrebbe invece essere quella di raggiungere il Praken Gompa (3.945 m.), appollaiato come un nido d’aquila sul ripido versante della montagna che sovrasta Manang e dove per anni ha vissuto il vecchio monaco Deshi Lama dando benedizioni a tutti i visitatori. Attualmente sembrerebbe che sia la figlia ad accogliere gli avventurieri ma comunque, benedizione a prescindere, il luogo costituisce un ottimo punto panoramico su tutta la valle.

4. Da Manang al Tilicho Base Camp – 15,5 km – 1.000 D+ – 420 D-

A questo punto dovrete scegliere: continuare dritti verso il Thorung La – rimanendo dunque fedeli al percorso principale del Circuito – o prendere la deviazione verso il Lago Tilicho, aggiungendo quindi due giorni  di cammino al vostro programma. Non c’è ombra di dubbio: la seconda opzione è quella da scegliere come una delle migliori escursioni da fare nella zona!

Circuito Annapurna

Shiva Bom Bolenath!

Tilicho Lake, il lago più alto del mondo (4.919 m.) – o almeno questo è quel che si dice – è un’incantevole distesa di acqua turchese immersa in un ambiente grandioso e incontaminato sovrastato dall’imponente parete del Tilicho Peak (7.134 m.): un luogo estremamente suggestivo che vale tutta la pena (e la fatica) di essere visitato.

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Da Manang il percorso prosegue prima su strada sterrata e poi su sentiero verso Khangsar (3.745 m. – 1h45) e almeno all’inizio, in uscita da Manang, corrisponde con quello che si estende verso il Thorung La. Seguite le indicazioni in prossimità del bivio. Khangsar, l’ultimo villaggio raggiungibile su strada, volendo potrebbe anche costituire una seconda opzione di appoggio per le vostre giornate di acclimatamento, trovandosi soltanto 200 metri più in alto rispetto a Manang ed essendo comunque da lì sempre possibile raggiungere sia il Lago Tilicho che Yak Kharka; da Khangsar parte infatti un sentiero in salita che si ricongiunge con quello alto Sri Kharka – Yak Kharka, il quale viene percorso di ritorno dal Tilicho in direzione del Thorung La.

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Campi di grano saraceno in uscita da Manang

Esattamente all’altezza di Khangsar (3.734 m.) e che si estende fino al Tilicho, incomincerete ad essere accompagnati dalle viste spettacolari delle imponenti pareti verticali della cosiddetta Grande Barriera, un gigante ed esteso muro di pietra e ghiaccio che venne così denominato da Maurice Herzog nel suo tentativo di trovare una  via d’accesso alla vetta dell’Annapurna I. Le vicende di questo grande alpinista francese che per primo, insieme al team della sua spedizione, nel 1950 riuscì a conquistare la sommità di uno degli ottomila sono raccontate all’interno del libro “Annapurna”, scritto da lui personalmente.

Da Khangsar a Sri Kharka, passando per il monastero di Tare Gompa, sono circa 350 metri di dislivello che dovreste riuscire a percorrere in circa 1h. A Sri Kharka vi dovrete fermare per pranzo, non essendovi poi altre possibilità fino al Tilicho Base Camp, il quale dista da lì altre 2h15 circa di cammino.

Il percorso che va da Sri Kharka al Tilicho Base Camp ha davvero dell’incredibile: quasi vi sembrerà di essere sbarcati su un altro pianeta. Stiamo entrando nella fascia trans himalayana, il terreno si fa totalmente arido dando vita a formazioni rocciose dall’aspetto lunare e vi troverete a questo punto ad attraversare versanti ripidi e ghiaiosi.

Circuito Annapurna

Sarà dunque molto importante in questa fase fare attenzione non solo a non scivolare ma anche ad eventuali cadute di sassi dall’altro. Tenete gli occhi bene aperti, mantenetevi a debita distanza da chi vi precede (si suole consigliare almeno una decina di metri) ed evitate di sostare nei punti più esposti. Per il resto ovviamente godetevi lo spettacolo!

Il Tilicho Base Camp, che sorge ad un’altezza di circa 4.000 metri, si trova ben nascosto dietro al versante di una collina, per cui riuscirete a scorgerlo solo quando praticamente ormai arrivati. Data la popolarità che sta acquisendo la zona, al momento della mia visita erano in corso i lavori per la costruzione di un nuovo lodge, ultimato il quale ve ne saranno dunque quattro.

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Tilicho Base Camp @ 4.150 m.

5. Da Tilicho Base Camp al Tilicho Lake e Sri Kharka – 18,7 km – 1.185 D+ – 1.250 D-

Vi ho già spiegato quanto valga la pena raggiungere il Lago Tilicho vero? Ebbene questo concetto tenetelo saldo nella mente sopratutto quando, ad un certo punto dei 900 metri di dislivello che vi separano dalla meta, vi sembrerà di stare morendo! 🙂 Scherzo ovviamente, non morirete di certo ma è vero anche che, come prima impresa sopra i 4.000 metri, quella del Lago Tilicho non è certo una scampagnata.

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Ricordatevi, yakking is the way: passo lento e calibrato col respiro, non cercate di strafare; il Lago Tilicho non si sposta, è lassù che vi aspetta a qualunque ora arriviate. Certo l’ideale sarebbe in mattinata – verso le 11 è infatti solito alzarsi il vento – e con un margine di tempo sufficiente per tornare a Sri Kharka ad un orario accettabile, prima che faccia buio. Tanto per darvi un’idea, noi siamo partiti alle 6 dal Tilicho Base Camp (la cucina apre prestissimo e volendo potreste anche fare una colazione leggera), abbiamo raggiunto il lago (4.990 m.) dopo circa 2h45, impiegato 1h45 per rientrare al Campo Base e, fatta colazione, altre 2h da lì a Sri Kharka.

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Landslide Prone Area – sentiero di rientro a Sri Kharka

Ovviamente per la prima parte di questa tappa potrete lasciare tutto il peso superfluo nel lodge del Tilicho Base Camp e portare quindi con  voi solo uno zainetto con al suo interno lo stretto necessario: acqua, snack vari, quanto di abbigliamento più caldo abbiate a disposizione e una torcia frontale (con la quale partirete). In caso di neve abbondante sarà necessario prevedere inoltre l’utilizzo di ghette e ramponcini per cui assicuratevi di averli con voi.

6. Da Sri Kharka a Yak Kharka – 9,8 km – 500 D+ – 515 D-

Per raggiungere Yak Kharka da Sri Kharka potrete mantenervi direttamente sul sentiero alto che passa per le rovine di Upper Khangsar e del suo antico monastero abbandonato e quindi evitare in questo modo di dover fare ritorno a Khangsar o addirittura a Manang. Il tragitto anche oggi è di nuovo meraviglioso e il piacere di mantenersi per lunghi traversi quasi sempre alla stessa altezza vi farà godere ancor di più l’esperienza.

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Rovine del monastero di Old Upper Khangsar

Girando intorno alla collina che separa la valle del Marsyangdi da quella del Thorung Khola, la prospettiva incomincia a cambiare, aprendosi ora verso le suggestive vette dei monti Chulu (Chulu West, Chulu Central, Chulu East e Chulu Far East), tutte sopra i 6.000 metri di altezza e possibili mete di scalate alpinistiche.

Qui il sentiero scende ripido per circa 200 metri fino al letto del fiume e quindi, superato il ponte sospeso e la tea house che si trova dall’altro (un buon punto per pranzare), risale il versante della collina per riportarvi di nuovo alla stessa altezza di prima. Il totale di cammino effettivo per questa giornata sarà di circa 3h30. Arrivati a Yak Kharka non perdetevi la torta al cioccolato dell’Hotel Gangapurna!

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Valle del Thorung Khola

7. Da Yak Kharka a Thorung Phedi – 7 km – 570 D+ – 80 D-

Una giornata breve ma emotivamente intensa che vi porterà alla base del Thorung Peak (6.144 m.) e a solo una notte di distanza – la notte prima degli esami! – dal famigerato Thorung La (5.416 m.), il – dicesi – Passo più alto del mondo! Ebbene circa questa tappa c’è poco da dire, sono solo 2h di cammino per 570 m. di dislivello positivo e, se siete già passati dal Lago Tilicho, l’altezza per voi non dovrebbe costituire di certo un problema.

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Ponte sospeso sul Thorung Khola

Il paesaggio ovviamente continua a regalare degli scorci pazzeschi e il sentiero anche questa volta vi porterà ad attraversare, oltre ad un lungo ponte sospeso sul Thorung Khola, ripidi versanti ghiaiosi a rischio caduta sassi. Tra Manang e Thorung Phedi, a circa 40 minuti di cammino dalla prima, attraverserete poi anche l’insediamento di Churi Ledar (4.200 m.).

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Ponte sospeso di Churi Ledar

Arrivati a Thorung Phedi (4.450 m.) avrete così praticamente tutta la giornata a disposizione e non vi resterà quindi che trovare i mille modi per occupare il tempo, tra cui chiacchierare con altri viaggiatori, leggere, scrivere il diario, giocare a carte, bere, mangiare; l’unica cosa che vi sconsiglio è quella di dormire, onde evitare di rimanere ad occhi aperti tutta la notte e arrivare ad attraversare il passo con le batterie completamente a terra.

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Nel 1981, quando ancora tra Manang e Muktinath non esisteva alcun punto d’appoggio, un intraprendente pioniere del turismo locale pensò che aprire a Thorung Phedi una prima tea house potesse essere un buon modo per cominciare a fare affari. Così fu: dal 1981 il Thorung Base Camp Lodge accoglie i visitatori che si apprestano ad attraversare il passo e oggi, nella sua grande sala da pranzo, potrete sorseggiare una bevanda calda degustando degli ottimi cinnamon rolls, una prospettiva decisamente allettante quando fuori le temperature si avvicinano sempre di più allo zero!

8. Da Thorung Phedi a Muktinath – 13 km – 880 D+ – 1.600 D-

Ed eccolo finalmente, il grande giorno è ormai arrivato e vi toccherà svegliarvi prima dell’alba – che non vuol dire necessariamente alle 2 di notte, anzi, a mia opinione partire alle 5 è già più che sufficiente. Sveglia dunque alle 4, colazione veloce (la cucina apre alle 3) e poi via che si va: la salita iniziale fino all’High Camp (4.870 m.) sarà già di per sé una bella prova di resistenza ma dovreste riuscire a coprirla in massimo 1h30 (noi ne abbiamo impiegata 1h).

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Prime luci del mattino all’High Camp

L’idea di passare la notte prima della traversata all’High Camp e risparmiarvi quindi al mattino, oltre alla levataccia, anche 400 m. in più di dislivello positivo lo so, potrebbe essere allettante ma il rischio di incappare nei sintomi del Mal di Montagna purtroppo molto più alto e non vorreste mai che questo compromettesse o ritardasse la vostra impresa; solo per chi è perfettamente acclimatato alla quota – la deviazione al Lago Tilicho in teoria dovrebbe già essere sufficiente – e solo se la notte precedente avete dormito a Churi Ledar, questa potrebbe essere una soluzione; se avete invece dormito a Yak Kharka la differenza d’altezza è troppo grande (circa 900 m.) e dovreste quindi assolutamente evitare di dormire all’High Camp.

