Nepal

Poon Hill Trek: il mio itinerario di cinque giorni

Poon Hill Trek: il mio itinerario di cinque giorni 1024 684 Sonia Sgarella

“Esiste un solo percorso sensato per svolgere questo itinerario” – provava a convincermi la mia guida prima di intraprendere il cammino – “ed è quello che segue l’andamento orario”. Le agenzie che suggeriscono il percorso inverso – sosteneva – sono gestite da persone che questo itinerario l’hanno seguito soltanto con un dito puntato sulla cartina, con il culo comodo e al caldo dei loro uffici di Pokhara e Kathmandu.

(Apro una prima parentesi: lavoro come guida e sapevo benissimo di cosa parlasse Raj: di mission impossible propinate ai clienti da impiegati d’agenzia che vendono l’ignoto ne ho viste a milioni. Fidatevi sempre di più di chi sulla strada ci vive, che siano guide, accompagnatori o autisti! Chiusa prima parentesi). 

Con il senno di poi posso dire che Raj aveva perfettamente ragione. Il motivo? Perché rendere più difficile quello che già richiede un bello sforzo? Se avete scelto il trekking a Poon Hill è probabile che lo abbiate fatto perché catalogato come uno dei trekking più brevi, più belli e più facili nella regione dell’Annapurna. Svolgere il percorso in senso antiorario lo renderebbe molto più impegnativo di quello che vi aspettate, a tratti scoraggiante per via delle infinite e ripide scalinate di cui non ne vedrete mai la fine, uno sforzo inutile ed evitabile.

Partire da Nayapul e concludere il circuito a Phedi è l’opzione migliore per questo itinerario: cinque giorni e quattro notti, la durata necessaria per coprire tutti i punti che mi sono stati suggeriti da persone incontrate nei giorni di viaggio precedenti, tra cui Poon Hill certamente ma anche l’Australian Camp. 0

Per info sul come organizzarvi e cosa portare con voi leggete l’articolo Trekking in Nepal: tutto quello che c’è da sapere. Qui mi limito semplicemente a parlarvi del mio itinerario nel dettaglio perché possiate prendere spunto riguardo alle tempistiche di spostamento e agli alloggi.

Giorno 1: Da Pokhara a Banthanti 

Un Taxi da Pokhara impiega circa un’ora e un quarto per arrivare a Nayapul che è il punto di partenza del trekking a Poon Hill. Il costo è di circa 2.000 rupie ed è sicuramente una soluzione più comoda e veloce rispetto all’autobus pubblico. Nayapul, nient’altro che un polveroso/fangoso bazar ai margini della strada per Baglung, costituisce il punto di passaggio obbligato per tutti gli escursionisti diretti a Birethanti (1.000 m.) che non si siano organizzati con un 4×4.

Seguendo la strada carrozzabile sterrata ci si impiegano soltanto 20 minuti per arrivare a questo crocevia – thanti significa “punto di sosta” – dove al banchetto di controllo dell’ACAP (Annapurna Conservation Area Project) dovrete mostrare i vostri permessi.

Qui le strade si dividono: una che seguendo il corso del Modi Khola, verso destra, conduce a Ghandruk, l’altra che seguendo il corso del Bhurungdi Khola, verso sinistra, conduce ad Ulleri e da lì prosegue per Ghorepani. Se siete partiti da Pokhara intorno alle 7, dovreste trovarvi in questo punto più o meno alle 9.30.

Poon Hill Trek

La mia prima giornata di trekking, cominciata circa a quell’ora, si è conclusa più o meno alle 15.30 a Banthanti, a 2.250 metri di altezza. La pausa pranzo la potete fare ad Hille (1.510 m.) o volendo, un poco più in là, a Tikhedhunga (1.540 m.), ad ogni modo prima di attraversare il ponte sul Bhurungdi Khola e cominciare la scalata di oltre 3000 gradini fino ad Ulleri (2.080 m.)

(Aggiornamento al 2018: con un fuoristrada è oggi possibile raggiungere Tikhedunga in auto. Il tragitto è di circa 2h30 da Pokhara).

E’ il primo giorno e siete ancora freschi, suvvia 3000 gradini non sono poi così tanti! 🙂 Munitevi di grinta ed entusiasmo e cercate di non abbuffarvi troppo per pranzo. Introducete nel vostro organismo giusto quei carboidrati che vi daranno l’energia necessaria per affrontare l’impresa e in men che non si dica sarete già arrivati!

Poon Hill trek

Passato Ulleri, un villaggio di medie dimensioni dove si trova un altro check post dell’ACAP, se le gambe ve lo permettono e la giornata è ancora lunga, continuate pure fino a Banthanti (45 minuti circa), un posticino ben più appartato con ottime viste sull’Annapurna South e sul Machhapuchhare, la mia montagna preferita nonché una delle più spettacolari al mondo!

Diversamente dalle altre cime del massiccio dell’Annapurna – come racconta anche Peter Matthiessen nel suo libro “Il Leopardo delle Nevi” – il Machhapuchhare rimane inviolato, non perché sia impossibile salirci – nel 1957 gli scalatori giunsero a pochi metri dalla vetta – ma perché è proibito raggiungerne la cima: i Gurung lo venerano come montagna sacra e il governo nepalese saggiamente lo conserva in mysterium tremendum.

