Metti un villaggio di circa cento abitanti dove i residenti tutti, italiani e stranieri, hanno scelto la tranquillità, la riservatezza e la discrezione come filosofia di vita.
Immaginate colline a non finire, di un terreno talmente argilloso da aver reso difficile la coltivazione di uva e di olivi e per questo – là dove normalmente in Toscana cresce di tutto – chiamato deserto.
Pensate al buon cibo, al silenzio interrotto soltanto dal chiacchiericcio di piazza e dal rintocco delle campane.
Udite, udite: un “maremma bucaiola arrostita” – che qui ‘un ci sta mai male 🙂 – risuonare dalla bocca di una gentile signora!
Ormai è quasi certo: siete a Chiusure, nella piazzetta di Licia, il ritrovo preferito dei Chiusurini nonchè l’unico dei due bar sopravvissuti nel borgo.
Sapete, Licia vi prepara la cena se vi va: vi apparecchia un tavolo solo per voi, a lume di candele se preferite, ma dovrete ordinare il tutto con un giorno d’anticipo per darle il tempo di organizzarsi. I furgoncini del pesce, della frutta e della verdura non arrivano qui tutti i giorni e bisogna che sia il momento giusto perché abbia a disposizione gli ingredienti in casa.
Mmmm ripenso a suoi pici cacio e pepe, pici al ragù, fiorentina alla brace, verdura fresca…che spettacolo per le papille! 🙂
A Chiusure si conoscono tutti, il nuovo arrivato desta curiosità ma è sempre bene accolto. Ciascuno degli abitanti nel suo piccolo racconta una storia, spesso romantica con quell’aura di magia e mistero che è caratteristica di questo luogo.
Per esempio c’è Wolf, lo scrittore di favole, che dorme di giorno e compone di notte; e poi ci sono la signora irlandese, quella olandese e quella austriaca che hanno eletto Chiusure a loro luogo del cuore e lì si sono trasferite; ma c’è anche Gollum, quello del Signore degli Anelli e non intendo il mostriciattolo in persona ma l’attore; e ancora c’è Loreena Mckennitt, l’icona della musica celtica che torna sempre in paese per la sagra del carciofo; e infine, last but not least, ci sono Lucia, Andrea e Cosimo – lei che viene dal mio paese – che mi hanno permesso di conoscere questo posto stupendo!
Un borgo arroccato su un poggio di creta, qui dove si formano dei calanchi che chissà, forse un giorno potrebbero mettere a rischio la solidità del paese stesso – per via delle frane – ma che per ora altro non sono che la sua particolarità, la sua forza, la sua bellezza.
Al di là dei calanchi l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore. Trenta frati olivetani vestiti di bianco ne mantengono viva la struttura, producono vino e olio di oliva che è messo in vendita nella loro cantina. Andate ad ascoltarne i canti gregoriani, un’esperienza suggestiva e inquietante al tempo stesso!
Nel Deserto di Accona – così si chiama questa vasta zona a sud di Siena che si distingue per la particolare composizione morfologica – fatta di accumuli di argilla o creta – il paesaggio è un infinito susseguirsi di colline, coltivate prevalentemente a grano, frumento e girasoli, su cui spuntano idilliaci alcuni dei borghi più autentici della toscana.
Lucignano d’Asso è quello che vi raccomando prima di tutti: un borghetto minuscolo di origine medievale che oggi sarebbe in stato di abbandono se non fosse per la sua cittadina più illustre, la Contessa Angelica Piccolomini Bandini, colei che gli ha ridato vita trasformando alcuni dei suoi casali in appartamenti e case di charme.
Nel borgo esiste solo un alimentari gestito dalla signora Rita che vi delizierà con taglieri di salumi, formaggi, verdure e dell’ottimo vino. La posizione di Borgo Lucignanello è davvero impagabile e ogni angolo del paese è lì per ricordarne il suo passato: il vecchio dopolavoro, la cassetta delle lettere “regie poste” e la scritta La scienza, la volontà, la fede, possono attenuare gli effetti delle forze non benefiche della natura scritta ai tempi di Mussolini e posta giusto all’ingresso del paese.
Situato alla fine di una strada sterrata, una delle cosiddette strade bianche, Lucignano d’Asso (da non confondere con altri Lucignano) si trova non molto lontano da Bagno Vignoni, già nella Val d’Orcia, conosciuto fin dai tempi antichi per la presenza di sorgenti termali. Al centro del borgo la Piazza delle Sorgenti – una vasca rettangolare di acqua calda che esce dalla falda sotterranea di origini vulcaniche – è forse il punto più caratteristico, ma qui nessuno fa il bagno. Se volete sguazzare nella piscina termale allora dovrete rimanere ai piedi del borgo dove, immersa nella macchia mediterranea in fondo a una strada sterrata, la cascatella che sgorga dal paese forma una pozza di acqua turchese.
Ma torniamo ora verso Chiusure e da qui, superata Asciano e lungo la provinciale 438, prendiamo la strada sterrata per Leonina. Ora, se vedete una serie di colline tondeggianti di creta siete nel posto giusto: sono i cosiddetti mammelloni e da lì li potrete raggiungere . La Strada delle Biancane che si estende ai piedi di queste formazioni rocciose è un percorso estremamente facile che vi porterà a scoprire un paesaggio davvero magico, un misto di natura e opera dell’uomo che qui raggiunge forme particolarmente sublimi.
A un’estremità del percorso circolare (vedi mappa) si trova il Site Transitoire, l’opera dell’artista francese Jean Paul Philippe che qui, al bivio di tre stradine di campagna fra Mucigliani e Leonina, ha deciso di lasciare il suo segno. “Una finestra senza muri, una dimora senza tetto”, così lui stesso definisce la sua opera d’arte che nasce dall’idea di collocare nello spazio tre posizioni familiari: star seduti, alzarsi e sdraiarsi, lasciando questi tre movimenti muti o liberi di dialogare fra loro nella solitudine e nel silenzio di un luogo naturale, in cui arte e natura a loro volta s’incontrano.
Il momento in assoluto più suggestivo per recarsi in questo luogo è l’ora del tramonto ed in particolare durante l’ultimo raggio la sera del solstizio d’estate quando il sole si va ad incastonare perfettamente all’interno della finestra senza muro che rappresenta il Sito Transitorio. Da qui in lontananza, in posizione magnifica su un colle, si vede anche il borgo agricolo di Mucigliani che potreste decidere di raggiungere allungando così il percorso di almeno un’oretta. Al momento della mia visita la strada per Mucigliani era abbastanza sconnessa e percorribile solo con veicoli dall’assetto abbastanza alto. Dovessero sistemarla sarebbe percorribile tranquillamente da qualunque tipo di macchina.
Bhe che dire, questo giro in Toscana mi ha fatto scoprire delle realtà incredibilmente affascinanti che mi sento di consigliarvi ad occhi chiusi. Meglio di Siena, di Montalcino, di Volterra o San Gimignano invase ormai da migliaia di turisti, qua troverete ancora quel sapore autentico di una vecchia toscana dove in pochi si meritano di vivere, solo quelli che la sanno davvero apprezzare.
Sonia ha catturato con maestria “l’anima” di questo piccolo|grande territorio, arido e fecondo allo stesso tempo. Anche i suoi scatti sono il frutto di chi fotografa posizionando la macchina fotografica “dietro la testa” e non semplicemente davanti agli occhi. Un’acuta guida!!!!