Era il 1784 quando, per un progetto di centralizzazione dell’impero asburgico, le quattro cittadelle fortificate conosciute come Hradčany, Staré Město, Nové Město e Malá Strana, abbattute le fortificazioni, vennero unite a formare quella che è oggi l’estesissima capitale della Repubblica Ceca: Praga.
Il Ponte Carlo, la Cattedrale di San Vito, la Torre dell’Orologio Astronomico e il sistema di chiuse che rendono la Moldava parzialmente percorribile nel suo tratto centrale, sono solo alcune delle creazioni architettoniche che l’hanno elevata a centro culturale e turistico di fama mondiale, patrimonio dell’UNESCO dal 1992.
Una città a tratti oscura, non solo per il colore nero fuliggine che si è forse irrimediabilmente impossessato dei suoi monumenti – alcuni dei quali sembrerebbero potersi sgretolare all’improvviso davanti agli occhi di chi li sta ammirando – ma anche a causa di quell’alone di mistero che ne pervade la storia, intrisa di miti e leggende che ne raccontano spesso un passato crudele.
Una città enigmatica, a tratti malinconica ma soprattutto magica, protagonista insieme a Torino e a Lione del celebre triangolo europeo di magia bianca. Eppure in questo luogo, che arriva ad esprimere tutta la sua essenza nella bruma del mattino o sotto la neve d’inverno, le menti creative dei suoi abitanti si sono ingegnate per dare vita ad opere d’arte di stampo completamente opposto che spiccano a volte per le cromie accese e i motivi floreali e a volte, per ironia, sarcasmo ed eccentricità.
Esiste quindi una Praga meno mesta, più solare, propensa al cambiamento, a volte addirittura sovversiva, che ci regala capolavori di particolare genio firmati Alfons Mucha e David Cerny. Relego ad un altro articolo la presentazione delle opere di Mucha, celebre pioniere dell’Art Nouveau, e qui vi presento l’itinerario che vi porterà alla scoperta delle sculture di David Cerny, nascoste in diversi angoli della città.
Chi è David Cerny?
Classe 1967, Mr. Cerny è un controverso e imprevedibile artista ceco, giovane genio irriverente, scultore di opere sorprendenti e scandalose, il cui fine principale è quello di turbare il pubblico per portarlo alla riflessione senza però mancare di affascinarlo.
Aperto polemico del panorama politico ceco degli ultimi decenni e sarcastico osservatore del mondo in generale, raggiunse la notorietà nel 1991 per aver dipinto di rosa un carro armato sovietico, memoria della liberazione di Praga dall’esercito nazista per mano dell’Armata Rossa e, al tempo, ancora monumento nazionale. Un gesto rivolto decisamente contro il regime sovietico che gli costò l’arresto immediato. Passeggiando oggi per le strade della capitale non si può fare a meno di soffermarsi ad osservare le sue creazioni che colpiscono per stranezza e singolarità.
Uno dei suoi primi lavori, creato nel 1990 è “Quo Vadis“, la rappresentazione di una Trabant (auto simbolo della Germania dell’Est) a quattro zampe. Permanentemente collocata nel giardino dell’ambasciata tedesca (Vlasska 19/ 118) dal 2001, l’opera in vetroresina color bronzo vuole ricordare l’esodo di massa che portò migliaia di tedeschi dell’Est a cercare asilo politico nei giardini dell’ambasciata tedesca a Praga e li accamparsi prima che gli venisse concesso il permesso di viaggiare verso la Germania dell’Ovest. Era il 1989, poco prima della caduta del muro di Berlino quando, al momento della fuga, centinaia di Trabant dei circa 4000 rifugiati, dovettero essere abbandonate dai proprietari, dal momento che il trasferimento venne organizzato in treno.