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Sole che illumina il Thorung Peak – verso il Tgorung La

Da qui il sentiero continua per altri 20 minuti in leggera salita fino ad attraversare un ponte di ferro e quindi in salita un po’ più decisa fino ad una piccola tea house. In totale da Thorung  Phedi fino al Thorung La io ci ho messo 3h20 e tante volte ho pensato di essere quasi arrivata quando invece si trattava di falsi passi. Ma non vi preoccupate, alla fine arriva anche quello giusto, con tanto di cartello di congratulazioni e la classica serie infinita di bandierine colorate che svolazzano al vento. Ce l’avete fatta!!!

Circuito Annapurna

Vento e temperatura permettendo prendetevi qui quella bella mezz’ora per scattare le foto di rito e godervi il momento e poi di nuovo pronti in modalità discesa: da qui si va giù in picchiata per 1.600 metri! Guardatelo il Lower Mustang che smeraviglia: il paesaggio è cambiato totalmente e nonostante siate accanto a dei ghiacciai imponenti (alla vostra sinistra quello del Thorung Peak), riuscite a scorgere in fondo alla valle l’oasi di Muktibath. Il terreno è arido , un perfetto deserto d’alta quota che mi ricorda tanto il Ladakh e dall’altra parte sullo sfondo, eccolo che comincia ad apparire e a mostrarsi in tutta la sua eleganza: Sua Maestà il Dhaulagiri!

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Circuito Annapurna

Il Dhaulagiri che incomincia a farsi vedere

2h30 di killing down, alla fine delle quali piedi e ginocchia vi chiederanno pietà di loro ma ecco che siete arrivati circa a quota 4.200 m. e alle cinque tea houses dove finalmente vi potrete sedere a mangiare. E’ stata indubbiamente una grande impresa quella che avete appena compiuto e vi meritate adesso un po’ di sano riposo. Da qui vi aspetta ancora un’altra ora per l’area templare di Muktinath (3.760 m.) e quindi altri 15 minuti per la zona dei lodge a Ranipauwa (3.700 m.). In totale nella sola giornata di oggi avrete camminato per circa 7 ore escluse le pause.

Circuito Annapurna

Muktinath è luogo di pellegrinaggio probabilmente da secoli (c’è chi dice millenni) e questo sia per i devoti di fede induista che per quelli di fede buddhista. In generale si crede che a Muktinah, per via di una fessura nel terreno da cui allo stesso tempo sgorga dell’acqua ed emana un’eterna fiammella blu, i cinque elementi della natura (acqua, aria, terra, fuoco e cielo) siano uniti in maniera inscindibile e che quindi questo sia un segno ben chiaro della presenza divina. Non solo, il ritrovamento nei fiumi della zona di tantissime pietre fossili di colore nero (dette saligram) – secondo la tradizione rappresentazioni aniconiche del divino – sarebbe, secondo la fede induista, una chiara testimonianza della presenza, nello specifico, del Dio Visnu e quindi ragione per cui Muktinath fa parte dell’elenco di quei 108 luoghi sacri (Divya Desam) a lui devoti.

Circuito Annapurna

Monastero buddhista e sullo sfondo il Dhaulagiri

A Muktinath arrivano pellegrini da tutta l’India principalmente per fare visita al Tempio di Visnu Lokhesvara ed immergersi nelle acque delle due piscine che si trovano lì accanto in un gesto di purificazione. Come in tutti i complessi templari di fede induista, seppur per noi sia ben difficile riuscire ad intendere i loro atti di devozione, l’esperienza è comunque pur sempre garantita ed è quindi interessante passare di lì per vedere che cosa succede. Per scorgere la fiammella dovrete invece recarvi al Dhola Mebar Temple, un tempio dall’architettura tipicamente buddhista che troverete di lì a pochi minuti.

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Ranipauwa (3.700 m.), piccola e polverosa non è niente di che e purtroppo vi riporterà nel modo dei veicoli a motore di cui vi eravate dimenticati per qualche giorno. Ma a proposito: avete mai visto un indiano andare a cavallo con il casco da moto in testa? Ebbene si, a Muktinath succede anche questo!

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9. Da Muktinath a Jomson via Lupra – 18,8 km – 870 D+ – 1750 D-

Ultima giornata di cammino che, nonostante le aspettative, almeno nella prima parte da Ranipauwa a Lubra, ci ha davvero lasciato piacevolmente stupiti, tanto che io personalmente  la definirei come una tra le più affascinanti. 3 ore di cammino che vi regaleranno delle viste superbe, la maggior parte delle quali con il Dhaulagiri (8.167 m.) sullo sfondo e la sensazione di essere veramente arrivati ai confini del mondo.

Circuito Annapurna

Purtroppo però, dopo una gradevole pausa ristoratrice nel villaggio agricolo di Lubra, il ritorno alla strada e al traffico di veicoli che fanno da spola tra Muktinath e Jomson vi lasceranno un po’ con l’amaro in bocca e…con tanta sabbia in faccia! Oh si ragazzi, tirate fuori tutti gli scalda collo che avete a disposizione perché da qui non potrete più farne a meno; nel pomeriggio infatti di solito nella valle del Kali Gandaki si alza un vento talmente forte che, unito alla polvere smossa da macchine e moto, non vi permetterà di respirare senza, un ottimo modo – penserete voi – per finire in bellezza!

Circuito Annapurna

Lubra @ 3.020 m.

Circuito Annapurna

Ma no tranquilli, non è finita qui, il peggio deve ancora arrivare e prende il nome di Jomson, un gran bel posto di merda! 🙂 Chissà perché avevo un’idea completamente diversa di quello che potesse essere, bo, forse me la aspettavo più simile a Leh, in Ladakh, un villaggio tranquillo e ordinato, il luogo perfetto dove terminare un trekking impegnativo di tanti giorni e invece no, avevo indubbiamente delle aspettative sbagliate. Sarà forse per la posizione sfigata sotto vento ma Jomson non è altro che un avamposto polveroso dove è sicuro che non ci vogliate passare più di una notte per cui assicuratevi di avere organizzato il modo per andarvene subito la mattina successiva (in aereo, jeep o bus)!

Pokhara è un luogo decisamente migliore dove tornare a ripensare a quello che è appena stato e alle tante meraviglie della natura che avete visto lungo tutto il percorso. Capite adesso perché il Circuito dell’Annapurna è diventato così popolare? Perché le viste lungo tutto il percorso sono semplicemente imbattibili!!! Ancora una volta il Nepal è stato capace di regalarmi un’esperienza unica e indimenticabile e per questo lo ringrazio infinitamente! Dhanyavaad Nepal, arrivederci alla prossima!

Circuito dell'Annapurna

Muldhai View Point: la nuova Poon Hill con tanto di Yak!

Muldhai View Point: la nuova Poon Hill con tanto di Yak! 1024 682 Sonia Sgarella

Ok ragazzi è giusto che io ve lo dica e questo perché siete davvero in tanti a chiedermi consigli riguardo al trekking di Poon Hill: esiste un itinerario alternativo che a mio parere merita seriamente di essere considerato, che vi permetterà di vedere quelle montagne che sognate di ammirare all’alba ancor più da vicino, un percorso praticamente deserto, popolato da poca bella gente e da un sacco di yak. Si chiama Muldhai Trek e con soli 1/2 giorni in più di cammino rispetto al circuito tradizionale di Poon Hill – di cui non è altro che un’estensione – vi porterà fino in cima al Muldhai View Point (detto anche Yak Hill) da cui la vista è spettacolare.

Muldhai Trek

Niente biglietto da pagare, niente comitive di coreani, niente file per salire, grida e schiamazzi: qui ci sarete soltanto voi e forse pochi altri, immersi nel silenzio della natura incontaminata, a godervi lo spettacolo circondati da bestioni pelosi che altrimenti non vi capiterebbe di vedere. Insomma, una volta arrivati fin qui e quindi raggiunta Ghorepani, altro che svegliarsi di notte per salire a Poon Hill insieme alla folla: l’alba voi potrete permettervi di ammirarla comodamente seduti nel ristorante della vostra guest house sorseggiando un buon caffè e mangiandovi un’Apple Pie talmente buona che ve la ricorderete per tutta la vita!

Ghorepani

Il percorso del Muldhai Trek, il quale non appare neppure sulle mappe più aggiornate ma che in fondo è ben segnalato sul posto, si stacca dal villaggio di Tadapani per poi ricongiungersi con quello principale di Poon Hill – che collega quest’ultima località con Ghorepani – all’altezza di Deurali.

Muldhai Trek

Per arrivare a Tadapani direttamente da Pokhara il modo più veloce per farlo, anche se non indolore, é quello via Ghandruk, la quale può anche essere raggiunta in maniera più lenta e graduale passando per Pothana e Landruk; se invece siete di ritorno dal Trekking al Campo Base dell’Annapurna, prendete il sentiero che da Chomrong passa per Chuile e da lì risalite il versante della montagna. Ovviamente il percorso può anche essere svolto in senso contrario, da Deurali a Tadapani.

Muldhai Trek

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1.Ghandruk/Tadapani a Isharu o Dobato

Da Tadapani ad Isharu (3.137 m.), passando per Mesar (2.930 m.), il percorso è di circa 2h. e quasi tutto in salita. A Mesar c’è solo un lodge estremamente basic e fumoso che non fa ben sperare per quel che riguarda la qualità del cibo. Per altri soli 30 minuti di cammino è quindi più conveniente arrivare fino ad Isharu e lì godere di un’atmosfera molto più familiare. La prima tea house che incontrerete è l’Hillside Lodge, gestito da una giovane coppia di genitori che farà il possibile per farvi sentire a vostro agio.

Muldhai Trek

Al momento della mia visita (novembre 2017) le strutture della zona erano tutte sprovviste di corrente elettrica ma, a seguito dell’ottenimento dei permessi, la situazione dovrebbe cambiare già  nei prossimi mesi. La stufa nella sala da pranzo invece funzionava eccome, un bel trattamento visto il freddo che fa fuori a oltre 3.000 metri!

Da Isharu a Dobato (3.426 m.) è un’altra 1,15h. di cammino, un po’ in salita e un po’ in piano, attraverso una specie di ampia gola che si apre appena dopo aver superato un tempietto nella roccia, il simbolo dell’attraversamento di un piccolo passo sopra ad Isharu. Superata la gola e arrivati quindi al versante della montagna che si apre verso nord la vista sulle montagne è già meravigliosa.