Machhapuchhare Guest House è il nome della teahouse dove ho dormito. (NOTA BENE: i prezzi che troverete sui menù, compresi quelli delle camere, vengono regolati direttamente dal comitato manageriale del turismo per cui, a livello di costi, un posto vale l’altro. Quello su cui dovrete puntare sarà più che altro la posizione che più vi aggrada, la condizione della struttura e, perché no, anche la qualità del cibo. Io vi sto parlando di quella che è stata la mia esperienza, ma è ovvio che avendo con voi una guida sarà lui/lei direttamente a suggerirvi una Teahouse piuttosto che un’altra, sempre sulla base di questi presupposti ma facendo riferimento alle sue amicizie/conoscenze personali.

Poon Hill trek

Giorno 2: Da Banthanti a Ghorepani  (Poon Hill)

Tra Banthanti e Ghorepani ci sono solo 2 ore e mezza di cammino e un dislivello di appena 500 metri in salita. Il percorso si snoda attraverso una fitta foresta di querce e rododendri che se fossero stati in fiore chissà che bellezza! Lungo il percorso è quasi sicuro che incontrerete un sacco di gente proveniente dalla direzione opposta, ovvero da Ghorepani: sono quelli che, svegliatisi all’alba per salire a Poon Hill, si sono ora rimessi in cammino e sono ormai quasi giunti al termine del loro trekking.

Poon Hill Trek

Ghorepani si divide in due: Ghorepani bassa (2750 m.) e Ghorepani alta (2870 m.). La maggior parte degli escursionisti tende a trovare sistemazione in quella alta perché, in previsione di svegliarsi prima dell’alba per andare a Poon Hill, si trova già più vicina al sentiero d’ingresso. Si tratta di un punto particolarmente affollato perché nevralgico, dato che qui confluiscono i sentieri dei tre itinerari più battuti della zona: il Poon Hill Trek, l’ABC (Annapurna Base Camp) e l’Annapurna Circuit. Arrivare a Ghorepani in mattinata è fondamentale – soprattutto in alta stagione – se volete accaparrarvi una bella stanza nei lodge migliori.

Poon Hill trek

The Hungry Eye Guest House è stata quella che la mia guida ha scelto per me. La vista dalla finestra era pazzesca, il cibo divino e l’ambiente super accogliente. Non da meno, avevo anche la presa della corrente in camera.

Poon Hill Trek

Ora che siete arrivati fin qui e avete ancora tutta la giornata a disposizione potete decidere cosa fare e questo dipenderà molto dal tempo: se il cielo è limpido e si mantiene tale fino alla fine allora potete pensare di pranzare, farvi un giretto nel villaggio e quindi di salire a Poon Hill in tempo per il tramonto. Questo vi risparmierebbe la levataccia del giorno dopo o semplicemente, visto che siete venuti per questo, vi permetterebbe di augurare al sole entrambe le cose, sia la buonanotte che il buongiorno.

Poon Hill Trek

Se invece, come è successo a me, il cielo dovesse all’improvviso coprirsi e le montagne sparire dietro una coltre di nebbia che neanche in Pianura Padana, allora non avrete altra scelta che cazzeggiare fino a sera: pranzate, fatevi un giretto nel villaggio, una doccia, leggetevi un libro, giocate a carte e fate progetti ascoltando le esperienze degli altri escursionisti che nel frattempo avranno riempito le camere della guest house. Con il giungere della sera, vi ritroverete tutti vicino alla stufa in cerca di un po’ di calore.

Giorno 3: Da Ghorepani al Lonely Planet Hotel 

Se non siete riusciti a vedere il tramonto a Poon Hill o indipendentemente da quello non volete perdervi neanche l’alba, puntate la sveglia circa un’ora e mezza prima del sorgere del sole, il cui orario ovviamente cambia a seconda della stagione. A me personalmente non è andata tanto male: l’alba a fine novembre era prevista per le 6.32 quindi è bastato svegliarsi alle 5 e mettersi in cammino alle 5.20 per essere in cima alla collina con un tempismo perfetto, appena prima che i raggi del sole cominciassero ad illuminare le cime innevate dei 7000 e degli 8000.

Poon Hill Trek

Poon Hill Trek

(Aperta seconda parentesi: mi è appena capitato di leggere il post di un blogger (tra l’altro molto seguito) che descriveva la camminata a Poon Hill come qualcosa di epico, come un’avventura pazzesca e selvaggia, come se nel buio pesto di una notte solitaria la sua torcia e quelle dei suoi compagni fossero le uniche ad illuminare il sentiero. Scusate, capisco che la sua descrizione possa vendere più della mia ma per favore…ogni mattina ci saranno almeno 200 persone che come le formiche in fila indiana cominciano la scalata alla stessa ora per raggiungerne in tempo la cima e ovviamente ognuna di queste si porta una torcia! State percorrendo uno dei circuiti più famosi di tutto il Nepal e avete appena raggiunto uno dei punti panoramici più belli per vedere l’Himalaya disteso davanti a voi, picco dopo picco. E’ ovvio che non sarete da soli! Chiusa seconda parentesi)

Comunque il panorama è magnifico è vale assolutamente la pena di andare a vedere di cosa si tratta: il Dhaulagiri è li che vi aspetta con i suoi 8.167 metri e vi farà immediatamente dimenticare della fatica appena fatta per arrivare lassù, a 3210 metri.

