Sono arrivata ad Orchha in un pomeriggio di primavera, quando ancora la campagna del Madhya Pradesh è punteggiata dai meravigliosi fiori arancioni degli alberi di Palash; sono arrivata ad Orchha perché mi avevano detto che mi sarebbe piaciuta ma mai avrei pensato di rimanerne così affascinata.
Un piccolo villaggio dove dimenticarsi per qualche giorno dei mezzi di trasporto, non perché non ve ne siano ma perché non ne avrete bisogno. Tutto ad Orchha è facilmente raggiungibile a piedi: il fiume, i templi, i palazzi e i cenotafi; ad Orchha vedrete l’incanto dei tempi passati rivivere nella roccia dei suoi monumenti i quali raccontano una storia, quella dei sovrani della dinastia Bundela e delle loro regine.
Cominciate presto al mattino, esattamente alle 8 (o alle 9 se da ottobre a febbraio), quando all’interno del Ram Raja Temple si riuniscono i devoti per la puja al dio Rama. Racconta la leggenda che questo splendido edificio piastrellato con marmo bianco venne commissionato nel XVI secolo dal sovrano Madhukar Shah come palazzo per la sua regina, Rani Ganesh. Fu proprio lei, anche chiamata Kamla Devi, che di ritorno da un viaggio ad Ayodhya portò con sé l’immagine sacra del grande dio la quale, una volta appoggiata all’interno del palazzo, non poté più esserne rimossa. Il palazzo venne quindi trasformato in un tempio che costituisce oggi un importante luogo di pellegrinaggio per i devoti di Rama, settima incarnazione di Vishnu, venerato qui anche in qualità di re (raja) e insignito quindi del turbante reale. Accanto a lui la consorte Sita come regina e il fedele fratello Lakshman vestito da principe.
A parte il Ram Raja Temple che, in quanto luogo di culto attivo, non è a pagamento, tutto il resto, ad Orchha, lo è. Il biglietto cumulativo per la visita ai monumenti può essere acquistato solo all’ingresso della cittadella, oltre il ponte Bir Singh, ad un costo di 250 rupie più 25 per l’utilizzo della macchina fotografica. Il biglietto ha la validità di un solo giorno per cui preparatevi all’esplorazione con una colazione abbondante e cominciate subito con il complesso dei palazzi reali, quando ancora le comitive di gruppi organizzati non hanno raggiunto la cittadina.
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RAJA MAHAL PALACE
Costruito sulla cima di una collinetta, il solido e squadrato palazzo reale, il primo ad essere edificato in posizione strategica sull’isola che sorge alla confluenza tra i fiumi Betwa e Jamni, costituisce un’ottima introduzione allo stile architettonico dei sovrani Bundela: grandi cortili su cui si affacciano i balconi intarsiati degli appartamenti reali e una serie di passerelle ad incastro che si innalzano fino a permettere l’accesso ai livelli più alti culminanti con meravigliosi padiglioni a cupola e torrette.
Nonostante la struttura risulti dall’esterno estremamente sobria e priva di particolari decorazioni, basta soffermarsi ad ammirare le stanze interne e la profusione delle magnifiche pitture intonacate sulle pareti e sui soffitti, per immaginare l’opulenza che doveva trasmettere questo luogo al tempo di Madhukar Shah (1554-1592 d.c.) che qui visse insieme alle sue “favorite”. Alcuni di questi fregi, soprattutto quelli riparati dalla luce del sole, si trovano ancora ancora oggi in perfetto stato di conservazione permettendo così di riconoscere chiaramente immagini che raccontano delle numerose incarnazioni di Vishu, delle imprese di Rama e Krishna, nonché scene di caccia e momenti di festa.
E’ inutile dirvi quanto dai livelli più alti la vista sia magnifica per cui altro non vi resta da fare che munirvi di tutto lo spirito d’esplorazione di cui siete dotati e perdervi tra i mille passaggi, divertendovi a scovare gli angoli più nascosti di questo intricato capolavoro.
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JEHANGIR MAHAL PALACE
Se l’ingresso al Raja Mahal mi aveva stupito, il primo impatto con il Jehangir Mahal mi ha lasciato letteralmente senza parole! La stessa reazione dovette evidentemente averla anche l’architetto britannico Edwin Lutyens, incaricato di progettare l’impianto urbanistico di New Delhi e che si dice aver preso ispirazione proprio da qui. Commissionato nel 1605 da Bir Singh Deo, figlio di Madhukar Shah, nonché “il più grande sovrano di Orchha”, il Jehangir Mahal venne concepito come biglietto di benvenuto per la visita a corte dell’imperatore Mughal che qui si recò in un’unica occasione. Sicuramente il più ammirato, il palazzo appare molto più ricco di decorazioni rispetto al Raja Mahal, a partire dal grandioso portale con elefanti che consente l’accesso al cortile principale.