Muldhai Trek

Appena prima di raggiungere Dobato il sentiero si divide in due: uno marcato bianco e azzurro che prosegue più in basso verso il principale agglomerato di lodge e uno marcato bianco e rosso che invece prosegue più in alto verso una tea house solitaria (Dobato View Point), da cui poi si prosegue fino alla sommità di Yak Hill. A seconda del vostro punto di partenza al mattino sarete voi a decidere se vi è più conveniente fermarvi a dormire ad Isharu o proseguire fino a Dobato.

Muldhai Trek

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2.Isharu/Dobato a Ghorepani passando per Yak Hill

Dormire a Dobato certamente vi darebbe la possibilità di raggiungere facilmente la sommità di Yak Hill in tempo per l’alba (15 min. dal lodge Dobato View Point) ma se così non fosse non disperate, lo spettacolo è comunque fantastico anche con la luce del sole e anzi, questo forse vi eviterà di inciampare negli innumerevoli yak disseminati lungo il percorso! 🙂

Muldhai Trek

Godersi la maestosità delle montagne senza altre anime intorno (se non quelle di quegli esseri pelosi mastodontici) è un’occasione che non ha prezzo. Di fronte a voi c’è tutto il comprensorio dell’Annapurna, il Dhaulagiri, il Machhapuchhare e, se la visibilità è buona, si riesce ad avvistare addirittura il Manaslu. Siete arrivati a 3.637 metri di quota.

Muldhai Trek

Dall’altro lato, piccola piccola, la collina di Poon Hill, Ghorepani e Deurali, la vostra prossima tappa che potrete raggiungere con circa 2h. di cammino. Il percorso dal Muldhai View Poin procede inizialmente in discesa moderata per poi, dopo una breve salita, trasformarsi in una famigerata killing-down. Questa e non altra è l’unica ragione per cui vi sconsiglierei vivamente di percorrere l’itinerario in senso inverso ma se siete in arrivo da Ghorepani c’è poco da fare: rimboccatevi le maniche e partite. Forza che vi aspetta un panorama spettacolare! 🙂

Muldhai Trek

Da Deurali a Ghorepani il percorso di 1,15h. è decisamente più facile e rilassante, niente a che vedere con quello percorso fin’ora. Siete ormai ritornati sul tracciato principale del trekking a Poon Hill e il numero di persone incontrate lungo il percorso non farà altro che ricordarvelo, motivo in più per apprezzare la solitudine di cui avete appena goduto lungo il tracciato del Muldhai Trek!

Muldhai Trek

Mardi Himal: l’ultima frontiera del Trekking in Nepal

Mardi Himal: l’ultima frontiera del Trekking in Nepal 1024 682 Sonia Sgarella

Ci sono montagne difficili, che vengono corteggiate per anni prima che l’alpinista ne riesca a conquistare la vetta; ci sono montagne ancora inviolate, alcune perché situate in zone della terra impervie o poco esplorate, altre in territori pericolosi o politicamente instabili; altre ancora forse perché semplicemente poco attraenti; e poi ci sono loro, le vette inviolabili, quelle inaccessibili, sulle quali all’uomo non è concesso mettere piede per rispetto alle credenze locali.

Dimore divine, la casa degli spiriti, ecco il pretesto che rende queste vette sacre e inattaccabili: il Kailash, in Tibet, per fare l’esempio più famoso, il Gangkhar Puensum, in Bhutan, il più alto ma forse il meno conosciuto e poi ancora lui, la “coda di pesce”, il Machhapuchhare, in Nepal.

Mardi Himal

6.993 metri d’altezza e una forma slanciata che desta meraviglia negli occhi di chiunque la guardi: il Machhapuchhare, a ragion dovuta, è considerata non solo la più sacra tra le vette del Nepal bensì anche una delle cime più spettacolari del mondo. Salirci non è possibile ma se è vero che avvicinarla si può, sapete qual’è il modo migliore per farlo? Si chiama Trekking del Mardi Himal!

Mardi Himal

Un percorso aperto solo da pochi anni e ancora sconosciuto alla maggior parte dei viaggiatori i quali, dovendo scegliere, preferiscono optare per la vicina Pooh Hill o per il Campo Base dell’Annapurna. Niente da dire riguardo a questa decisione ma se siete alla ricerca di un itinerario poco battuto, più selvaggio e che in pochi giorni vi porti ad un’altezza di 4.500 metri, al cospetto della montagna più sacra del Nepal, eccovi allora serviti su un piatto d’argento: avete trovato quello che fa per voi!

Mardi Himal

Lo chiamano il trekking “sulla cresta” perché per la maggior parte del tempo ci si trova a camminare sulla cresta delle montagne che separano la valle di Pokhara da quella del fiume Modi Khola, dapprima immersi in una foresta densa e lussureggiante e in seguito, oltre la linea degli alberi, su un terreno sempre più alpino ricoperto da piccoli arbusti. Le sistemazioni saranno forse più spartane rispetto a quelle degli itinerari più gettonati ma che cosa importa…da qui si torna a casa con in tasca un’esperienza meravigliosamente autentica!

Mardi Himal

Cosa aspettate allora? Non ci vorrà molto perché le agenzie comincino a puntare su questo nuovo percorso, perché l’affluenza di persone incominci ad aumentare con il passaparola e perché vengano rilasciati i permessi per la costruzione di nuove strutture. Da quel giorno – come è normale che sia – probabilmente non sarà più la stessa cosa. Approfittatene adesso che siete ancora in tempo!

Quello che innanzitutto dovrete fare se interessati a questo trekking, sarà tenervi almeno 6 giorni a disposizione. Udite udite però, esiste anche un’altra possibilità, più dispendiosa, potenzialmente più pericolosa ma di certo super adrenalinica: salire a piedi e scendere in parapendio! Ebbene sì, avete capito bene: trattandosi di un itinerario che si estende su un cresta affacciata verso la valle di Pokhara, con un solo volo potreste risparmiare due giorni di cammino in discesa. Anche in questo caso però, seppur non la distanza, potrebbe essere il meteo ad imporvi di aspettare le condizioni più favorevoli.

Qualunque cosa decidiate di fare, evitate quindi di incastrare gli impegni come dei campioni in una partita di tetris e ricordatevi che per raggiungere i 4.500 metri il vostro corpo potrebbe avere bisogno di un giorno in più di acclimatamento. Se avete dei dubbi che riguardano questo tema leggete l’articolo L’ABC del trekking in Nepal: semplici regole per stare bene.

Mettiamo comunque il caso che per una prima volta vogliate contare solo sulle vostre gambe e rimandare – chissà ad una seconda – l’esperienza del paragliding; eccovi allora qua sotto il percorso dettagliato con tutte le varianti possibili. A questo farà poi seguito il mio tinerario personale, modificato appositamente per poterci aggiungere il trekking al Campo Base dell’Annapurna (clicca qui per leggere il post).

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1.Pokhara – Pothana o Pitam Deurali

Il vero punto d’inizio dell’itinerario chiamato del Mardi Himal è il piccolo agglomerato di lodge conosciuto con il nome di Pitam Deurali. All’altezza del Trekkers Inn Lodge, una delle uniche due tea house presenti in questo punto, troverete un cartello ad indicare la via per “Mardi Route (Forest Camp)”.

Mardi Himal

Per arrivare a Deurali non dovrete fare altro che seguire lo stesso itinerario descritto nell’articolo Trekking al Campo Base dell’Annapurna. Partendo da Pokhara considerate quindi circa 1h. di viaggio in taxi fino a Kande (2.000 rupie) – villaggio situato ad un’altezza di 1.770 m. – e da lì mediamente 2h. per Pothana, passando per l’Australian Camp.

Fermatevi a Pothana per la prima notte oppure proseguite altri 45 minuti fino a Deurali ma solo se sicuri di avere una stanza prenotata per voi. Arrivare a Deurali così alla cieca – per via della scarsa disponibilità di alloggi – comporta infatti il rischio di non trovare posto e di essere costretti a fare marcia indietro, di nuovo fino a Pothana.

L’idea di proseguire oltre non è da prendere neanche in considerazione e questo per due motivi: perché da lì al Forest Camp vi divino altre 4/5h. di cammino e perché, se anche ci doveste arrivare, il dislivello tra gli 800 m. di Pokhara e i 2.550 del campo , non darebbe il tempo al vostro corpo di acclimatarsi in maniera ragionevole. A Pothana il numero di lodge è ampiamente superiore per cui meglio prendere le cose con calma ed evitare di strapazzarsi troppo già dal primo giorno.

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2.Forest Camp, Rest Camp o Low Camp

Da Pitam Deurali il percorso prosegue in leggera salita attraverso una densa e tranquilla foresta e, nonostante alcuni passaggi siano un po’ più ripidi, in linea di massima non si tratta di un itinerario difficile. Attenzione però: lungo il percorso le uniche due strutture che incontrerete saranno un tempietto in cima ad una scalinata – con vista su Ghandruk e la punta del monte Dhaulagiri – e una piccola dhaba nella località di Dhan Kharka (2.425 m.). Solo qui, dopo circa 3h. di cammino, troverete in vendita snack e bevande; assicuratevi quindi di essere partiti al mattino già con una buona scorta di acqua.

In un’altra ora ecco che arriverete così al primo dei quattro “Camp”, quello conosciuto con il nome di Forest o Kokan (2.550 m.). Io, partendo poco prima delle 8 da Pothana, ho raggiunto il Forest Camp alle ore 13 e lì mi sono fermata a mangiare. Il posto è carino, consistente in sole 3 tea house situate nei pressi di una bella spianata circondata dalla foresta lussureggiante, con l‘unica pecca quella di non avere però nessuna vista sulle montagne che invece potreste guadagnarvi continuando fino al Low Camp.

Mardi Himal

Ora dovrete scegliere quindi se fermarvi o proseguire oltre. Da qui a 30 minuti incontrerete prima il Rest Camp (2.600 m.) – con una sola tea house dotata di acqua calda per la doccia – mentre, continuando per un’altra ora e 45 minuti, arriverete ai circa 3.000 m. del Low Camp. L’ideale sarebbe sempre quello di non osare troppo in termini di altezza per dare al corpo il tempo di acclimatarsi, ma è vero anche il fatto che, nel prendere le proprie decisioni, bisogna inoltre valutare le condizioni meteorologiche. Nella sezione “il mio itinerario” vi dirò quali sono state le mie scelte, spiegandovene anche le motivazioni.

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3.High Camp

Dal Low Camp al lodge Badal Dhanda Top View – ancora in fase di rifinitura al momento della mia visita (novembre 2017) – ci vogliono circa 50 min. Scattate le foto di rito con lo sfondo delle montagne, potete quindi proseguire per altri 40 min. – attraverso la foresta di rododendri – fino all’agglomerato di lodge conosciuto con il nome di Upper Badal Dhanda (3.289 m.)