Poon Hill Trek - Poon Hill

Fatta colazione nella guest house, potete quindi riprendere il cammino in direzione di Tadapani (2.710 m.) e da lì – dove potete fermarvi a pranzare con una magnifica vista sull’Annapurna South, sull’Himchuli e sul Machhapuchhare – proseguire verso Ghandruk (1990 m.).   Mentre la prima parte – un piacevole saliscendi di dislivello contenuto – richiederà poco sforzo sia alle vostre gambe che ai vostri polmoni, la seconda parte, quasi tutta in discesa, comincerà a farsi sentire sulle vostre ginocchia. Se avete con voi dei bastoncini da trekking vi verrà forse comodo utilizzarli.

Per una breve ma valida estensione a questo trekking leggi anche Muldhai View Point:la nuova Poon Hill con tanto di Yak!

Non molto dopo la vostra partenza, terminata la scalinata e arrivati in cima ad una collinetta erbosa, non dimenticatevi di voltarvi indietro per godervi l’ultimo grandioso panorama sul Dhaulagiri prima di passare all’altro versante.

Poon Hill Trek

Ora, avevo già intuito di avere una guida sveglia ma solo arrivata alla guest house dove aveva previsto di pernottare, ne ho avuto la prova eclatante: mi disse che ci saremmo fermati prima di Ghandruk, in un punto con una bellissima vista sulle montagne, acqua calda, cibo buono e tutto quello che nei giorni precedenti non mi aveva mai fatto mancare ma lasciò che arrivassimo lì per confessarmi la vera ragione per cui quel posto sarebbe stato cento volte meglio di qualunque altra guest house di Ghandruk. A queste altitudini, nell’autunno dell’Himalaya, la differenza tra sole e ombra è davvero notevole ma quando cadono le tenebre c’è poco da fare, fa freddo ovunque. Sapete allora qual’è l’unica cosa che vorreste sempre trovare nella sala da pranzo di una guest house? La stufa!

L’Hotel Lonely Planet è l’ultima sistemazione lungo il percorso in discesa con una di quelle stufe a legna che vi avranno certamente riscaldato e asciugato le cose nei giorni precedenti; a Ghandruk non è permesso averle per cui, se deciderete di andare oltre, preparatevi ad avere molto più freddo! Partendo da Ghorepani verso le 8.30 arriverete all’Hotel Lonely Planet per le 14.30, calcolata un’ora di pausa pranzo.

Poon Hill Trek

Giorno 4:Dal Lonely Planet Hotel a Pothana

Ghandruk è il secondo insediamento gurung per dimensioni del paese. Passando di lì al mattino è probabile che incontrerete decine e decine di studenti che dai villaggi vicini, già reduci dall’aver salito un migliaio di scale , si recano a scuola. Li incontrerete scendendo verso il fiume, una discesa ripida che raggiunge il corso del Modi Khola costeggiando campi e abitazioni rurali.

Poon Hill Trek

In molti da Ghandruk fanno ritorno di nuovo a Nayapul dove troveranno un trasporto per Pokhara, risparmiando così un giorno di trekking. Se avete tempo a sufficienza però vi suggerisco caldamente di proseguire l’itinerario. Perché infatti non spendere una notte in più nella tranquillità di questi paesaggi? Arrivati al fiume, che si trova a 1.315 metri di quota, risalite quindi la scalinata fino a Landruk (1620 m.) da dove il sentiero procede dolcemente fino a Tolka (1790 m.).

Poon Hill Trek

Dall’Hotel Lonely Planet a Tolka sono circa tre ore di cammino: partendo tra le 8 e le 8.30 dovreste quindi arrivare a destinazione massimo alle 11.30 e lì fermarvi per il pranzo. Superata Tolka le soluzioni per mangiare sono troppo lontane e inoltre vi servirà una buona dose di energia per affrontare l’ennesima salita verso Deorali (2.150 m.) Godetevi il paesaggio che cambia con l’altezza, i magnifici terrazzamenti coltivati a riso e senape, la vita nei villaggi…

Poon Hill Trek

Poon Hill Trek

Arrivati a Pothana (1.990 m.) verso le 15.00 – da Tolka sono circa due ore e mezza di cammino – non vi rimane altro da fare che cercare una sistemazione. A tal proposito vi posso consigliare il See You Lodge, il primo che si incontra entrando in paese: camere dal gusto originale, bagno esterno ma sempre con doccia bollente, sala da pranzo accogliente, insomma, niente di cui lamentarsi!

Poon Hill trek - See You G.H.