Con una breve camminata si raggiunge l’ingresso del Museo di Kafka, in Cihelná 2b, dove la prima cosa che si nota è la rappresentazione di due uomini che urinano in una pozza d’acqua a forma di Repubblica Ceca (Pissing Men). Posti uno di fronte all’altro, muniti di bacino rotante e di pene mobile, le due icone sarebbero in grado, su richiesta via sms, di pisciare per voi sulla loro nazione il messaggio inviatogli!
Attraversato il Ponte Carlo, si prosegue per la via Husova dove, a vari metri d’altezza, vicino alla Cappella di Betlemme (Betlémské náměstí), si trova “l’appeso” (Viselec). Sospesa tra due palazzi, l’opera in laminato rappresenta Freud appeso ad una trave. Cerny non spiega il significato di quest’opera (a dir la verità non spiega mai il significato delle sue creazioni preferendo che l’interpretazione arrivi direttamente dall’osservatore). Le versioni sono quindi molteplici: una è quella della vita nel periodo del regime comunista, un’altra vede l’uomo nell’eterna indecisione fra il resistere o lasciarsi andare, un’altra ancora dice che Cerny vorrebbe rappresentare il ruolo dell’intellettuale nel nuovo millennio. Forse tutte queste interpretazioni hanno trovato posto nella mente dello scultore prima che cominciasse a modellare l’opera. Qualunque sia il suo significato, fatto sta che Freud sembra trovarsi totalmente a suo agio in quella posizione (la mano sinistra in tasca).
Da qua dirigetevi verso Václavské náměstí (Piazza Venceslao) da dove, prendendo la Vodičkova al 704/36 è possibile entrare all’interno del Palác Lucerna dove ancora sopravvive il kavárna Lucerna, antico café di Praga dove si riunivano scrittori, intellettuali ed artisti. Al suo interno sopravvive l’atmosfera della Praga d’altri tempi ma, nonostante questo, i prezzi sono più che accessibili. Appesa al soffitto della galleria troverete la statua raffigurante San Venceslao seduto sulla pancia del suo cavallo ormai morto, parodia di quella originale posta al centro della omonima piazza. La creazione è nota come Kun (cavallo in ceco). Il fatto che il nome dell’ex Presidente Klaus sia proprio Václav (Venceslao in ceco) potrebbe non essere un caso. L’opera rappresenterebbe quindi l’ennesimo attacco più o meno mascherato all’uomo politico che allora (l’opera è del 1999) ricopriva la carica di primo ministro.
Ritornando sulla Národní dove ci sono alcuni dei kavárna più famosi tra cui il Café Louvre e il Kavárna Slavia affacciato sulla Moldava, passato il Teatro Nazionale e attraversato il Ponte delle Legioni (Most legií), svoltate a destra per imboccare la U Sovových mlýnů dove si trova il Museo Kampa. Vicino all’ingresso sono collocate tre statue del genere di quelle che dal 2001 si arrampicano gattonando sulla torre della televisione Žižkov. Alte quasi 2 metri le statue raffigurano degli inquietanti bambini alieni (Miminka) le cui facce sono angosciosamente implose. Per raggiungere la Žižkov TV Tower potete prendere la Metro verde e scendere alla fermata Jiřího z Poděbrad.
Se siete interessati a proseguire l’itinerario da qui potete dirigervi alla Futura Gallery sulla Holečkova 789/49, dove troverete installate due sculture identiche raffiguranti la metà inferiore del corpo umano piegate in avanti. Con l’aiuto di una scala è possibile arrivare ad infilare la testa nel sedere di una di queste due creazioni, note con il nome di Brown Nosers (tradotto in “lecca-culo”). Al suo interno vi è installato uno schermo che riproduce un video in loop in cui Václav Klaus (interpretato da un attore) e il performer Milan Knizak si imboccano vicendevolmente sulle note di “We are the champions” dei Queen. Considerate che quando l’opera venne presentata nel 2003, Václav Klaus era appena stato eletto Presidente della Repubblica Ceca! La galleria è aperta dalle 11.00 alle 18.00 dal mercoledì alla domenica. L’entrata è gratuita.
e allora…let’s go Cerny!