Mardi Himal

Da qui la vegetazione si va sempre più diradando essendo ormai arrivati al limite della linea degli alberi, trasformandosi definitivamente in bassa sterpaglia mano a mano che vi avvicinerete alla soglia dei 3.700 m. dell’High Camp. Il sentiero da Badal Dhanda in poi si snoda dapprima sul versante di una collina per poi farsi sempre più scosceso sulla cresta della montagna, regalando viste mozzafiato sia sul Machhapuchhare che dell’Annapurna South.

Mardi Himal

I passaggi stretti al lato di burroni da centinaia di metri possono essere pericolosi in caso di svarioni o di sbilanciamento e richiedono quindi la vostra massima attenzione. Salite con calma, fermatevi a prendere fiato, a ridare stabilità al corpo ogni volta che lo riteniate necessario e in circa 3/3,5 h. dal Low Camp avrete finalmente raggiunto l’High Camp, quello più alto (3.700 m.).

Mardi Himal

Incredibile pensare che fino a pochi anni fa tuto quello che avete percorso non era altro che un tracciato per lo spostamento degli yak e che come tale in effetti sembra ancora oggi. Al momento all’High Camp esistono solo due lodge ma il progetto è quello di ampliare l’offerta nei prossimi anni.

Mardi Himal

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4.Upper View Point – MBC – Low Camp, Rest Camp, Forest Camp o Sidhing

Ormai che avete fatto 30 dovete fare per forza anche 31! Raggiungere l’Upper View Point(4.300 m.) può costituire una bella sfida per chi soffre di vertigini ma ne vale veramente la pena. Per affrontare questa salita di 1/1,5 h. e prevedere di arrivare in cima giusto in tempo per il sorgere del sole, la cosa da farsi sarebbe quella di partire quando ancora fuori è buio ma, a meno che non stiate viaggiando con una guida che conosca il percorso, NON fatelo! Alcuni passaggi possono infatti risultare difficili da identificare e potrebbe quindi essere rischioso avventurarsi da soli.

Mardi Himal

Arrivati in cima lo spettacolo è uno di quelli epici con il Machhapuchhare in primo piano che mostra agli spettatori il suo profilo migliore; non solo, da qui si intravede gran parte del percorso per il Campo Base dell’Annapurna, il Mardi Himal Base Camp (4.500 m.) – che potrete raggiungere continuando sulla cresta per altri 30 min circa – e la valle di Pokhara.

Mardi Himal

Ritornati all’High Camp per una bella colazione, potete quindi caricarvi delle vostre cose e ripartire in discesa, laciando che siano le vostre gambe a decidere fino a dove arrivare . Considerate il fatto che, se quella dall’Upper View Point è la vostra prima vera discesa, non solo le gambe ma anche le vostre ginocchia potrebbero essere già abbastanza provate da non riuscire a portarvi lontano più di tanto. Cercate quindi di preservarle anche per il giorno seguente aiutandovi con i bastoncini!

Mardi Himal

Se siete diretti di ritorno a Pokhara, appena sotto al Low Camp troverete le indicazioni per Sidhing (1.900 m. -3,5 h.). Seguitele e quindi fermatevi lì una notte; se siete invece diretti a Landruk – per proseguire poi verso L’Annapurna Base Camp, Ghandruk e Ghorepani – oppure se volete fare ritorno a Pokhara di nuovo via Pothana, potete allora proseguire anche fino al Rest Camp o al Forest Camp.

Mardi Himal

Alba dal Rest Camp

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5.Landruk o Pokhara

Da Sidhing le jeep dirette a Pokhara partono di solito al mattino presto ma non avendo preso questa direzione non vi saprei dire con certezza né il loro costo, ne quanto tempo ci impiegano.

La deviazione per Landruk la troverete scendendo lungo lo stesso sentiero che avete fatto per salire, poco dopo il Forest Camp sulla destra. La discesa è in picchiata – una famigerata killing-down – e il percorso di circa 1,45 h. può risultare complicato e sicuramente scivoloso in caso di pioggia. Ebbene queste sono le occasioni in cui ringrazio di essermi portata dietro i bastoncini, un supporto che invece non utilizzo mai durante le salite.

Avvicinandosi a Landruk il terreno irregolare lascia finalmente spazio ai gradini: siete giunti in uno dei villaggi più belli di tutta la zona! Da qui, se avete fretta, potete saltare direttamente su una jeep che vi riporti a Pokhara (45$), oppure fermarvi una notte e quindi proseguire verso nuovi orizzonti, tra cui Pothana, Ghandruk o Jhinudanda (vedi post sull’ABC)

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Il mio itinerario e qualche fatto generale

Nel decidere quali sarebbero state le tappe del mio itinerario un ruolo importante l’ha svolto, non soltanto la questione acclimatamento, ma di certo anche il meteo: soleggiato e limpidissimo dal calar del sole fino al primissimo pomeriggio, umido e nuvoloso durante il resto della giornata. Di seguito e per ogni tratta vi spiego quindi la motivazione principale che mi ha fatto propendere per una o per l’altra località, il nome delle tea house in cui sono stata e la spesa giornaliera per vitto e alloggio.

Giorno 1: da Pokhara a Pothana – Motivazione: acclimatamento e mancanza di alloggio presso Pitam Deurali. – See You Lodge – 1.670 rupie in stanza singola e doccia.

Giorno 2: da Pothana al Low Camp – Motivazione: evitare di prendere troppo freddo rimanendo fermi al Forest Camp già da dopo pranzo e raggiungere un punto più alto che ci avrebbe permesso quindi di accorciare la giornata successiva, garantendoci di camminare in cresta in condizini di piena visibilità. – Hotel Laligurans – 1.530 rupie in stanza singola, no doccia.

Giorno 3: dal Low Camp all’High Camp – Motivazione: acclimatamento. Avere una mezza giornata intera di riposo è l’ideale per preparare il corpo alla salita del giorno successivo. – Hotel Trekkers Home – 1.810 rupie in stanza tripla, no doccia. Il cibo qua è davvero spettacolare e in più ho bevuto il ginger lemon tea più buono di tutto il mio soggiorno!

Mardi Himal

Potato Rosty with cheese and egg – 500 rupie

Giorno 4: salita all’Upper View Point e discesa fino al Rest Camp – Motivazione: evitare di buttare via mezza giornata dispersi tra le nuvole e al freddo dell’High Camp. Ripartendo al mattino subito dopo la colazione abbiamo di nuovo camminato in discesa lungo la cresta in condizioni di piena visibilità. – Rest Camp Guest House – 1.180 rupie in stanza singola, no doccia e no pranzo.

Giorno 5: dal Rest Camp a Landruk – Motivazione: proseguimento da lì verso L’ABC. – Captain Laligurans – 2.110 rupie in stanza singola, si doccia e 1 birra Everest (550 rupie).

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Fatto n.1: su ogni cartello, menù, mappa o guida che sia, è molto probabile che incontrerete altezze diverse che riguardano le stesse località; che dire, non sarò di certo io a definire quale sia quella giusta ma, per quel che riguarda il mio articolo, ho preferito utilizzare quelle riportate sui menù delle tea house.

Fatto n.2: all’interno delle tea house lungo questo percorso si usano ancora le stufe a legna per il riscaldamento delle sale da pranzo. Nonostante le sistemazioni siano ancora leggermente più spartane rispetto a quelle dei circuiti più famosi, i proprietari dei lodge si stanno adoperando per promuovere questo nuovo circuito e si prevedono rapidi miglioramenti già nel prossimo futuro.

Nepal: trekking al Campo Base dell’Annapurna (A.B.C.)

Nepal: trekking al Campo Base dell’Annapurna (A.B.C.) 1024 682 Sonia Sgarella

A sud dell’Annapurna I, la decima montagna più alta del pianeta, nel cuore pulsante di un anfiteatro di vette stupefacenti chiamato il “Santuario”, ad est della profonda gola del fiume Kali Gandaki e alla fine della lunga valle del Modi Khola, è lì che si trova, ad un’altezza di 4.130 metri, uno tra i campi base più famosi di tutto l’ Himalaya, punto di partenza per le avventure alpinistiche estreme oppure, comunemente parlando, obiettivo finale di tutti quei trekkers che vogliono vivere un’esperienza indimenticabile a stretto contatto con la natura. Ebbene adesso che ci sono stata, vi posso confermare quello che fino all’anno scorso avevo solo sentito dire, ovvero che quello al Campo Base dell’Annapurna è uno tra i trekking più belli del mondo! Eccomi qua allora a raccontarvi la mia esperienza, per darvi dritte e informazioni a volte difficili da reperire se non in loco.

Annapurna Base Camp

In poche parole ragazzi si tratta di uno spettacolo da mettere i brividi e non sto parlando di brividi da freddo, no, qui la storia si fa molto più intensa: avete faticato, avete sudato lungo tutto il percorso, avete forse anche smadonnato più volte chiedendovi chi per dio ve l’abbia fatto fare di mettervi in cammino. Adesso però siete lì, e tutto quello che vi circonda è talmente incredibile da non sembrarvi vero, quasi come un miraggio, un fotomontaggio. Siete la vostra stessa soddisfazione fatta a persona, immersi in una natura quasi surreale, voi, piccoli scalatori di fronte a dei giganti di roccia e ghiaccio che da lì si innalzano per altri 3/4.000 metri davanti ai vostri occhi, il doppio rispetto a quanto avete camminato finora; 360 gradi di bellezza millenaria, è la terra che respira, è vita allo stato puro. È qui dove ci si rende conto di che cosa voglia dire esattamente “la fatica non è mai sprecata: soffri ma sogni”!

Annapurna Base Camp

Montagne belle, grandi e…pericolose! È da lì, dal Campo Base dell’Annapurna che partono – di solito in primavera – alcune delle spedizioni di ascesa alla vetta numero I, la più alta tra quelle del Santuario, a 8.091 metri. Vette che rapiscono i sogni di centinaia di alpinisti, strappando loro a volte anche la vita, rilasciando storie, miti e misteri, primo tra tutti quello di Anatolij Bukreev, uno dei protagonisti dell’ appassionante film intitolato “Everest”. Sfide epiche tra uomo e natura, con esiti mai scontati, e tu sei lì, nel silenzio di quell’inquietante meraviglia interrotta solo dal fragore dei crolli di neve, ghiaccio e pietra, che pensi a come sia possibile farcela, a che freddo incredibile si possa provare lassù, alla forza di spirito che deve avere chi realmente mette a rischio la propria vita per raggiungere un sogno sul tetto del mondo.