Giorno 5: Da Pothana (Australian Camp) a Pokhara

Avrei tanto voluto svegliarmi al mattino con la vista del Machhapuchhare – la montagna a “coda di pesce” – per salutare in bellezza queste immense montagne ma ahimè la nebbia era talmente fitta che purtroppo questa volta non è stato possibile. Da mostrarvi non ho mie foto ma ne prendo comunque una da internet per non lasciarvi con la curiosità di sapere come sia la vista dal cosiddetto Australian Camp. Io sicuramente dovrò tornarci! 🙂

Poon Hill Trek - Australian camp

L’Australian Camp, un’agglomerato di strutture turistiche situato in cima ad una collina erbosa, dista da Pothana non più di una mezz’oretta. Usciti dalla guest house non dimenticatevi di passare dal punto di controllo dell’ACAP per mostrare i vostri permessi e fare si che registrino la vostra uscita dall’Annapurna Conservation Area.

Da questo momento il percorso sarà tutto in discesa per cui preparate le vostre ginocchia a soffrire un pochino. A seconda della velocità (io ho fatto quasi tutte le scale di corsa) ci si impiega circa due ore e mezza per raggiungere Phedi e, da lì, circa 45 minuti di auto per fare rientro a Pokhara.

Questa giornata di trekking è in realtà una mezza giornata che vi permetterà di essere a Pokhara intorno a mezzogiorno o al massimo nel primo pomeriggio, giusto in tempo per un pranzo vista lago e un bel massaggio ristrutturante! Il mio posto preferito per mangiare, non ho dubbi, è stato il Rest Point Cafè con un graziosissimo giardinetto/terrazza sul lago, ottimo cibo e prezzi super contenuti.

Per l’organizzazione “fai da te” leggi l’articolo Trekking in Nepal: tutto quello che c’è da sapere o chiedi a me il contatto diretto della guida.

Informazioni utili

Dove dormire a Pokhara: The Little Tibetan Guest House

Tel: (00977) – 9846026166 / (00977) – 61461898

1.000 rupie a notte per una stanza doppia uso singola, ottima pulizia, acqua calda a partire dal pomeriggio perché funziona con i pannelli solari; un’oasi di pace a due passi dal lago dove spesso si ritrovano i monaci in preghiera; colazione non inclusa ma ottima; possibilità di refill di acqua purificata per sole 10 rupie.

Da Pokhara a Kathmandu : Explore Pokhara Travels

Tel: (00977) – 9856031440 / (00977) – 61467050

Ogni giorno alle 7.30 partenza dal Tourist Bus Park. Bus comodi, puliti e con connessione wi-fi (che funziona più che altro quando il bus è fermo o in coda). I biglietti si possono prenotare in qualunque agenzia/guest house di Pokhara al costo di 700 rupie. Da Lakeside al Bus Park un taxi costa 300 rupie.

Trekking in Nepal: tutto quello che c’è da sapere

Trekking in Nepal: tutto quello che c’è da sapere 1024 682 Sonia Sgarella

Sono alcuni decenni ormai che il Nepal, vantando ben otto delle quattordici vette più alte del globo e alcuni tra i paesaggi più suggestivi al mondo raggiungibili soltanto a piedi, è considerato patria indiscussa del trekking. Fare trekking in Nepal – non c’è dubbio – è una tra le esperienze di viaggio più appaganti che il continente asiatico possa offrire.

Non tutti però hanno ben chiaro che cosa voglia dire veramente fare trekking in Nepal. In tanti sarebbero pronti a rinunciare in partenza per la sola convinzione di non esserne adatti. Ma siete proprio sicuri che il trekking in Nepal non faccia per voi? Continuate a leggere questo articolo e solo alla fine potrete darvi una risposta. Con molte più probabilità starete già cominciando a pianificare il vostro viaggio!

Per comodità del lettore ho diviso l’articolo in più sezioni, ognuna delle quali tratta un tema a sé stante.

NEPAL, E’ ORA DI ANDARCI!

  • Decisamente l’autunno ma anche le altre stagioni non vadano poi così male. Ottobre e novembre sono i mesi migliori per percorrere quasi tutti gli itinerari di trekking e ovviamente ciò significa anche di maggior affluenza, con il turismo che tende a diminuire verso la fine di novembre. La tendenza è quella di mattinate limpide e probabili coperture nuvolose nel pomeriggio. La visibilità delle montagne è al massimo del suo splendore, è raro che piova e le temperature, piacevoli di giorno, si mantengono tollerabili anche durante la notte.

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    La primavera è anch’essa una stagione molto gettonata. In questo periodo la fioritura dei rododendri è qualcosa di magnifico, un’esplosione di colori che regala calore e vitalità al paesaggio. Non per altro il rododendro (Laligurans) è stato eletto a fiore nazionale del Nepal.

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    La stagione dei monsoni che va da giugno a settembre è invece forse la peggiore in termini di visibilità. I sentieri in questo periodo dell’anno sono coperti di fango e scivolosi, c’è alto rischio di frane e a farvi compagnia lungo i percorsi ci saranno ad attendervi le care amiche sanguisughe. Meglio evitare dunque ma se proprio siete in zona e non volete rinunciare al trekking puntate verso il Mustang, Upper e Lower.

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    L’inverno infine non sarebbe poi così una brutta stagione in termini di visibilità, se non fosse però per il freddo e per la neve che rende inaccessibili i passi più alti. Un trekking a quote più basse risulta fattibile ma è certo che dovrete coprirvi per bene!