Motivi geometrici e floreali composti con piastrelle di ceramica color turchese ne decorano ancora le facciate mentre all’interno una profusione di decorazioni lignee ne abbellisce i balconi e le terrazze, sovrastati da quelle cupole a cipolla che sono caratteristica peculiare dell’architettura indo-islamica. L’insieme di tutti questi elementi esprime senz’altro un senso di straordinaria ricchezza.
La vista sulla campagna sconfinata e sugli altri monumenti di Orchha, anche in questo caso, vale senza dubbio la salita ai piani più alti. Da quassù inoltre vi farete un’idea più chiara dei prossimi passi da percorrere.
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RAI PRAVEEN MAHAL
Proseguite la visita passando accanto al Shyam Daua Ki Kothi e al Rasaldar Ki Kothi, alle stalle dei cammelli e degli elefanti, per arrivare quindi al palazzo di Rai Praveen, la leggendaria concubina di Raja Indramani (1672-75) che fu vassallo dell’imperatore Mughal Aurangzeb. Secondo i racconti Rai Praveen fu una bellissima danzatrice, cantante, musicista e poetessa che risiedette in questo palazzo dove all’interno si conservano ancora magnifici dipinti. Bellissimi gli scorci sul Jehangir Mahal.
Da qui è possibile continuare verso una serie di altri piccoli monumenti che troverete seguendo il sentiero di campagna, oltrepassata la porta Shahi Darwaja. Tra questi il Teen Dasiyon Ka Mahal, ovvero il “palazzo delle tre inservienti” e il piccolo Shiv Temple.
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CHATTURBHUJ TEMPLE
Forse l’edificio più appariscente per la verticalità delle sue forme e ben visibile da ogni angolo della cittadina. Costruito su una grandissima piattaforma di pietra e raggiungibile attraverso un’ampia scalinata, il tempio venne edificato per custodire l’immagine sacra di Rama trasportata ad Orchha dalla Regina Ganesha e che invece non fu più possibile spostare dal Ram Raja Temple, dove si trova collocata ancora tutt’oggi.
Unico nelle sue forme che vennero studiate da diversi architetti e i quali ne misero in rilievo le particolarità: pianta cruciforme come quella di una chiesa cristiana, assenza di fregi e ornamenti come l’interno di una moschea, presenza di una cella sacra e della sala per le preghiere come nei templi hindu. L’unica interpretazione logica sarebbe che la costruzione venne commissionata a degli architetti musulmani i quali inserirono caratteristiche tipiche dell’arte islamica in un tempio che venne ideato per ospitare una divinità indiana, dedicato alla figura di Vishnu con quattro braccia. Munitevi di una torcia per risalire la stretta scalinata che vi porterà all’altezza delle guglie, fino alla terrazza panoramica da cui vi garantirete una visuale a 360° su tutta Orchha.
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LAKSHMINARAYAN TEMPLE
Dopo aver ripreso le forze con una meritata pausa pranzo, continuate la visita verso il Lakhsminarayan Temple che custodisce le pitture più raffinate e meglio conservate di tutta Orchha. Costruito nel 1622 e commissionato dallo stesso Bir Singh, il tempio, che nella struttura ricorda più l’aspetto di una fortezza è famoso per la particolarità delle pitture, le quali raccontano storie sia leggendarie che secolari.
Episodi dei poemi epici, miti riguardanti varie divinità ma anche scene di battaglia con protagonisti i membri dell’esercito britannico, adornano le pareti e i soffitti dei corridoi interni di questo tempio, trasformando il luogo in un interessantissimo e curioso concentrato di opere artistiche dove perdersi per almeno un’ora, lasciando così trascorrere le ore più calde del giorno. Tornando verso il centro godetevi la magnifica vista panoramica.
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BUNDELA CHHATRIS
Dirigetevi ora verso l’ultima meraviglia di Orchha, anch’essa inclusa nel biglietto cumulativo d’ingresso ai monumenti: sono i cenotafi dei membri della dinastia Bundela che si ergono fieri lungo la riva destra del fiume Betwa. Tra questi il più imponente è quello di Bir Singh Deo ma ve ne sono ben altri quindici tra cui potrete intrattenervi fino all’ora di chiusura, aspettando il tramonto.
Un giorno ad Orchha comunque non basta, la cittadina deve essere vissuta con calma, bisogna avere il tempo di perdersi tra le casette colorate e tra i suoi bazar. Se siete quindi riusciti ad ultimare la visita ai suoi monumenti in un solo giorno, tenetevene almeno un altro per passeggiare tranquilli tra le sue vie, parlare con gli abitanti (i quali vorranno tutti invitarvi a casa loro) e magari, perché no, se il livello dell’acqua lo permette, godervi il fiume facendo water rafting.
Se state cercando una sistemazione super budget ma dignitosa (intendo con tanto di acqua bollente e lenzuola pulite!) andate alla Temple View Guest House, a due passi dal Ram Raja Temple. Io ho pagato 3 euro a notte! 🙂