“Mountains are not Stadiums where I satisfy my ambition to achieve, they are the cathedrals where I practice my religion.” – Anatolij Bukreev

Il mio trekking al Campo Base dell’Annapurna è stato parte di un itinerario di 14 giorni che per comodità e facilità di lettura dividerò in 3 articoli: questo che state leggendo, uno che riguarda il Mardi Himal e uno per il Muldhai Trek. Approfitterò dell’occasione per darvi non solo consigli pratici riguardanti percorso e strutture, ma anche per fornirvi un aggiornamento relativo ai prezzi di vitto e alloggio. Questo, soprattutto per mettervi di fronte ad una questione che vedo attanagliare molti dei quali mi chiedono consigli a riguardo, ovvero: pacchetto tutto compreso o solo servizio guida? Ecco allora di seguito gli argomenti trattati:

1.Quando andare

2.Il percorso – nozioni generali

  • Vie d’accesso
  • “Nepali flat: a little bit up, a little bit down”
  • Cosa portare
  • I lodge
  • Il mangiare

3.L’itinerario

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1.Quando andare

Il trekking al Campo Base dell’Annapurna potrebbe essere effettuato durante tutto l’anno ma in particolare i mesi che vanno da giugno a settembre non sono raccomandabili per via del monsone e delle nuvole che riducono la visibilità. Durante i mesi primaverili il rischio di valanghe obbliga ad alcune deviazioni lungo il percorso ma questo non dovrebbe creare particolari disagi quanto invece le nevicate durante i mesi invernali. La stagione migliore – e questo è valido per quasi tutti i trekking in Nepal – è quella che va da ottobre a dicembre nonostante durante quest’ultimo mese le temperature in quota potrebbero già essere particolarmente rigide.

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2.Il percorso-nozioni generali

Vie d’accesso

Il sentiero principale che si estende in direzione del Campo Base dell’Annapurna ha inizio a Chomrong, uno degli agglomerati di lodge – nonchè villaggio – più grandi di tutta la zona e al quale è possibile giungere da ben tre direzioni: via Landruk, Ghandruk oppure Tadapani.

Se il vostro punto di partenza è la città di Pokhara, la prima opzione è sicuramente la più consigliata, sia che decidiate di raggiungere Landruk direttamente in jeep, sia che partiate a piedi da Kande via Pothana, Deurali e Tolka.

Ghandruk, seppur apparentemente più vicino sulla mappa e anch’essa, come Kande, collegata a Pokhara da un servizio di autobus pubblico (che carica e scarica a Sewai), non costituisce però una via d’accesso privilegiata e questo sia per via del tragitto più lungo sia a causa dello scomodo saliscendi che è necessario affrontare per passare da un crinale all’altro – una dura prova per chi si accinge a cominciare un trekking di più giorni e vuole evitare dolori alle gambe già dal primo. Da qui potete decidere di passarci se in arrivo dal circuito di Poon Hill o dall’Annapurna Circuit ma, anche in questi casi, sarebbe più logico preferire la scorciatoia che da Tadapani, piega verso nord in direzione di Chuile, decisamente meno masochista, anche se non propriamente una passeggiata.

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“Nepali flat: a little bit up, a little bit down”

A proposito di passeggiate: non penso di raccontarvi un segreto dicendovi che l’Himalaya non è piatto giusto? Eppure sulle mappe spesso è difficile definire quanti saliscendi vi siano tra un punto e l’altro. Il fatto che sulla cartina la vostra destinazione si trovi a soli 400 metri di dislivello rispetto alla tappa precedente non significa necessariamente che la vostra giornata debba essere semplice: nel mezzo potreste trovarvi ad affrontare, per esempio, 500 metri di scalinata in discesa verso il letto di un fiume e di conseguenza, 900 metri di risalita per coprire la differenza. In Nepal si suole parlare di pianura (“Nepali flat”) in maniera sarcastica, riferendosi a quelle parti di percorso che non prevedono salite o discese particolarmente ripide (le cosiddette killing-up e killing-down) ma è pur sempre vero che si tratterà comunque di un continuo andare su è giù. “Nepali flat: a little bit up, a little bit down” – a Pokhara e Kathmandu vendono anche le magliette con questa frase emblematica!

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Cosa portare

L’equipaggiamento da portare con voi in generale è lo stesso utile per qualsiasi altro trekking in Nepal per cui vi suggerisco di fare riferimento all’articolo  Trekking in Nepal:tutto quello che c’è da sapere. Durante i mesi di ottobre e quelli primaverili meglio portarsi dietro un ombrellino e un poncho da utilizzare a seconda dell’occasione. Assicuratevi inoltre di avere con voi abbastanza strati per ripararvi dal freddo perché le temperature al Campo Base scendono facilmente sotto lo zero. Una volta arrivati fin lì passerete all’esterno abbastanza tempo, per esplorare la zona, per godervi alba, tramonto e stelle, e non vorreste dover rinunciare a questo o rischiare di ammalarvi solo per non esservi portati quelle poche centinaia di grammi in più che un piumino può pesare.

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I lodge

E’ importante sapere che lungo tutto il percorso verso il Campo Base dell’Annapurna non troverete nessuna struttura con all’interno una stufa. Il progetto di conservazione dell’area prevede infatti non solo il divieto di tagliare e bruciare legna a scopo riscaldamento ma anche la costruzione di nuovi lodge che non siano approvati dalla commissione. Sappiate inoltre che, soprattutto durante l’alta stagione, è possibile che siate costretti a dormire sui letti nella sala da pranzo o comunque a condividere la stanza con altri viaggiatori: questo perché, nonostante i proprietari dei lodge abbiano inserito quanti più posti letto possibili nelle stanze a disposizione, l’affluenza di trekkers (soprattutto durante il mese di ottobre) è talmente alta da non sempre riuscire ad accomodare tutti.

Viaggiare con una guida che conosce il territorio e i proprietari dei lodge in questo caso può essere molto d’aiuto in quanto solo lui avrà modo di contattarli in anticipo e prenotare quanto di meglio disponibile. Chi viaggia in maniera indipendente farà bene invece, non solo a munirsi di un sacco a pelo pesante (giusto in caso siano finite le coperte a disposizione) ma anche a non avventurarsi troppo in là con l’orario, cercando riparo quanto prima per accaparrarsi una stanza finché ancora disponibile. Al check post di Chomrong troverete un cartello ad indicarvi il numero dei lodge presenti in ogni destinazione (3 a Sinuwa, 5 a Bamboo, 3 a Dovan, 2 a Himalaya, 4 a Deurali, 5 all’ M.B.C. e 4 all’A.B.C.)

Sinuwa

L’affluenza di comitive numerose e gruppi organizzati purtroppo fa si che i gestori delle tea house debbano garantire prima a loro una sistemazione consona al prezzo pagato e questo a discapito del concetto di “chi prima arriva meglio si accomoda”. Seguono nella lista della priorità i viaggiatori individuali con guida al seguito e quindi i viaggiatori indipendenti. Questa, sarà bene dirlo, è una delle cose che rischia di creare incomprensioni se il discorso non è stato preventivamente chiarito dall’agenzia o dalla guida attraverso la quale si è prenotato. Ho visto per esempio una coppia dare fuori di matto per dover condividere la propri stanza da quattro con altre due persone. Ora, non vorrei fare la moralista, ma se state cercando una vacanza comoda e romantica evitate il trekking al Campo Base dell’Annapurna perché sarebbe ridicolo. La priorità in questo caso sta nel non dover lasciare nessuno a dormire per terra sotto le stelle!

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Il mangiare

Annapurna è una parola sanscrita che significa la “ricca di cibo” ed è associata nel pantheon infinito di divinità indiane alla Dea del Raccolto. Non è quindi un caso se alcuni trekking nella zona dell’Annapurna vengono definiti “the Apple Pie treks”: il cibo da queste parti è infatti superlativo!

Apple Pie

Nei menù che vengono proposti dai lodge troverete davvero di tutto, dal classico dal bhat, il piatto tipico nepalese, a pizza e maccheroni (o meglio, macaroni!). A partire dal villaggio di Sinuwa tuttavia non è più permesso il trasporto di carne e questo per via di antiche tradizioni che vogliono rispettare la sacralità dell’area. Recita un cartello che qualora non si rispettino queste istruzioni, i viaggiatori potrebbero essere vittima di incidenti personali e calamità naturali, un monito che evidentemente gli abitanti del posto ci tengono ad osservare.

“Dear honorable trekkers, we would like to request not to take chicken, pork and buffalo meat in this special management zone from Sinuwa to Annapurna Base Camp due to ancient beliefs, holy temple and natural secret mountains. If so, natural calamities and personal accident may occur. So we humbly request to follow such specified instructions. Thank you.”

Presso quasi tutte le tea house è possibile acquistare acqua purificata, bibite, birra, sigarette, snack di ogni tipo, carta igienica e anche assorbenti ma ovviamente i prezzi vanno aumentando proporzionalmente all’altezza. Non penso sia necessario dire che lungo il percorso non esistono possibilità né di prelevare né di cambiare valuta estera per cui dovrete partire da Pokhara con abbastanza rupie per potervi mantenere fino al vostro rientro. Leggete le prossime sezioni per farvi un’idea dei prezzi aggiornati al 2017.

Bamboo

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3.L’itineario

Pokhara – Pothana 

Come vi dicevo il mio trekking al Campo Base dell’Annapurna è stato parte di un percorso più lungo, 14 giorni in totale, cominciato con il Mardi Himal e terminato con il Muldhai Trek. Per raggiungere Chomrong non sono quindi partita direttamente da Pokhara ma questo poco cambia ai fini di quello che vi vorrei dire: Landruk, la più comoda via d’accesso al sentiero principale, è anche uno dei villaggi più belli di tutta la zona, ragione in più per volerci passare attraverso.

Il modo migliore per arrivarci, evitando l’infinita scalinata che da Phedi risale il versante della montagna fino a Dhampus, è quello di farsi lasciare da un taxi a Kande (1.770 metri – 1 h. da Pokhara – 2.000 rupie), raggiungere in circa 1,5 h. i 2.060 metri dell’Australian Camp, godersi la vista e da lì proseguire per altri 30 minuti fino a Pothana (1.990 metri), dove potrete quindi pranzare e volendo, passarci anche la prima notte. Il See You Lodge, dove avevo dormito già l’anno scorso, si è riconfermato anche quest’anno un’ottima opzione.

Australian Camp

Australian Camp e la mia rivincita-l’anno scorso non ero riuscita a vedere niente per via delle nuvole!

Se la visibilità è buona potete approfittare del pomeriggio libero per salire fino al View Point e da lì, incominciare a fantasticare su quello che vi aspetterà nei giorni seguenti. L’accesso al sentiero lo trovate esattamente all’angolo con il Check Post, dove è possibile recuperare mappe e info riguardanti i percorsi dell’Annapurna Conservation Area.

Pothana

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Pothana – Landruk

Da Pothana a Pitam Deurali(2.100 m.) sono solo 45 minuti di leggera salita. Il motivo per cui non è però consigliabile spingersi fin qua cercando rifugio per la prima notte, è che le uniche due tea house del villaggio si riempiono facilmente, essendo punto di passaggio di vari itinerari, tra cui anche quello del Mardi Himal. Da qui a Tolka(1.700 m.) il sentiero prosegue in discesa attraverso la foresta e quindi continua dolcemente verso Landruk(1.565 m.). In totale dovreste impiegarci circa 2,45h. Il primo impatto con Landruk già di per se è spettacolare, fosse anche solo per la vista perfetta che regala dell’Annapurna South e dell’Hiunchuli, ma la verità è che il villaggio vale la pena esplorarlo letteralmente da cima a fondo.