  • Esistono ad oggi possibilità di trekking che spaziano dal grado più facile, quello A, a quelli più difficili, i livelli D ed E. Tutti gli itinerari offrono opportunità di godere dei magnifici panorami himalayani e di entrare in contatto con le popolazioni che abitano i villaggi in quota per cui la scelta del livello che corrisponda maggiormente alle vostre condizioni fisiche vi garantirà in ogni caso un’esperienza unica.

    – Grado A (Facile): Ghorepani/Poon Hill Trekking, Ghandruk Trekking, Jomson Muktinath Trekking, Helambu Trekking, Shivapuri Trekking….

    Percorribili da chiunque si trovi in buone condizioni di salute. I dislivelli da coprire sono moderati, l’altezza supera in poche occasioni i 3000 metri e i percorsi sempre ben marcati – spesso scalinate. In media si tratta di 5/6 ore di cammino al giorno.

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    – Grado B (Moderato): Annapurna Base Camp (ABC) Trekking, Langtang Trekking, Circuito del Manaslu…

    Oltre al buono stato di salute e all’abitudine a camminare per più giorni consecutivi, per questi trekking è necessaria una dose supplementare di energia ed entusiasmo. Gli itinerari raggiungono altezze che si avvicinano ai 4500 metri e i dislivelli +- 1.000 metri, l’inevitabile pegno da pagare per incontri ravvicinati con i magnifici picchi himalayani.

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    – Grado C (Faticoso): Annapurna Circuit Trekking, Everest Base Camp (EBC) Trekking, Upper Mustang Trekking…

    Trattasi di trekking che prevedono il superamento di passi ad oltre 5000 metri di quota. Su questi itinerari è molto importante dare il tempo al corpo di acclimatarsi e fare attenzione a qualunque avvisaglia che possa essere ricondotta al Mal di Montagna (Acute Mountain Sickness).

    – Gradi D/E (Impegnativo):  Ganja La Pass Trekking, Dhaulagiri Trekking…

    La caratteristica principale di questo tipo di trekking è che si tratta di lunghi percorsi ad altezze elevate dove l’unica possibilità di sistemazione è il campo tendato. In questo caso sono richieste ottime condizioni di salute ed esperienza pregressa.

  • Il Mal di Montagna è la reazione patologica del nostro corpo alla bassa pressione atmosferica e alla conseguente minore capacità dell’emoglobina di legarsi all’ossigeno presente nell’aria man mano che ci si spinge ad altezze più elevate. Può succedere a chiunque di soffrirne sopra i 2500 metri e questo indipendentemente dall’età, dal genere e dal grado di allenamento. Tra i sintomi vi sono mal di testa, nausea, mancanza di appetito, spossatezza, tachicardia, difficoltà di respirazione. In tali casi è fondamentale agire prontamente onde evitare che il Mal di Montagna si trasformi in edema cerebrale o polmonare.

    Scendere ad altezze inferiori è la prima cosa da fare: non costringete il vostro corpo a continuare.

    Prevenire il Mal di Montagna comunque è sempre meglio che doverlo curare: salite lentamente di quota dando tempo al vostro corpo di acclimatarsi all’altezza.

  • La maggior parte degli itinerari di trekking rientrano nell’area di una determinato progetto di conservazione, di un parco nazionale o di una zona ad accesso limitato per cui sarà quasi sempre necessario essere muniti di un permesso appropriato. Tali permessi sono acquistabili direttamente in loco e vi verranno tassativamente controllati nei punti di entrata ed uscita dall’area in questione.

    Di seguito le tariffe delle zone che ho visitato personalmente:

    Annapurna Conservation Area: 2000 rupie (20$)

    Leggi anche Poon Hill Trek: il mio itinerario di cinque giorni 

    Leggi anche Nepal: trekking al Campo Base dell’Annapurna 

    Langtang National Park: 3390 rupie (34$)

    Leggi anche Trekking in Nepal: la Valle del Langtang dopo il terremoto

    Shivapuri Nagarjun National Park: 560 rupie al giorno

    Leggi anche What to do (cosa fare) a Kathmandu e dintorni

    Sagarmatha National Park: 3000 rupie (2018)

    Leggi anche Trekking al Campo Base Everest: tutto quello che c’è da sapere

    Oltre ai permessi regionali sarà poi necessario ottenere una TIMS (Trekkers Information Management System), ovvero una tessera in cui vengono registrate le informazioni riguardo al vostro percorso, il tutto per una questione di sicurezza. Se vi siete organizzati tramite agenzia vi verrà rilasciata una tessera di colore azzurro al costo di 1000 rupie. Se invece preferite organizzarvi in maniera indipendente la tessera sarà di colore verde, avrà un costo di 2000 rupie e sarà vostro compito recarvi negli uffici appositi per farvela rilasciare.

    Per ottenere i permessi e la TIMS vi verranno richieste due fototessere e una fotocopia del passaporto. Nel caso in cui abbiate prenotato tramite agenzia, dovrete consegnare il tutto a loro perché svolgano le pratiche al posto vostro.