Landruk

Per il concetto che migliore è la cucina, migliore la sistemazione, ecco allora che a Landruk vi posso consigliare l’Ex Captain Laligurans, fondata appunto da un ex capitano dell’esercito Gorkha di cui troverete la foto all’interno della sala da pranzo. La posizione è probabilmente la migliore in assoluto e, se sarete fortunati, vi regalerà anche lo spettacolo di un magnifico tramonto. Doccia calda inclusa nel prezzo e prese della corrente in camera: questo è l’ultimo posto dove vi saranno garantiti tali servizi, mentre lungo il resto del percorso, se li vorrete, li dovrete cominciare a pagare.

Landruk

Questi primi due giorni di itinerario possono anche essere uniti a creare un’unica tappa da Pokhara a Landruk (6-7 ore) ma se avete tempo abbastanza perché non fare le cose più con calma? Un’opzione possibile è anche quella di prendere una jeep direttamente a Landruk, il cui costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 45$.

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Landruk – Jhinudanda

Arrivati in fondo al villaggio di Landruk il sentiero si divide: uno gira verso sinistra, scende in direzione del fiume e poi prosegue verso Ghandruk; l’altro continua dritto verso Chomrong. Condividete pure un pensiero di compassione verso tutti quei trekkers che sono diretti a Ghandruk(1.940 m.), i quali dovranno prima precipitarsi giù in direzione del ponte che attraversa il Modi Khola, solo per poi riguadagnare tutta l’altezza persa – e anche oltre – risalendo una scalinata infinita. L’ho fatta l’anno scorso nel senso contrario (da Ghandruk a Landruk) e vi assicuro che è stata una bella mazzata!

Fortunatamente invece il sentiero verso Chomrong è meno faticoso e si snoda dolcemente tra i campi coltivati e il versante della collina fino a New Bridge(1.460 m.). Sulla ragione per cui questo ponte e l’agglomerato di tea house che si trova appena prima si chiamino “new”, bhe, bisogna fare di nuovo riferimento al sarcasmo dei nepalesi i quali, costretti a ricostruirlo ogni pochi anni a causa delle piene del fiume, hanno ben pensato di chiamarlo così. Da Landruk al ponte mettete in conto 1h. di tragitto, a cui dovrete aggiungere altri 2o min. di salita per arrivare al villaggio principale.

Annapurna Base Camp

Da qui si continua su per le scale, si attraversa il Kimrong Khola e quindi ancora più in alto fino ai lodge accoglienti di Jhinudanda(1.710 m.). In totale considerate circa 1,5h. A Jhinu ci si ferma solitamente sulla strada di ritorno dall’A.B.C. per rilassare i propri muscoli nelle piscine termali che si trovano a soli 20 minuti dal villaggio, sulle sponde del Modi Khola. Se però avete intenzione di godervi questo momento con poche altre persone e preferite l’idea che le vasche siano appena state pulite,  allora il consiglio è quello di fermarvi qui adesso, di sistemare i bagagli nelle stanze della Jhinu Guest House, di mangiare qualcosa al volo e quindi di prepararvi per il relax. Le piscine termali di Jhinu sono forse meno famose e anche più piccole di quelle di Tatopani ma meritano sicuramente di essere visitate e il fatto di arrivare appena dopo la pulizia mattutina, quando la maggior parte dei trekkers è ancora in cammino costituisce di certo un vantaggio da non sottovalutare. Portate con voi solo quello che vi serve per mettervi a mollo, un asciugamano, un paio di ciabatte, vestiti puliti di ricambio, sapone e shampoo (possibilmente biologici) per docciarvi utilizzando l’acqua calda di sorgente incanalata nei tubi a lato della vasca più a valle e 100 rupie per pagare il biglietto d’ingresso. E’ il vostro momento, godetevelo e dimenticatevi per un po’ dei 30 minuti in salita che dovrete percorrere per tornare alla guest house! 🙂

Jhinudanda

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Jhinudanda – Bamboo

La salita a gradini verso Chomrong(2.170 m.) è una delle cosiddette killing-up e per di più, dovesse esserci il sole che vi picchia in testa, vi sentirete come polli allo spiedo già allo stremo delle forze di prima mattina. Partite quanto prima, quando ancora il sole è debole, non ci pensate e fate conto di arrivare a Chomrong dopo circa 1,15h. Tirate un sospiro di sollievo, siete giunti nel villaggio più grande della zona, il vero punto d’accesso al trekking verso il Campo Base dell’Annapurna. Da qui fino al ponte sul Modi Khola il cammino è tutto in discesa. Semi di soia, piselli, patate, grano saraceno, cavolo, spinaci, miglio, piante di pomodori e verdure che da noi non esistono: è qui, dove sui terrazzamenti si coltiva di tutto, che si intende bene il significato della parola Annapurna, la “ricca di cibo”.

Chomrong

L’avete però ormai capito anche voi che dopo una discesa verso il fiume c’è sempre una salita da spezzare il fiato vero? Ebbene preparatevi perché da qui sono circa 3o minuti fino alla Sherpa Guest House di Bhanuwa(2.070 m.) e altri 50 minuti circa in impennata per raggiungere i lodge di Sinuwa(2.340 m.) che si trovano arroccati su un piccolo passo. Arrivando da Jhinu è probabile che all’altezza di Bhanuwa starete già morendo di fame ma se ce la fate potete anche continuare fino a Sinuwa. Da qui guardate indietro verso Chomrong e complimentatevi con voi stessi per tutto quello che avete fatto fin’ora!

Di fronte a voi, su per la valle, si intravedono invece in lontananza le tea house di Dovan e anche di Deurali mentre Bamboo, che prende il nome dalla pianta alta anche 10 metri diffusa lungo tutto il percorso, rimane nascosto dietro al primo crinale. Da Sinuwa il sentiero si snoda per circa 1h. in maniera più dolce lungo il versante della montagna per poi scendere con una scalinata di 30 minuti verso l’agglomerato dei lodge di Bamboo(2.310 m.). La didi (“sorella” – così ci si rivolge alle donne più adulte) del Bamboo Lodge cucina da dio, ragion per cui – unita alla sua simpatia- vale sicuramente la pena di fermarsi da lei!

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Bamboo – Deurali

Da Bamboo al villaggio successivo si tratta di soli 45 minuti di cammino all’ombra degli alberi: un sentiero piacevole, che si estende nel cosiddetto stile Nepali flat fino ai tre lodge potenzialmente soleggiati di Dovan(2.500 m.). Da qui il percorso riprende in salita fino ad un tempietto, da cui poi si prosegue verso Himalaya(2.820 m.). Da Dovan ad Himalaya ci si impiega mediamente 1,5h.

Dopo Himalaya la foresta incomincia a farsi meno densa e il terreno sempre più alpino: oltre che ad attraversare una frana staccatasi negli anni passati, il sentiero vi condurrà fino al lato di un’imponente grotta conosciuta con il nome di Hinku Cave, che era il luogo di riparo dei porter che trasportavano il materiale per le spedizioni alpinistiche da e per il Campo Base. Dopo circa 1,5h. di cammino da Himalaya ecco che arriverete quindi al piccolo agglomerato di lodge chiamato Deurali.

Deurali

Avendo superato la soglia di acclimatamento stabilita in 2.800 metri per tutte le persone che vivono al livello del mare, è importante che da questo momento in poi cerchiate di tenere sotto osservazione il vostro stato di salute, curando tra le altre cose la questione alimentare. A tal proposito, se non lo avete ancora fatto, vi consiglio la lettura dell’articolo L’ABC del trekking in Nepal: semplici regole per stare bene.

Deurali

A Deurali ci sono 4 lodge e, sempre utilizzando come criterio di scelta l’aspetto culinario, vi posso dire che al Dream Lodge non si mangia per niente male. Ora, ovviamente io non è che abbia provato la cucina di tutti i lodge della valle per poter definire se uno sia realmente meglio dell’altro – a dir la verità sono quasi sicura che si mangi bene un po’ d’apertutto – ma viaggiando insieme ad una guida che ci tiene in modo particolare a questo aspetto (e che sarà passata da quelle parti almeno un centinaio di volte), penso di potermi fidare sempre ciecamente della sua opinione. Questo a volte purtroppo va a discapito della qualità della struttura nel suo complesso – in questo caso per esempio un po’ più vecchiotta rispetto alla vicina Shangrila Guest House – ma infondo che differenza fa? Lo stomaco in queste situazioni vuole la sua parte molto più dell’occhio!

Deurali

Da qui, se le nuvole lo permettono, si può godere di un magnifico tramonto verso valle mentre, salendo un po’ più a monte, all’altezza dell’ultimo lodge, potrete cominciare a studiare il percorso del giorno successivo semplicemente seguendo il corso del Modi Khola. Attenzione, siete sotto osservazione di un grande Buddha che vi guarda dall’alto della montagna! L’avete trovato?

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Deurali – ABC

La parte di sentiero che si estende da Deurali all’ M.B.C. (“Machhapuchhare Base Camp” – 3.700 m.) seguendo il corso del fiume Modi Khola, è una zona a rischio valanghe. Durante i mesi primaverili è richiesto ai trekkers di utilizzare il percorso alternativo che risale l’altra sponda del fiume, più lontano dalle pareti a picco che si alzano invece in maniera verticale sul percorso ordinario. Per questo motivo e per poter approfittare della più probabile visibilità mattutina una volta raggiunti i due campi base più alti, è consigliabile mobilitarsi sul presto, se possibile non dopo le 8.

Modi Khola

Durante il mio trekking la questione metereologica è rimasta una costante: zero pioggia, cielo incredibilmente limpido dal calar del sole fino al primissimo pomeriggio, momento in cui le nuvole e la nebbia, già risalita la valle, coprivano il tutto e rendevano impossibile la vista delle montagne.

M.B.C.

Da Deurali all’ M.B.C. considerate 1.5h. più un’altro paio d’ore per risalire lentamente la valle fino all’A.B.C (“Annapurna Base Camp” – 4.130 m.). In tanti sono quelli che decidono di pernottare all’M.B.C. (3.700 m.) per evitare problemi di mal di montagna e su questo non c’è niente di male: la visita al Campo Base dell’Annapurna può essere tranquillamente gestita come un’escursione in giornata, pomeridiana – tempo permettendo – oppure al mattino presto, prima di riprendere la strada in discesa. A meno che non stiate già male per l’altezza o non abbiate organizzato altrimenti comunque valutate anche la possibilità di dormire direttamente al Campo Base.

Annapurna Base Camp

Dormire lì significa avere quasi 24 ore di tempo a disposizione per poter godere di tutti i cambiamenti di luce, di alba, di tramonto, delle stelle, del silenzio e dei rumori del ghiacciaio. I 5 lodge dell’A.B.C si trovano quasi al bordo di un’immensa morena glaciale da cui la vista è seriamente impressionante!

Annapurna Base Camp

Di fronte a voi la parete infinita dell’Annapurna I, la regina del Santuario, ma tutt’intorno anche gli altri picchi non sono da meno e gareggiano tra di loro per bellezza: il Machhapuchhare, l’Annapurna South, l’Hiunchuli (6.441 m.), il Tent (5.695 m.) e il Fluted Peak (6.501 m.) che possono essere scalati con dei permessi speciali, l’Annapurna III…il paesaggio è surreale!

Annapurna South

Tra queste montagne e un po’ più in alto rispetto al campo ecco poi i memoriali di coloro che con la montagna sono diventati un tutt’uno, alpinisti che qui hanno perso la vita perseguendo i loro “folli” obiettivi.

Era per esempio il 25 dicembre del 1997 quando il kazako Anatolij Bukreev e l’italiano Simone Moro vennero travolti da una valanga tentando la scalata invernale dell’Annapurna I. Simone miracolosamente sopravvisse alla tragedia e riguardo a quell’impresa scrisse il libro “Cometa sull’Annapurna” che vi consiglio vivamente; Anatolij e Dimitri – il loro cameraman – invece purtroppo morirono e i loro corpi mai ritrovati. Storie che hanno bisogno di tempo per essere commemorare lì dove sono successe e anche per questo quindi la necessità di soffermarsi più a lungo in questo luogo.

Annapurna Base Camp

All’Annapurna Base Camp le temperature di notte scendono parecchio tanto che al mattino è facile che troverete l’acqua del rubinetto ghiacciata. Copritevi con tutto quello che avete a disposizione e godetevi l’atmosfera più tiepida che si crea all’interno delle sale da pranzo. L’Annapurna Guest House è stata la nostra scelta: ottima la pizza!

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ABC – Bamboo

In questo caso la sveglia non potrà che essere prima dell’alba. Lo so, uscire dal calduccio del sacco a pelo non è mai cosa piacevole a queste temperature ma non vorrete mica perdervi lo spettacolo delle prime luci del sole che incendiano di arancione le pareti dell’Annapurna vero? Rimettetevi addosso di nuovo tutti gli strati di cui siete muniti, ordinate in cucina una bevanda calda e rimanete lì fuori ad aspettare!

Annapurna Base Camp

Ne valeva la pena giusto?? Dopo la colazione potete a questo punto rimettervi in cammino verso valle e vedete voi fin dove riuscite ad arrivare. Io ci ho messo 6 ore (compresa la pausa pranzo ad Himalaya) per tornare a Bamboo e lì passare la notte di nuovo al Bamboo Lodge.

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Bamboo – Chomrong

La giornata in questione è abbastanza faticosa: non so se vi ricordate infatti di tutte le discese lungo il percorso da Chomrong a Bamboo; bene, quelle discese oggi ve le ritroverete come devastanti salite, per cominciare con quella che vi risveglierà i muscoli da Bamboo a Sinuwa (1h15) e terminare con la famigerata killing-up che dal fiume vi riporterà a Chomrong.

Arrivati a Chomrong potete decidere se continuare in dicesa verso Jhinudanda, godervi le hot springs e quindi il giorno dopo rientrare a Pokhara, oppure fermarvi qui e rimandare qualsiasi altro spostamento al giorno seguente. Io, essendo già passata da Jhinudanda e dovendo proseguire il mio itinerario verso est mi sono fermata lì e ho soggiornato alla Elysium Guest House. Arrivare presto vi darà il tempo di farvi una bella doccia calda, eventuale lavanderia (hanno pure la lavatrice!) e di godervi il resto della giornata cazzeggiando per il paesello.

Chomrong

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Per consultare il calendario delle mie prossime partenze di gruppo clicca qui!!!

Se invece preferisci organizzarti da te leggi l’articolo Trekking in Nepal: tutto quello che c’è da sapere

Poon Hill Trek: il mio itinerario di cinque giorni

Poon Hill Trek: il mio itinerario di cinque giorni 1024 684 Sonia Sgarella

“Esiste un solo percorso sensato per svolgere questo itinerario” – provava a convincermi la mia guida prima di intraprendere il cammino – “ed è quello che segue l’andamento orario”. Le agenzie che suggeriscono il percorso inverso – sosteneva – sono gestite da persone che questo itinerario l’hanno seguito soltanto con un dito puntato sulla cartina, con il culo comodo e al caldo dei loro uffici di Pokhara e Kathmandu.

(Apro una prima parentesi: lavoro come guida e sapevo benissimo di cosa parlasse Raj: di mission impossible propinate ai clienti da impiegati d’agenzia che vendono l’ignoto ne ho viste a milioni. Fidatevi sempre di più di chi sulla strada ci vive, che siano guide, accompagnatori o autisti! Chiusa prima parentesi). 

Con il senno di poi posso dire che Raj aveva perfettamente ragione. Il motivo? Perché rendere più difficile quello che già richiede un bello sforzo? Se avete scelto il trekking a Poon Hill è probabile che lo abbiate fatto perché catalogato come uno dei trekking più brevi, più belli e più facili nella regione dell’Annapurna. Svolgere il percorso in senso antiorario lo renderebbe molto più impegnativo di quello che vi aspettate, a tratti scoraggiante per via delle infinite e ripide scalinate di cui non ne vedrete mai la fine, uno sforzo inutile ed evitabile.

Partire da Nayapul e concludere il circuito a Phedi è l’opzione migliore per questo itinerario: cinque giorni e quattro notti, la durata necessaria per coprire tutti i punti che mi sono stati suggeriti da persone incontrate nei giorni di viaggio precedenti, tra cui Poon Hill certamente ma anche l’Australian Camp. 0

Per info sul come organizzarvi e cosa portare con voi leggete l’articolo Trekking in Nepal: tutto quello che c’è da sapere. Qui mi limito semplicemente a parlarvi del mio itinerario nel dettaglio perché possiate prendere spunto riguardo alle tempistiche di spostamento e agli alloggi.

Giorno 1: Da Pokhara a Banthanti 

Un Taxi da Pokhara impiega circa un’ora e un quarto per arrivare a Nayapul che è il punto di partenza del trekking a Poon Hill. Il costo è di circa 2.000 rupie ed è sicuramente una soluzione più comoda e veloce rispetto all’autobus pubblico. Nayapul, nient’altro che un polveroso/fangoso bazar ai margini della strada per Baglung, costituisce il punto di passaggio obbligato per tutti gli escursionisti diretti a Birethanti (1.000 m.) che non si siano organizzati con un 4×4.

Seguendo la strada carrozzabile sterrata ci si impiegano soltanto 20 minuti per arrivare a questo crocevia – thanti significa “punto di sosta” – dove al banchetto di controllo dell’ACAP (Annapurna Conservation Area Project) dovrete mostrare i vostri permessi.

Qui le strade si dividono: una che seguendo il corso del Modi Khola, verso destra, conduce a Ghandruk, l’altra che seguendo il corso del Bhurungdi Khola, verso sinistra, conduce ad Ulleri e da lì prosegue per Ghorepani. Se siete partiti da Pokhara intorno alle 7, dovreste trovarvi in questo punto più o meno alle 9.30.

Poon Hill Trek

La mia prima giornata di trekking, cominciata circa a quell’ora, si è conclusa più o meno alle 15.30 a Banthanti, a 2.250 metri di altezza. La pausa pranzo la potete fare ad Hille (1.510 m.) o volendo, un poco più in là, a Tikhedhunga (1.540 m.), ad ogni modo prima di attraversare il ponte sul Bhurungdi Khola e cominciare la scalata di oltre 3000 gradini fino ad Ulleri (2.080 m.)

(Aggiornamento al 2018: con un fuoristrada è oggi possibile raggiungere Tikhedunga in auto. Il tragitto è di circa 2h30 da Pokhara).

E’ il primo giorno e siete ancora freschi, suvvia 3000 gradini non sono poi così tanti! 🙂 Munitevi di grinta ed entusiasmo e cercate di non abbuffarvi troppo per pranzo. Introducete nel vostro organismo giusto quei carboidrati che vi daranno l’energia necessaria per affrontare l’impresa e in men che non si dica sarete già arrivati!

Poon Hill trek

Passato Ulleri, un villaggio di medie dimensioni dove si trova un altro check post dell’ACAP, se le gambe ve lo permettono e la giornata è ancora lunga, continuate pure fino a Banthanti (45 minuti circa), un posticino ben più appartato con ottime viste sull’Annapurna South e sul Machhapuchhare, la mia montagna preferita nonché una delle più spettacolari al mondo!

Diversamente dalle altre cime del massiccio dell’Annapurna – come racconta anche Peter Matthiessen nel suo libro “Il Leopardo delle Nevi” – il Machhapuchhare rimane inviolato, non perché sia impossibile salirci – nel 1957 gli scalatori giunsero a pochi metri dalla vetta – ma perché è proibito raggiungerne la cima: i Gurung lo venerano come montagna sacra e il governo nepalese saggiamente lo conserva in mysterium tremendum.

Machhapuchhare Guest House è il nome della teahouse dove ho dormito. (NOTA BENE: i prezzi che troverete sui menù, compresi quelli delle camere, vengono regolati direttamente dal comitato manageriale del turismo per cui, a livello di costi, un posto vale l’altro. Quello su cui dovrete puntare sarà più che altro la posizione che più vi aggrada, la condizione della struttura e, perché no, anche la qualità del cibo. Io vi sto parlando di quella che è stata la mia esperienza, ma è ovvio che avendo con voi una guida sarà lui/lei direttamente a suggerirvi una Teahouse piuttosto che un’altra, sempre sulla base di questi presupposti ma facendo riferimento alle sue amicizie/conoscenze personali.

Poon Hill trek

Giorno 2: Da Banthanti a Ghorepani  (Poon Hill)

Tra Banthanti e Ghorepani ci sono solo 2 ore e mezza di cammino e un dislivello di appena 500 metri in salita. Il percorso si snoda attraverso una fitta foresta di querce e rododendri che se fossero stati in fiore chissà che bellezza! Lungo il percorso è quasi sicuro che incontrerete un sacco di gente proveniente dalla direzione opposta, ovvero da Ghorepani: sono quelli che, svegliatisi all’alba per salire a Poon Hill, si sono ora rimessi in cammino e sono ormai quasi giunti al termine del loro trekking.