  • La dimensione del vostro zaino dipenderà sicuramente dalla durata dell’itinerario ma ancor più dovrebbe dipendere dal vostro fisico: se non siete abituati a trasportare grossi pesi è inutile che pensiate di poterlo fare proprio adesso. La dimensione ideale sarebbe quella di uno zaino da 35/45 litri, quanto basta per trasportare l’essenziale necessario. Se proprio però non ce la fate a partire con poca roba, valutate l’opzione di ingaggiare un portatore. I costi per la categoria si aggirano intorno ai 15/20$ al giorno.

    Detto questo, un buon equipaggiamento corrisponderà di certo ad un trekking soddisfacente mentre cose inutili o inadeguate potrebbero rivelarsi più compromettenti di quello che pensiate. Per questo è fondamentale portare con voi:

    Scarponcini da trekking: l’importante è ovviamente che calzino comodi e che li abbiate testati camminandoci in precedenza. Partire con un paio di calzature nuove di zecca potrebbe infatti rivelarsi l’errore più grande che possiate commettere. Sugli itinerari più bassi possono andar bene anche un paio di scarpe basse da trekking

    Un paio di ciabatte da indossare nelle Teahouse e che vi servano sia per la doccia, sia per evitare di dovervi allacciare le scarpe o gli scarponi ogni volta che vi servirà andare in bagno, soprattutto se di notte. Un paio di ciabatte da piscina in plastica sono l’ideale in quanto parzialmente chiuse e possibili da indossare anche con i calzettoni di lana, molto meglio che non le classiche infradito

    Calze adatte alle varie quote

    Guanti

    Cappelli: uno con visiera e una berretta calda da utilizzare anche di notte se necessario

    Scaldacollo

    Primo strato: maglie tecniche a maniche sia corte che lunghe. Alle quote più basse avrete possibilità di lavarle e stenderle ad asciugare

    Completo termico: da utilizzare come pigiama  o da aggiungere come strato se avete freddo;

    Secondo strato: un paio di capi

    Pantaloni: due paia per il trekking, uno più leggero per le quote più basse e uno più pesante per quelle più alte oppure due leggeri e uno strato termico da utilizzare all’occorrenza. Portatevi poi un pantalone comodo da indossare a riposo

    Terzo strato: un piumino e una giacca goretex da abbinare all’occorrenza

    Sacco a pelo: che raggiunga temperature di comfort -6/-10 per i trekking in Teahouse. In ogni stanza sono solitamente presenti delle coperte che potrete usare come aggiunta. Può capitare tuttavia, soprattutto durante l’alta stagione sui sentieri più battuti e a alle altezze elevate (dove ci sono meno alloggi) che non ce ne siano a sufficienza per tutti

    Coprizaino impermeabile

    Torcia frontale

    Occhiali da sole

    Protezione solare, crema idratante e burro cacao

    – Carta igienica, salviette umide, gel igienizzante e assorbenti: la carta igienica è spesso di facile reperimento anche in loco ma i prezzi, così come quelli di tutti i prodotti, sono direttamente proporzionali all’altezza

    Prodotti da bagno in piccole dosi

    Asciugamano in microfibra

    Kit di primo soccorso che contenga farmaci per la dissenteria e Diamox nel caso in cui andiate a quote elevate

    Spry per il naso: per evitare di passare notti insonni qualora vi doveste beccare un raffreddore

    Borraccia di metallo e purificatore per l’acqua: la borraccia di metallo (meglio se trasportabile a tracolla) dev’essere la sostituita delle bottiglie di plastica che a queste altezze costituiscono un’importante fonte di inquinamento. Il costo di una bottiglia d’acqua in montagna inoltre può raggiungere le 250 rupie (contro le 25 rupie di Kathmandu) per cui ha molto più senso premunirsi di gocce o di pastiglie per purificare quella che prenderete dal rubinetto. Nelle zone più battute dal turismo troverete la possibilità di riempire la vostra borraccia con acqua già purificata al costo di 70/80 rupie

    Apparecchiatura fotografica

    Power Bank: le prese si trovano spesso in aree comuni e a volte è richiesto un pagamento per la ricarica

    Snacks 

    Bastoncini da trekking (opzionali)

    Un libro o le carte da gioco: per passare un po’ il tempo quando alle 18.30 avrete già finito di mangiare

  • Mi stupisce davvero costatare quante poche parole positive siano state spese sull’alloggio in Teahouse. “Basic” è la parola più frequente che viene utilizzata per descriverle e ho capito, non saranno certo hotel a cinque stelle ma vogliamo considerare il contesto in cui si trovano? Dispersi tra le montagne a giorni di cammino dalle città principali, là dove il trasporto di qualunque materiale è un’impresa epica: come minimo questi lodge bisognerebbe catalogarli come fantastici, una manna dal cielo, un lusso inaspettato così come dovrebbero esserlo considerati anche i rifugi sulle nostre Alpi.

    Poon Hill trek

    Le regioni dell’Everest, dell’Annapurna, del Langtang e del Manaslu prevedono la sistemazione in Teahouse. Questi lodge, alcuni dei quali per dimensioni non hanno niente da invidiare alle guest house di Kathmandu, offrono semplici stanze ordinate a due o tre letti, nella maggior parte dei casi singoli ma a volte anche ad una piazza e mezza. I letti sono provvisti di copri materasso, cuscino e piumone, il tutto apparentemente piuttosto pulito. I piumoni vi terranno bene al caldo se utilizzati in aggiunta al vostro sacco a pelo ma se usati da soli (con solo un sacco lenzuolo) potrebbero non essere sufficienti.

    Langtang Trek - Lhasa Hotel @ Langtang

    Le pareti dei lodge sono molto sottili, spesso fatte di compensato o di pietra. Se avete il sonno leggero vi converrebbe portarvi dei tappi per le orecchie. Il bagno e la doccia sono quasi sempre in comune (ma esistono anche sistemazioni con bagno privato) e in molti casi entrambi si trovano all’esterno dell’edificio. Nella maggior parte dei casi si tratta di turche senza sciacquone (per “tirare l’acqua” si usa il secchiello) ma vi capiterà anche di trovare bagni all’occidentale. E’ sicuro che non troverete mai la carta igienica per cui portatela con voi!

    Poon Hill trek - See You G.H.

    La maggior parte dei lodge dispone di acqua calda, anzi bollente, che viene prodotta con i pannelli solari o con il gas. In alcuni casi, soprattutto se la doccia funziona a gas, vi verrà chiesto un contributo extra per poterne usufruire.

    Langtang Trek - Ganesh G.H. @ Rimchen

    In tutti i lodge troverete una stanza comune utilizzata come sala da pranzo e non su tutti gli itinerari, riscaldata con una stufa a legna. Sistemate qualunque cosa bagnata nei pressi della stufa perché si asciughi. 

    Langtang Trek - Lhasa Hotel @ Langtang

    I proprietari del lodge si aspettano che consumiate i pasti da loro. Il menù (che è sempre molto simile con la sola differenza del prezzo che aumenta con l’altezza), è sorprendentemente ricco e potrete scegliere tra piatti sia della cucina locale che di quella internazionale, spesso compresa anche la pizza.

    Langtang Trek - Lhasa Hotel @ Langtang

    Sul cosa sia meglio scegliere dipende da quanto siete affamati: i momo (ravioli ripieni) sono sempre 10 e potrebbero non soddisfare il vostro appetito così come le zuppe, a meno che non siano con i noodles. I piatti di riso e noodles sono spesso porzioni abbondanti, un ottimo rapporto qualità/prezzo ma solo con lui, con il piatto nazionale, il mitico Dhal Bhat verranno ad offrirvi il bis! Fate dunque le vostre valutazioni.

    Se siete amanti della birra preparate un’ampia scorta di contanti perché arriverete a pagarla anche 750 rupie (7$). In generale comunque l’assunzione di alcool non è raccomandata.

    Poon Hill trek

    Nella maggior parte delle Teahouse potrete comprare anche degli snack ma sempre per via del costo vi conviene fare rifornimento prima di partire. Lo stesso vale per l’acqua.

  • Partire con un’assicurazione di viaggio adeguata nel caso del Nepal è fondamentale. Qualora dovesse succedervi qualcosa durante un trekking e l’unica maniera di raggiungere l’ospedale più vicino fosse in elicottero questo potrebbe infatti costarvi una fortuna.

    ATTENZIONE: la maggior parte delle assicurazioni copre il trekking fino ai 4.000 metri per cui se avete intenzione di andare oltre cercate un’assicurazione adeguata. Io di solito mi affido a World Nomads che copre i trekking fino a 6.000 metri.

    Ricordatevi: con le montagne non si scherza!

  • Pur non esistendo una regola che obblighi ad assumere una guida per il trekking il mio suggerimento è che evitiate di viaggiare da soli. Nonostante il Nepal sia un paese relativamente sicuro ed amichevole nei confronti del viaggiatore e la maggior parte degli itinerari siano ben marcati, le montagne rimangono pur sempre un ambiente ostile e la presenza di una guida o di un compagno di viaggio potrebbe essere fondamentale – nella peggiore delle ipotesi – per salvarvi la vita.

    Dalla distorsione di una caviglia al Mal di Montagna, trovarsi da soli in certe situazioni non è piacevole e, il tutto, solo per aver voluto risparmiare una cifra irrisoria. Ingaggiare una guida nepalese oltremodo sarà il vostro gentile contributo all’economia locale.

    Affidatevi ad un’agenzia che vi fornisca una guida professionale in possesso di una licenza rilasciata dal Dipartimento del Turismo nepalese. Chiedete che questa licenza vi venga mostrata.

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    Esistono anche agenzie specializzate in tour al femminile che vi contratteranno una guida donna. Il costo per una guida femmina risulta a volte leggermente più alto rispetto a quello di una guida uomo ma è ovvio che il vostro contributo in questo caso non sarà solamente economico. Sarà soprattutto sociale.

    Attenzione: per la vostra sicurezza è fondamentale che la guida abbia alle spalle un’agenzia registrata la quale garantisca per lei e che possa agire prontamente in caso di vostro bisogno. Avere in mano un indirizzo e delle ricevute, inoltre, è molto importante qualora dobbiate dimostrare qualcosa alla vostra compagnia d’assicurazione.