Poon Hill Trek

Ghorepani si divide in due: Ghorepani bassa (2750 m.) e Ghorepani alta (2870 m.). La maggior parte degli escursionisti tende a trovare sistemazione in quella alta perché, in previsione di svegliarsi prima dell’alba per andare a Poon Hill, si trova già più vicina al sentiero d’ingresso. Si tratta di un punto particolarmente affollato perché nevralgico, dato che qui confluiscono i sentieri dei tre itinerari più battuti della zona: il Poon Hill Trek, l’ABC (Annapurna Base Camp) e l’Annapurna Circuit. Arrivare a Ghorepani in mattinata è fondamentale – soprattutto in alta stagione – se volete accaparrarvi una bella stanza nei lodge migliori.

Poon Hill trek

The Hungry Eye Guest House è stata quella che la mia guida ha scelto per me. La vista dalla finestra era pazzesca, il cibo divino e l’ambiente super accogliente. Non da meno, avevo anche la presa della corrente in camera.

Poon Hill Trek

Ora che siete arrivati fin qui e avete ancora tutta la giornata a disposizione potete decidere cosa fare e questo dipenderà molto dal tempo: se il cielo è limpido e si mantiene tale fino alla fine allora potete pensare di pranzare, farvi un giretto nel villaggio e quindi di salire a Poon Hill in tempo per il tramonto. Questo vi risparmierebbe la levataccia del giorno dopo o semplicemente, visto che siete venuti per questo, vi permetterebbe di augurare al sole entrambe le cose, sia la buonanotte che il buongiorno.

Poon Hill Trek

Se invece, come è successo a me, il cielo dovesse all’improvviso coprirsi e le montagne sparire dietro una coltre di nebbia che neanche in Pianura Padana, allora non avrete altra scelta che cazzeggiare fino a sera: pranzate, fatevi un giretto nel villaggio, una doccia, leggetevi un libro, giocate a carte e fate progetti ascoltando le esperienze degli altri escursionisti che nel frattempo avranno riempito le camere della guest house. Con il giungere della sera, vi ritroverete tutti vicino alla stufa in cerca di un po’ di calore.

Giorno 3: Da Ghorepani al Lonely Planet Hotel 

Se non siete riusciti a vedere il tramonto a Poon Hill o indipendentemente da quello non volete perdervi neanche l’alba, puntate la sveglia circa un’ora e mezza prima del sorgere del sole, il cui orario ovviamente cambia a seconda della stagione. A me personalmente non è andata tanto male: l’alba a fine novembre era prevista per le 6.32 quindi è bastato svegliarsi alle 5 e mettersi in cammino alle 5.20 per essere in cima alla collina con un tempismo perfetto, appena prima che i raggi del sole cominciassero ad illuminare le cime innevate dei 7000 e degli 8000.

Poon Hill Trek

Poon Hill Trek

(Aperta seconda parentesi: mi è appena capitato di leggere il post di un blogger (tra l’altro molto seguito) che descriveva la camminata a Poon Hill come qualcosa di epico, come un’avventura pazzesca e selvaggia, come se nel buio pesto di una notte solitaria la sua torcia e quelle dei suoi compagni fossero le uniche ad illuminare il sentiero. Scusate, capisco che la sua descrizione possa vendere più della mia ma per favore…ogni mattina ci saranno almeno 200 persone che come le formiche in fila indiana cominciano la scalata alla stessa ora per raggiungerne in tempo la cima e ovviamente ognuna di queste si porta una torcia! State percorrendo uno dei circuiti più famosi di tutto il Nepal e avete appena raggiunto uno dei punti panoramici più belli per vedere l’Himalaya disteso davanti a voi, picco dopo picco. E’ ovvio che non sarete da soli! Chiusa seconda parentesi)

Comunque il panorama è magnifico è vale assolutamente la pena di andare a vedere di cosa si tratta: il Dhaulagiri è li che vi aspetta con i suoi 8.167 metri e vi farà immediatamente dimenticare della fatica appena fatta per arrivare lassù, a 3210 metri.

Poon Hill Trek - Poon Hill

Fatta colazione nella guest house, potete quindi riprendere il cammino in direzione di Tadapani (2.710 m.) e da lì – dove potete fermarvi a pranzare con una magnifica vista sull’Annapurna South, sull’Himchuli e sul Machhapuchhare – proseguire verso Ghandruk (1990 m.).   Mentre la prima parte – un piacevole saliscendi di dislivello contenuto – richiederà poco sforzo sia alle vostre gambe che ai vostri polmoni, la seconda parte, quasi tutta in discesa, comincerà a farsi sentire sulle vostre ginocchia. Se avete con voi dei bastoncini da trekking vi verrà forse comodo utilizzarli.

Per una breve ma valida estensione a questo trekking leggi anche Muldhai View Point:la nuova Poon Hill con tanto di Yak!

Non molto dopo la vostra partenza, terminata la scalinata e arrivati in cima ad una collinetta erbosa, non dimenticatevi di voltarvi indietro per godervi l’ultimo grandioso panorama sul Dhaulagiri prima di passare all’altro versante.

Poon Hill Trek

Ora, avevo già intuito di avere una guida sveglia ma solo arrivata alla guest house dove aveva previsto di pernottare, ne ho avuto la prova eclatante: mi disse che ci saremmo fermati prima di Ghandruk, in un punto con una bellissima vista sulle montagne, acqua calda, cibo buono e tutto quello che nei giorni precedenti non mi aveva mai fatto mancare ma lasciò che arrivassimo lì per confessarmi la vera ragione per cui quel posto sarebbe stato cento volte meglio di qualunque altra guest house di Ghandruk. A queste altitudini, nell’autunno dell’Himalaya, la differenza tra sole e ombra è davvero notevole ma quando cadono le tenebre c’è poco da fare, fa freddo ovunque. Sapete allora qual’è l’unica cosa che vorreste sempre trovare nella sala da pranzo di una guest house? La stufa!

L’Hotel Lonely Planet è l’ultima sistemazione lungo il percorso in discesa con una di quelle stufe a legna che vi avranno certamente riscaldato e asciugato le cose nei giorni precedenti; a Ghandruk non è permesso averle per cui, se deciderete di andare oltre, preparatevi ad avere molto più freddo! Partendo da Ghorepani verso le 8.30 arriverete all’Hotel Lonely Planet per le 14.30, calcolata un’ora di pausa pranzo.

Poon Hill Trek

Giorno 4:Dal Lonely Planet Hotel a Pothana

Ghandruk è il secondo insediamento gurung per dimensioni del paese. Passando di lì al mattino è probabile che incontrerete decine e decine di studenti che dai villaggi vicini, già reduci dall’aver salito un migliaio di scale , si recano a scuola. Li incontrerete scendendo verso il fiume, una discesa ripida che raggiunge il corso del Modi Khola costeggiando campi e abitazioni rurali.

Poon Hill Trek

In molti da Ghandruk fanno ritorno di nuovo a Nayapul dove troveranno un trasporto per Pokhara, risparmiando così un giorno di trekking. Se avete tempo a sufficienza però vi suggerisco caldamente di proseguire l’itinerario. Perché infatti non spendere una notte in più nella tranquillità di questi paesaggi? Arrivati al fiume, che si trova a 1.315 metri di quota, risalite quindi la scalinata fino a Landruk (1620 m.) da dove il sentiero procede dolcemente fino a Tolka (1790 m.).

Poon Hill Trek

Dall’Hotel Lonely Planet a Tolka sono circa tre ore di cammino: partendo tra le 8 e le 8.30 dovreste quindi arrivare a destinazione massimo alle 11.30 e lì fermarvi per il pranzo. Superata Tolka le soluzioni per mangiare sono troppo lontane e inoltre vi servirà una buona dose di energia per affrontare l’ennesima salita verso Deorali (2.150 m.) Godetevi il paesaggio che cambia con l’altezza, i magnifici terrazzamenti coltivati a riso e senape, la vita nei villaggi…

Poon Hill Trek

Poon Hill Trek

Arrivati a Pothana (1.990 m.) verso le 15.00 – da Tolka sono circa due ore e mezza di cammino – non vi rimane altro da fare che cercare una sistemazione. A tal proposito vi posso consigliare il See You Lodge, il primo che si incontra entrando in paese: camere dal gusto originale, bagno esterno ma sempre con doccia bollente, sala da pranzo accogliente, insomma, niente di cui lamentarsi!

Poon Hill trek - See You G.H.

Giorno 5: Da Pothana (Australian Camp) a Pokhara

Avrei tanto voluto svegliarmi al mattino con la vista del Machhapuchhare – la montagna a “coda di pesce” – per salutare in bellezza queste immense montagne ma ahimè la nebbia era talmente fitta che purtroppo questa volta non è stato possibile. Da mostrarvi non ho mie foto ma ne prendo comunque una da internet per non lasciarvi con la curiosità di sapere come sia la vista dal cosiddetto Australian Camp. Io sicuramente dovrò tornarci! 🙂

Poon Hill Trek - Australian camp

L’Australian Camp, un’agglomerato di strutture turistiche situato in cima ad una collina erbosa, dista da Pothana non più di una mezz’oretta. Usciti dalla guest house non dimenticatevi di passare dal punto di controllo dell’ACAP per mostrare i vostri permessi e fare si che registrino la vostra uscita dall’Annapurna Conservation Area.

Da questo momento il percorso sarà tutto in discesa per cui preparate le vostre ginocchia a soffrire un pochino. A seconda della velocità (io ho fatto quasi tutte le scale di corsa) ci si impiega circa due ore e mezza per raggiungere Phedi e, da lì, circa 45 minuti di auto per fare rientro a Pokhara.

Questa giornata di trekking è in realtà una mezza giornata che vi permetterà di essere a Pokhara intorno a mezzogiorno o al massimo nel primo pomeriggio, giusto in tempo per un pranzo vista lago e un bel massaggio ristrutturante! Il mio posto preferito per mangiare, non ho dubbi, è stato il Rest Point Cafè con un graziosissimo giardinetto/terrazza sul lago, ottimo cibo e prezzi super contenuti.

Per l’organizzazione “fai da te” leggi l’articolo Trekking in Nepal: tutto quello che c’è da sapere o chiedi a me il contatto diretto della guida.

Informazioni utili

Dove dormire a Pokhara: The Little Tibetan Guest House

Tel: (00977) – 9846026166 / (00977) – 61461898

1.000 rupie a notte per una stanza doppia uso singola, ottima pulizia, acqua calda a partire dal pomeriggio perché funziona con i pannelli solari; un’oasi di pace a due passi dal lago dove spesso si ritrovano i monaci in preghiera; colazione non inclusa ma ottima; possibilità di refill di acqua purificata per sole 10 rupie.

Da Pokhara a Kathmandu : Explore Pokhara Travels

Tel: (00977) – 9856031440 / (00977) – 61467050

Ogni giorno alle 7.30 partenza dal Tourist Bus Park. Bus comodi, puliti e con connessione wi-fi (che funziona più che altro quando il bus è fermo o in coda). I biglietti si possono prenotare in qualunque agenzia/guest house di Pokhara al costo di 700 rupie. Da Lakeside al Bus Park un taxi costa 300 rupie.

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