    Assicuratevi che l’agenzia sia regolarmente registrata presso il Governo del Nepal e presso la Trekking Agencies Association of Nepal (TAAN). Per fare questo consultate il sito www.taan.org.np e fate la vostra ricerca.

  • La cosa più conveniente per chi abbia un pochino di tempo da perdere è sicuramente quella di fare tutto sul posto, ovvero, una volta arrivati a Kathmandu o a Pokhara, passare in rassegna qualche agenzia e vedere quello che offrono. E’ vero anche però che la maggior parte delle persone tutto questo tempo da perdere non ce l’ha a disposizione o che preferisca comunque, anche a fronte di un prezzo leggermente più alto, affidarsi a qualcuno direttamente dall’Italia, sia essa un agenzia incontrata online oppure la sottoscritta (leggi anche Chi Sono)

    Il prezzo ovviamente può variare molto a seconda della zona che sceglierete per il vostro trekking, soprattutto se per arrivarci è necessario prendere un volo interno (per esempio per il Trekking al Campo Base Everest) o se l’area rientra tra quelle “Restricted” per cui vi sono dei permessi maggiorati da pagare (nel caso dell’Upper Mustang per esempio si parla di un permesso di ben 500$!).

    Il costo di una guida professionista si aggira intorno ai 35$ al giorno, quello di un Porter circa 15/20$.

    Il costo del cibo lo vedrete aumentare con l’altezza: momo, riso e noodles costano in media 400/500 rupie al piatto mentre il Dhal Bhat arriverà fino a 600/700 rupie. Le bevande calde si aggirano intorno alle 100/150 rupie mentre la birra arriva a costare fino a 750 rupie. Il costo della camera varia a seconda della struttura e della zona: dai 200 per un letto in camera condivisa ai 1000 per il bagno in camera (non sempre disponibile).

    Poon Hill trek

    Sul discorso mance non esiste una regola fissa ma le mance sono estremamente apprezzate.

    Portatevi contanti a sufficienza per coprire tutte le spese non incluse nel vostro pacchetto e una scorta extra per qualunque evenienza. 

Kirtimukha, il “volto di gloria”

Kirtimukha, il “volto di gloria” 1600 1063 Sonia Sgarella

Quante soglie ho attraversato senza mai preoccuparmi della sua presenza e quante, forse, ne avrete varcate anche voi, incuranti del suo sguardo terribile. Eppure lui era li, attento ad osservarvi e a permettervi l’accesso nei luoghi sacri di India, Nepal, Bhutan, Cambogia, Cina e non solo. Lui, il macabro e terribile guardiano della soglia, conosciuto con il nome sanscrito di Kirtimukha, il “volto di gloria“, protezione per i pii, feroce contro i demoni. Racconta il mito che il grande re titano (asura) Jalandhara, eterno nemico degli dei, in virtù di straordinarie pratiche ascetiche, avesse sviluppato in sé poteri irresistibili. In un terribile eccesso di superbia, Jalandhara inviò Rāhu, suo demone messaggero, per sfidare e umiliare il grande dio in persona, Śiva, il creatore, sostenitore e distruttore del mondo. La sfida prevedeva che Śiva rinunciasse al suo splendido gioiello, alla sua futura sposa, Pārvatī, la “bella fanciulla dei tre mondi”, e che la consegnasse immediatamente al re titano. Nel momento in cui Rāhu annunciò la pretesa di Jalandhara,  Śiva, dal terzo occhio situato fra le sue sopracciglia, fece si che la sua potenza prorompesse in un’esplosione tremenda e che da questa prendesse forma un demone raccapricciante, il cui corpo inquietante, sottile ed emaciato, annunciava una fame insaziabile. Rāhu, consapevole del proprio inevitabile destino, si affidò allora alla benevolenza del grande dio affinché lo risparmiasse. La supplica fu accolta, Rāhu fu graziato lasciando così la mostruosa creazione di Śiva  con una fame terribile e nessun cibo in grado di saziarla. Il grande dio suggerì quindi al mostro di nutrirsi della carne del proprio corpo, cosicché la creatura vorace mangiò e mangiò sino a che di lui non rimase che il volto. ” Che tu sia conosciuto come volto di gloria” -dichiarò benevolmente Śiva- “e che tu rimanga sempre davanti alla mia porta. Chiunque trascuri di adorarti non otterrà mai il mio favore”.

Ben presto il “volto”, da emblema particolare di Śiva che era, cominciò ad essere usato indiscriminatamente nei luoghi dove la fede induista e buddhista ( che con la prima condivide numerose tradizioni e simboli) si diffusero nei secoli. Il devoto che varca la soglia di un tempio, di un monastero o di una casa, oggi saluta il “volto” con fede e fiducia perché sa che il Kirtimukha “è un segno e un agente della collera della divinità protettrice che distrugge i demoni e ci difende dalle forze tiranniche del mondo vorace”(Heinrich Zimmer).

La prossima volta che vi capitasse di incontrarlo sullo stipite di una porta, raffigurato nell’atto di “ingoiarsi”, dunque soffermatevi, salutate con riverenza, chiedete “permesso” e, se il permesso vi verrà concesso, solo allora procedete; vi sentirete meglio sapendo di rientrare nella cerchia degli esseri da proteggere piuttosto che dei demoni da combattere!

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